conti pubblici
Goldman Sachs: "Il rientro dal deficit sarà meno duro per il Sud Europa"
Goldman Sachs stima che in prospettiva Italia e Spagna dovranno procedere a aggiustamenti di bilancio per circa il 5% del PIL, ma sarà un percorso meno arduo di quello affrontato nella crisi del debito
di Virgilio Chelli 18 Agosto 2020 08:00
Il percorso di espansione fiscale intrapreso dai paesi dell’Unione Europea ha consentito una positiva stabilizzazione ma ha anche comportato un significativo aumento dei deficit pubblici, soprattutto nei paesi del Sud Europa. Almeno nell’arco dei prossimi 2-3 anni gli acquisti di titoli di Stato da parte della Bce e poi anche il Recovery Fund provvederanno a colmare il gap creato dalla spesa in deficit, ma alla fine i governi di questi paesi dovranno mettere mano agli aggiustamenti fiscali necessari per far tornare il debito a livelli di sostenibilità. Sven Jari Stehn, di Goldman Sachs Economic Research, stima in un’analisi sul tema che a un certo punto Italia e Spagna dovranno realizzare un aggiustamento cumulativo di bilancio dell’ordine del 5% del PIL per stabilizzare il rapporto con il debito ai tassi di interesse attuali.
Goldman tiene sotto esame dal 1980 i processi di consolidamento di bilancio dei Paesi OCSE proprio per mettere in prospettiva questo tipo di aggiustamenti fiscali e sulla base di questi dati storici stima che l’aggiustamento dei conti pubblici che dovranno fare i paesi del Sud Europa sia più ampio di quelli che sono stati condotti a termine, in quanto su 60 correzioni di bilancio importanti analizzate solo 10 hanno avuto una dimensione del 5% o più del PIL. L’esperto di Goldman Sachs trae tre lezioni principali dalla analisi storica condotta sulle correzioni di bilancio.
La prima è che di solito il consolidamento di bilancio va a pesare sulla crescita, soprattutto durante le recessioni, in economie relativamente chiuse. E la crescita viene penalizzata maggiormente proprio quando l’economia è più debole, il che suggerisce che i governi non dovrebbero agire troppo in fretta. La seconda lezione è che il consolidamento deve essere costruito in modo da limitare le perdite di produzione di reddito per aumentare le possibilità di successo: aggiustamenti sul lato della spesa e di dimensione contenuta spalmati su più anni pesano meno sulla crescita e hanno maggiori possibilità di successo e di migliorare la sostenibilità di bilancio.
Infine la politica monetaria, che rappresenta la chiave per limitare gli effetti negative dei consolidamenti fiscali sulla crescita e aumentare le chance di successo. In particolare, secondo Goldman Sachs, i minori danni alla crescita causati da aggiustamenti di bilancio effettuati sul lato della spesa sono in parte il risultato di una politica monetaria accomodante messa in atto durante le riduzioni di spesa.
L’esperienza storica suggerisce quindi che l’aggiustamento fiscale che prima o poi dovrà arrivare in Europa sarà un compito ‘sfidante’. Detto questo, proprio la ricerca di Goldman Sachs mostra anche che i governi possono limitare il danno alla crescita economica rimandando l’aggiustamento a quando la ripresa sarà maturata, e procedendo poi gradualmente, con riduzioni di spesa che siano accompagnati nel processo di consolidamento da una politica monetaria accomodante, in grado di attutirne gli effetti.
Ma soprattutto, Goldman Sachs ritiene che ci siano una serie di motivi per cui il futuro aggiustamento fiscal europeo possa essere più gestibile rispetto al doloroso consolidamento dei conti pubblici seguito alla crisi del debito, in primo luogo perché oggi gran parte degli aumenti di deficit riflette la debolezza dell’attività economica e una serie di spese legate al contrasto della pandemia, che sono più facili da eliminare rispetto a squilibri di bilancio accumulati nel lungo termine.
