beni rifugio
Coronavirus, il panico affonda le Borse in tutto il mondo
Pesanti perdite sui listini asiatici, con molte Borse chiuse per il capodanno cinese: anche le piazze europee risentono della paura per il virus, mentre volano i beni rifugio
di Chiara Merico 27 Gennaio 2020 09:41
La paura per la diffusione del coronavirus cinese trascina al ribasso e Borse di tutto il mondo. Piazza Affari ha aperto la seduta in pesante calo, con il Ftse Mib che ha iniziato le contrattazioni in ribasso dell’1,07% a 23.713 punti. Il listino milanese ha poi recuperato nel corso della mattinata, complice il calo dello spread dovuto ai risultati delle elezioni regionali.
Male anche le principali piazze finanziarie europee, con Londra che ha aperto in ribasso dell’1,6% a 7.464 punti. Francoforte ha ceduto in avvio l’1,43% a 13.375 punti e Parigi l’1,65% a 5.922 punti.
Gli effetti più pesanti si sono fatti ovviamente sentire sulle piazze asiatiche. Tokyo ha perso il 2% mentre tra i pochi altri listini aperti in Asia, quello di Giakarta ha ceduto l’1,5% mentre la Borsa di Bangkok ha perso il 2,9%. Restano chiusi per le festività legate al Capodanno cinese molti listini, tra cui quelli di Cina, Corea del Sud, Hong Kong e Australia: le Borse cinesi probabilmente resteranno chiuse fino a lunedì prossimo, dopo che le autorità di Pechino hanno deciso di prolungare le festività di tre giorni, fino al 2 febbraio, per cercare di contenere l’epidemia di coronavirus.
La paura degli effetti del contagio si è fatta sentire anche sullo yuan offshore, che ha perso tutti i rialzi messi a segno nell’ultimo mese sul dollaro, in scia all’accordo commerciale, e ora scambia a 6,97.
La paura del coronavirus ha portato gli investitori a spostarsi sempre più verso beni rifugio come oro, titoli di Stato Usa e yen. Il petrolio scivola ai minimi da ottobre, con il Wti che cede il 2,1% a 53 dollari e Brent il 2% a 59,45 dollari. I futures sul ferro cedono il 6,6%, quelli sul rame l’1,7% e sul palladio il 2,5%. Tra i beni rifugio salgono le quotazioni dell’oro (+1,1% a 1.578 dollari, al top da due settimane), dello yen (a 120,3 sull’euro, +0,5%) mentre il rendimento dei Treasury Usa è sceso all’1,65%, ai minimi da ottobre.
E già ci sono le prime proiezioni sull’impatto che la diffusione del virus potrebbe avere sul Pil cinese, che secondo la National Australia Bank potrebve perdere un punto percentuale già nel primo trimestre. A pesare è soprattutto il calo delle spese dei cinesi per trasporti e divertimenti: i consumi interni sono infatti una voce sempre più importante per l’economia di Pechino.
MALE TUTTA L’EUROPA
Male anche le principali piazze finanziarie europee, con Londra che ha aperto in ribasso dell’1,6% a 7.464 punti. Francoforte ha ceduto in avvio l’1,43% a 13.375 punti e Parigi l’1,65% a 5.922 punti.
TRACOLLO IN ASIA
Gli effetti più pesanti si sono fatti ovviamente sentire sulle piazze asiatiche. Tokyo ha perso il 2% mentre tra i pochi altri listini aperti in Asia, quello di Giakarta ha ceduto l’1,5% mentre la Borsa di Bangkok ha perso il 2,9%. Restano chiusi per le festività legate al Capodanno cinese molti listini, tra cui quelli di Cina, Corea del Sud, Hong Kong e Australia: le Borse cinesi probabilmente resteranno chiuse fino a lunedì prossimo, dopo che le autorità di Pechino hanno deciso di prolungare le festività di tre giorni, fino al 2 febbraio, per cercare di contenere l’epidemia di coronavirus.
LO YUAN PAGA DAZIO
La paura degli effetti del contagio si è fatta sentire anche sullo yuan offshore, che ha perso tutti i rialzi messi a segno nell’ultimo mese sul dollaro, in scia all’accordo commerciale, e ora scambia a 6,97.
VOLANO I BENI RIFUGIO
La paura del coronavirus ha portato gli investitori a spostarsi sempre più verso beni rifugio come oro, titoli di Stato Usa e yen. Il petrolio scivola ai minimi da ottobre, con il Wti che cede il 2,1% a 53 dollari e Brent il 2% a 59,45 dollari. I futures sul ferro cedono il 6,6%, quelli sul rame l’1,7% e sul palladio il 2,5%. Tra i beni rifugio salgono le quotazioni dell’oro (+1,1% a 1.578 dollari, al top da due settimane), dello yen (a 120,3 sull’euro, +0,5%) mentre il rendimento dei Treasury Usa è sceso all’1,65%, ai minimi da ottobre.
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L’IMPATTO SUL PIL CINESE
E già ci sono le prime proiezioni sull’impatto che la diffusione del virus potrebbe avere sul Pil cinese, che secondo la National Australia Bank potrebve perdere un punto percentuale già nel primo trimestre. A pesare è soprattutto il calo delle spese dei cinesi per trasporti e divertimenti: i consumi interni sono infatti una voce sempre più importante per l’economia di Pechino.
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