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Reddito fisso

Una ripresa troppo veloce per l'obbligazionario?

Per gli esperti di J.P. Morgan Asset Management le iniezioni di liquidità delle banche centrali hanno innescato un rapidissimo recupero degli attivi di rischio

di Chiara Merico 17 Giugno 2020 08:00

Le iniezioni di liquidità delle banche centrali stanno continuando ad alimentare il forte rally sugli attivi di rischio: in questo contesto, secondo il team Global Fixed Income, Currency and Commodities Group di J.P. Morgan Asset Management, è opportuno chiedersi se qualcosa potrà interrompere quello che ormai è diventato uno dei recuperi più veloci nella storia del reddito fisso.

CALA IL RITMO DEI DECLASSAMENTI


La salute delle aziende è stata messa a repentaglio a causa della chiusura dell’attività economica per la pandemia: i bilanci registrano un aumento dell’indebitamento, il contesto operativo è più complesso e un numero crescente di imprese rischia l’insolvenza, osserva il team, secondo cui “il ritmo dei declassamenti è rallentato dal picco della crisi, con meno dello 0,5% delle società con rating BB declassate a B nel mese di maggio, rispetto a oltre il 4% di marzo”.

ACCESSO AGEVOLE AI FINANZIAMENTI


Tuttavia, spiegano gli esperti di J.P. Morgan Asset Management, “i declassamenti potrebbero accelerare nuovamente man mano che le ripercussioni economiche del virus faranno sentire tutto il loro peso. Il recente aumento dei prezzi degli attivi ha ridotto significativamente il numero di obbligazioni scambiate con uno spread superiore a 1000 punti base (pb), comportando un più agevole accesso ai finanziamenti per le società in maggiore difficoltà”.

MINIMI TOCCATI PRIMA DEL PREVISTO


Se si guarda ai risultati del secondo trimestre, è probabile che saranno le prospettive delle società (o una mancanza di orientamento) a influenzare i mercati, anziché i risultati degli utili. “Gli investitori intanto monitorano attentamente l’andamento dell’economia, più che i livelli assoluti, e dati recenti, come quello di maggio sull’occupazione negli Stati Uniti, sembrano indicare che l’attività possa aver toccato i minimi prima del previsto”.

RECUPERO CONSISTENTE PER I CREDITI


Il rally del rischio è proseguito senza sosta, segnando uno dei recuperi più veloci della storia. “A giugno, già nei primi sette giorni di scambi, gli spread dell’High Yield globale si sono compressi di 85 pb a 591 pb, pari a un recupero del 70% dell’allargamento da inizio anno, in soli due mesi e mezzo. Più recentemente, il recupero più consistente è stato messo a segno dai crediti e dai settori che erano stati più colpiti”, spiega il team, secondo cui “agli attuali livelli di spread, il mercato sta scontando una netta inversione economica, contrariamente alla nostra aspettativa di un aumento delle insolvenze”.

FATTORI TECNICI FAVOREVOLI


Alcuni fattori tecnici sono favorevoli: le banche centrali, con politiche eccezionali come il recente programma Pepp, stanno inondando i mercati di liquidità e innescando una caccia al rendimento. “Gli investitori retail sono tornati in massa sul mercato dell’High Yield: dopo deflussi per oltre 20 miliardi di dollari Usa nel primo trimestre, dall’inizio del secondo trimestre i fondi statunitensi High Yield hanno registrato afflussi per 46 miliardi. Sebbene in modo più attenuato, i flussi dei fondi europei High Yield hanno seguito la stessa tendenza”.

IL RALLY CONTINUA A INFURIARE


Tutto questo porta gli esperti di di J.P. Morgan Asset Management a chiedersi se il rally si sia spinto troppo in là e troppo in fretta. “Fintanto che i fattori tecnici continueranno a prevalere (e non ci aspettiamo che le banche centrali ridimensioneranno a breve le politiche monetarie accomodanti), è improbabile che i livelli di valutazione assoluti scoraggino gli investitori. Al contrario, l’insorgenza di eventuali catalizzatori capaci di interrompere questa contrazione degli spread sarà con molta probabilità determinata dai fondamentali”. Sullo sfondo restano i rischi legati alla possibilità di una seconda ondata di contagi, di un'escalation delle tensioni commerciali tra Stati Uniti e Cina o una brusca inversione dei dati economici, che potrebbero iniziare a sorprendere al ribasso anziché al rialzo: ma nel frattempo, con gli interventi delle banche centrali, il rally degli attivi di rischio infuria.
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