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Idee di investimento - Obbligazioni - 13 gennaio 2020

Per conoscere la forza del mercato obbligazionario saranno da seguire le prossime operazioni sui bond subordinati. Intanto l’Ue diventa il vero punto di riferimento internazionale per le attività “verdi”

di Redazione 13 Gennaio 2020 09:27

IL TEST DEL MERCATO? LE PROSSIME OPERAZIONI SUBORDINATE


Secondo Eoin Walsh, portfolio manager di TwentyFour Asset Management (gruppo Vontobel Asset Management), sebbene la caccia al rendimento sia destinata a proseguire nelle prossime settimane, il vero misuratore dell’ampiezza della domanda del mercato lo potrebbero fornire le prossime operazioni subordinate. Per esempio, come si legge nell’articolo Inizio d’anno positivo per le obbligazioni, ma attenzione ai prossimi test, Santander ha appena annunciato una nuova operazione di "contingent convertible" o "CoCo’" che costituisce capitale Tier 1. Nel febbraio del 2019 la prima banca spagnola decise di non esercitare la “call option” e di non richiamare il bond, che ha una cedola del 6,25% valutando che fosse più conveniente estendere la durata del bond perpetuo, su cui pagava tassi inferiori a quelli del mercato in quel momento: i tassi che sarebbero stati applicati su una nuova obbligazione simile. “Sembra che quest’anno l’istituto sia invece intenzionato a farlo: se così fosse sarebbe un buon indicatore dell’appetito del mercato”, conclude Walsh.

MILLE MILIARDI CON IL “GREEN NEW DEAL”


Intanto il momento sembra propizio per gli investimenti sostenibili. “Si può effettivamente dire che la tassonomia Ue stia arrivando al momento giusto per fornire il perimetro d’azione all’interno del quale inserire anche altre iniziative di più ampio respiro”, precisa nell’articolo Economia green, l’Unione europea introduce le istruzioni per l’uso David Czupryna, head of Esg client portfolio management di Candriam. “Si pensi al ‘Green New Deal’ della Commissione Von der Leyen, che mira a incanalare 1.000 miliardi di euro di investimenti verdi entro il 2030; sembra auspicabile che questi investimenti si concentrino su attività in linea con la tassonomia”. Inoltre, la tassonomia può essere uno spunto di riflessione sia per la Bce che per il suo nuovo presidente sul ruolo che una Banca centrale può avere nella transizione energetica. “Possiamo quindi immaginare, o addirittura sognare, che la Banca centrale, nel suo ruolo prudenziale, un giorno dirigerà le risorse delle banche dell’Ue al di fuori di settori con elevate emissioni di gas a effetto serra, e che limiterà le sue operazioni di mercato in titoli non compatibili con la tassonomia”, aggiunge Czupryna. La tassonomia, per essere efficace, dovrà trovare un’applicazione concreta. A questo proposito, un passo importante è la creazione di una etichetta europea per gli investimenti sostenibili, prevista per il 2021. “Si tratta di un progetto ambizioso, che per avere un impatto effettivo dovrà essere applicato da un numero sufficiente di investitori”, spiega Czupryna. “Senza aver la pretesa di cercare di armonizzare il già affollato settore dei marchi europei per gli investimenti sostenibili, dovrebbe concentrarsi principalmente sugli aspetti ambientali”. Per contrastare il cambiamento climatico c’è ancora molta strada da fare. La tassonomia è un buon punto di partenza purché mantenga, nel contempo, un approccio deciso su altri obiettivi come la conservazione della biodiversità o la riduzione dell’inquinamento.

I CRITERI SRI DI ALLIANZGI


In quest’ottica, Allianz Global Investors ha ampliato l’offerta con il riposizionamento della propria gamma core multi asset fra le strategie di investimento SRI (Investimenti sostenibili e responsabili). I tre fondi in questione – Allianz Global Investors Fund – Allianz Dynamic Multi Asset Strategy 15, 50 e 75 – mantengono le rispettive caratteristiche in termini di asset allocation strategica, processo di investimento, esposizione geografica e gestione del rischio, ma con un approccio sostenibile. I fondi vantano un volume complessivo di 2,2 miliardi di euro e restano sotto la responsabilità di Marcus Stahlhacke, head of retail active allocation di AllianzGI. Come si legge nell’articolo AllianzGI sempre più green, ampliata l’offerta SRI, il portafoglio “core” dei fondi DMAS sarà gestito secondo l’approccio SRI di AllianzGI e prevede un’allocazione variabile in azioni globali. L’obiettivo è aumentare la qualità sotto il profilo ESG, con l’aggiunta di investimenti “satellite”, per esempio nei mercati emergenti azionari e obbligazionari. La politica di gestione mira a privilegiare soluzioni SRI anche per questi investimenti “satellite”, nel caso fossero disponibili e in linea con i criteri di selezione.

APPROCCIO BILANCIATO


E che anche per gli investitori che prediligono il reddito fisso sia da preferire un portafoglio bilanciato se ne ha conferma nell’articolo Cina, il 2020 promette più stimoli e più crescita. Nell’attuale contesto, osserva Louisa Lo, head of Greater China equities di Schroders, “stiamo adottando un approccio bilanciato in tutte le nostre strategie sulla Cina. Restiamo focalizzati sui business orientati verso l’economia domestica, che crediamo trarranno beneficio dalla crescita di medio termine del Paese. La nostra preferenza resta per aziende consumer con esposizione all’upgrade dei consumi, energia rinnovabile, farmaceutici, assicurazioni e nomi selettivi nelle telecomunicazioni, internet e 5G”.
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