Inoltre, sottolinea l’esperto di Goldman Sachs, i progressi fatti nell’Euro area in materia di condivisione del rischio ha ridotto le pressioni di mercati sui paesi del Sud Europa, con i bassi rendimenti dei bond governativi destinati ad aiutare l’aggiustamento di bilancio. Infine la Bce, che probabilmente supporterà gli sforzi di aggiustamento di bilancio con un prolungato periodo di politica monetaria accomodante, continuando inoltre a comprare asset fino a metà del 2023.
DALLA STORIA TRE LEZIONI
Goldman tiene sotto esame dal 1980 i processi di consolidamento di bilancio dei Paesi OCSE proprio per mettere in prospettiva questo tipo di aggiustamenti fiscali e sulla base di questi dati storici stima che l’aggiustamento dei conti pubblici che dovranno fare i paesi del Sud Europa sia più ampio di quelli che sono stati condotti a termine, in quanto su 60 correzioni di bilancio importanti analizzate solo 10 hanno avuto una dimensione del 5% o più del PIL. L’esperto di Goldman Sachs trae tre lezioni principali dalla analisi storica condotta sulle correzioni di bilancio.
LIMITARE L’IMPATTO SULLA CRESCITA
La prima è che di solito il consolidamento di bilancio va a pesare sulla crescita, soprattutto durante le recessioni, in economie relativamente chiuse. E la crescita viene penalizzata maggiormente proprio quando l’economia è più debole, il che suggerisce che i governi non dovrebbero agire troppo in fretta. La seconda lezione è che il consolidamento deve essere costruito in modo da limitare le perdite di produzione di reddito per aumentare le possibilità di successo: aggiustamenti sul lato della spesa e di dimensione contenuta spalmati su più anni pesano meno sulla crescita e hanno maggiori possibilità di successo e di migliorare la sostenibilità di bilancio.
L’AIUTO DELLA POLITICA MONETARIA
Infine la politica monetaria, che rappresenta la chiave per limitare gli effetti negative dei consolidamenti fiscali sulla crescita e aumentare le chance di successo. In particolare, secondo Goldman Sachs, i minori danni alla crescita causati da aggiustamenti di bilancio effettuati sul lato della spesa sono in parte il risultato di una politica monetaria accomodante messa in atto durante le riduzioni di spesa.
ASPETTARE CHE LA RIPRESA SIA MATURATA
L’esperienza storica suggerisce quindi che l’aggiustamento fiscale che prima o poi dovrà arrivare in Europa sarà un compito ‘sfidante’. Detto questo, proprio la ricerca di Goldman Sachs mostra anche che i governi possono limitare il danno alla crescita economica rimandando l’aggiustamento a quando la ripresa sarà maturata, e procedendo poi gradualmente, con riduzioni di spesa che siano accompagnati nel processo di consolidamento da una politica monetaria accomodante, in grado di attutirne gli effetti.
COMPITO PIÙ GESTIBILE RISPETTO ALLA CRISI DEL DEBITO
Ma soprattutto, Goldman Sachs ritiene che ci siano una serie di motivi per cui il futuro aggiustamento fiscal europeo possa essere più gestibile rispetto al doloroso consolidamento dei conti pubblici seguito alla crisi del debito, in primo luogo perché oggi gran parte degli aumenti di deficit riflette la debolezza dell’attività economica e una serie di spese legate al contrasto della pandemia, che sono più facili da eliminare rispetto a squilibri di bilancio accumulati nel lungo termine.
IMPORTANTI PROGRESSI NELLA CONDIVISIONE DEL RISCHIO
Inoltre, sottolinea l’esperto di Goldman Sachs, i progressi fatti nell’Euro area in materia di condivisione del rischio ha ridotto le pressioni di mercati sui paesi del Sud Europa, con i bassi rendimenti dei bond governativi destinati ad aiutare l’aggiustamento di bilancio. Infine la Bce, che probabilmente supporterà gli sforzi di aggiustamento di bilancio con un prolungato periodo di politica monetaria accomodante, continuando inoltre a comprare asset fino a metà del 2023.
Trending