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Investire in obbligazioni

Idee di investimento, valore nei green bond e titoli subordinati finanziari

Il debito pubblico è alle stelle ma grazie ai tassi ai minimi resta sostenibile. Tra i bond, centrali nell’asset allocation, la gestione attiva cerca valore tra i titoli subordinati finanziari e nei green bond

di Leo Campagna 31 Agosto 2020 11:45
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RAPPORTO INTERESSI/DEBITO ALL’INTERNO DEGLI INTERVALLI STORICI


La combinazione negativa di una previsione di contrazione del PIL di quest’anno di poco più del 3% a livello mondiale e di disavanzi di bilancio (in percentuale del PIL) del 10,7% nei mercati sviluppati, proietta il rapporto debito/PIL a livelli record. L’FMI stima che tale rapporto nell’Eurozona aumenterà quest’anno dall’84% al 97%, e negli Stati Uniti dal 109% al 131%, mentre nei mercati emergenti la previsione è di un aumento dal 53% al 62%. È sostenibile tutto questo debito pubblico? Felipe Villarroel, Portfolio Manager di TwentyFour Asset Management (gruppo Vontobel) parte dalla constatazione che la maggior parte dei paesi registrerà un deterioramento dell’indebitamento e questo, dal punto di vista dei mercati finanziari, non è aspetto secondario dal momento che è molto più facile per gli investitori attaccare un anello debole, un singolo paese con specifiche criticità. “L’intenzione di emissione comune di debito pubblico nell’Eurozona si propone di evitare che ciò si ripeta. In parallelo i disavanzi delle partite correnti si sono ridotti in modo significativo, le banche sono fortemente capitalizzate e la Bce acquista ogni mese miliardi di euro di debito pubblico dell’Eurozona”, ricorda nell’articolo “Debito pubblico alle stelle ma sostenibile con i tassi ai minimi”. Secondo Villarroel, nonostante i carichi di debito siano i più elevati della storia moderna, i tassi d’interesse sono molto più bassi di un tempo, e questo consente di mantenere all’interno degli intervalli storici il rapporto interessi/debito.

STRUMENTI A BASSA VOLATILITÀ


Gli investitori si chiedono quale sia il ruolo dell’obbligazionario in un ambiente globale caratterizzato da tassi d’interesse scesi così in basso e i bilanci pubblici ampliati in modo così significativo per stimolare le economie. Goldman Sachs Asset Management, nell’articolo “Goldman Sachs: “Le obbligazioni restano centrali nell’allocazione strategica” va alla ricerca di una risposta nel comportamento dell’obbligazionario core nelle fasi di crisi. L’obbligazionario core si riferisce a strumenti a bassa volatilità, ad esempio l’investment grade, destinati alla gestione del rischio, detenuti sia da istituzionali che da investitori individuali. La caratteristica di “investimenti sicuri” li distingue dagli strumenti ‘satelliti’ con maggiore volatilità, come gli high yield. Gli esperti di Goldman Sachs AM non vedono nel prossimo futuro i tassi d’interesse risalire ai livelli dell’ultimo decennio o di 20 anni fa, ma pensano che l’obbligazionario core manterrà il suo ruolo di strumento strategico chiave per la gestione del rischio, compensando l’andamento degli attivi più volatili durante le crisi, una proprietà che non sembra essere correlata al livello iniziale dei tassi d’interesse.

AUMENTA L’IMPORTANZA DELLA SELEZIONE


Sono tuttavia tanti i fattori da considerare per valutare la gestione del rischio e costruire portafogli con profili diversi sul mercato dei corporate bond. Gene Tannuzzo Vice Responsabile del Reddito Fisso Globale di Columbia Threadneedle Investments, nell’articolo “Mercato del credito e Covid, è l’ora della gestione attiva” analizza cosa viene attualmente incorporato nei prezzi dei corporate bond. Se per esempio si prende a riferimento il premio di liquidità, che viaggia all’1% nel segmento High Yield, si vede che il mercato sconta attualmente un tasso di default dell’8,7%, leggermente sopra la previsione. La spiegazione fornita dall’esperto di Columbia Threadneedle è che il mercato stia scontando contemporaneamente un tasso d’insolvenza elevato e il protrarsi del sostegno della Fed nell’anno a venire. L’analisi di Gene Tannuzzo aggiunge che aumenta l’importanza della selezione del credito per attenuare il rischio di default, tenuto conto del margine di sicurezza più risicato a livello di spread.

MERCATI EMERGENTI, DOVE TROVARE VALORE


Anche all’interno del debito emergente la gestione attiva può attingere valore nascosto. Anche perché i titoli dei paesi in via di sviluppo sono stati tra quelli più penalizzati durante la violenta correzione dei mercati finanziari a seguito del lockdown per frenare la pandemia. Negli ultimi mesi, tuttavia, si sono registrati flussi costantemente positivi in entrata nei fondi specializzati sull’obbligazionario emergente al contrario di quelli indirizzati verso i fondi azionari emergenti che continuano ad accusare deflussi. “È probabile che questa tendenza possa proseguire nel breve termine, dal momento che nell’attuale contesto abbiamo maggiore certezza su flussi di cassa e sui default che non sulla crescita”, fa sapere nell’articolo “Paesi emergenti, segnali incoraggianti per il debito” Polina Kurdyavko, Partner, Head of Emerging Markets, BlueBay Asset Management. L’esperta coglie l’occasione degli ultimi avvenimenti in Argentina, Libano e Turchia, per fare il punto sui mercati emergenti.

FOCUS SUI BOND SUBORDINATI DI BANCHE E ASSICURAZIONI


Intanto le ultime trimestrali hanno confermato che il Covid-19 ha impattato più gli utili piuttosto che i bilanci. Ora c’è maggior visibilità sulle prospettive macro e molti emittenti hanno anticipato gli effetti della crisi, e GAM Investments ritiene che il settore finanziario abbia raggiunto il punto di svolta e dichiara una visione rialzista sul debito subordinato di banche e assicurazioni. Una visione confortata dalla solida solvibilità e dalla capacità mostrata di assorbire gli effetti della pandemia negli utili. Romain Miginiac, CFA, Head of Research per le strategie Credit Opportunities di GAM Investments, sottolinea nell’articolo “GAM rialzista sui bond subordinati di banche e assicurazioni” che anche una recente analisi della Bce conferma la resilienza del settore durante lo “stress test” rappresentato dalla pandemia.

COME EVITARE LE POTENZIALI TRAPPOLE DEI GREEN BOND


Infine, nell’articolo “Ecco come orientarsi nel settore dei green bond” Pictet Asset Management spiega che nessun singolo green bond deve essere valutato fuori del contesto della strategia dell’azienda emittente verso un modello di business più sostenibile ed ecologico. Gli esperti della casa ginevrina avvertono che, come per ogni nuovo tipo di investimento, i green bond “nascondono molte potenziali trappole”, anche perché molti sono meno verdi di come vogliono far credere. Le “obbligazioni verdi” esistono da meno di dieci anni, la prima emissione fu della Banca Europea per gli Investimenti nel 2007, e nel 2019, ne sono stati emessi per circa 257 mld di dollari, con un aumento del 50% rispetto all’anno prima, e le attese che puntano a 350 mld nel 2020. Stati Uniti e Europa finora hanno dominato il mercato, ma altri Paesi sono entrati in gioco. Le società cinesi ad esempio, innanzitutto banche, sono già grandi emittenti e nel 2019 hanno contato per circa 30 miliardi di dollari.
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