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Strategie di investimento

“Oro e titoli ciclici la copertura giusta per l’inflazione”

Mentre i prossimi mesi riveleranno il volto della “vera inflazione”, alla luce dei pochi dati quantitativi a disposizione, Amundi ha adottato tecniche di ricerca innovative sui big data

di Leo Campagna 27 Agosto 2020 17:45

Nell’immediato futuro non dovrebbero esserci sorprese sul fronte inflazione, tuttavia negli Stati Uniti e nella zona nel 2021 potrebbero materializzarsi alcune dinamiche rialziste per via dell’interazione tra effetti di base multipli e possibili shock nelle componenti sottostanti (alimentari, energetici esclusi, servizi).

LA COPERTURA IN CASO DI INFLAZIONE? ORO E TITOLI CICLICI


“Prevediamo una normalizzazione graduale dell’inflazione di pareggio negli USA, ovvero l’aspettativa di prezzi al consumo e il premio per il rischio del carovita, mentre in Europa non vediamo pressioni sui prezzi al consumo al punto che la Bce possa modificare la sua politica di allentamento monetario. Ma nel caso in cui esse dovessero materializzarsi, la copertura all’inflazione nei nostri portafogli sarà attuata tramite l’oro e i titoli ciclici”, rivela Monica Defend, Global Head of Research di Amundi.

IL COSTO DELLA MANODOPERA


Secondo l'esperta di Amundi sarà importante osservare il costo della manodopera, capace di alterare questo scenario di bassa inflazione e provocare un aumento destabilizzante dei rendimenti obbligazionari. “In futuro il costo salariale unitario potrebbe subire un aumento sulla scia del calo di produttività causato dal distanziamento sociale. In parallelo, però, potrebbero esserci pressioni ribassiste sulle retribuzione nel caso di un incremento persistente della disoccupazione. A tutto questo potrebbe aggiungersi un importante freno al carovita nel caso in cui l’euro continuasse a restare forte sui mercati”, spiega Defend.

I PERICOLI NEI MERCATI EMERGENTI


L’esperta di Amundi vede un potenziale pericolo anche nei mercati emergenti. È vero che il QE ha stabilizzato le condizioni finanziarie nonché i mercati valutari e quelli del reddito fisso, tuttavia, a mano a mano che la ripresa prenderà forma la massiccia liquidità potrebbe provocare un incremento dell’inflazione: ecco perché i politici dovranno usare con estrema cura la leva monetaria, in particolare in Paesi come la Turchia in cui l’inflazione è già alta.

L’INFLATION FOCUS TRACK INDEX DI AMUNDI


“Le previsioni sono ancora fluide e le ripercussioni strutturali del Covid-19 ancora difficili da decifrare e questo rende complesso fare previsioni sulle dinamiche macroeconomiche. Dal momento che i dati quantitativi a disposizione sono scarsi abbiamo adottato tecniche di ricerca innovative sui big data”, fa sapere Defend. Il riferimento è, in particolare, all’Inflation Focus Track Index che è stato sviluppato internamente da Amundi. Un indice proprietario basato su uno studio sull’inflazione finalizzato a prevedere una potenziale sorpresa al rialzo dei prezzi al consumo tramite le serie storiche settimanali, censite tramite Google Trends, di parole rilevanti riferite all’inflazione (per esempio IPC, petrolio&inflazione, oro&inflazione).

QUANDO E QUANTO L’INFLAZIONE È POPOLARE SUL WEB


“Abbiamo osservato quanto siano popolari queste parole sul web, calcolato la loro potenza statistica così da prevedere la dinamica dei prezzi. È stato poi possibile definire un quadro di riferimento in cui abbiamo mappato i periodi di tempo in cui sul web la focalizzazione sull’inflazione era alta oppure bassa”, riferisce Defend. Le attuali rilevazioni dell’indice sull’inflazione sono strutturalmente più alte rispetto a cinque anni fa a seguito degli stimoli politici. Un trend destinato probabilmente a proseguire alla luce delle aspettative di un’inflazione elevata sul lungo termine, ma che potrà risultare anche soggetto a preoccupazioni temporanee o cicliche riguardo alla crescita.
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