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Idee di investimento - Obbligazioni - 21 ottobre 2019

Nel reddito fisso oggi la sicurezza si paga con rendimenti negativi. Ma i titoli di Stato restano un baluardo per stabilizzare i portafogli, mentre torna l’interesse estero sui Btp, in attesa del nuovo Btp Italia

di Redazione 21 Ottobre 2019 10:14

RENDIMENTI SEMPRE PIU’ SCHIACCIATI VERSO IL BASSO


“Se si considera che le obbligazioni costituiscono storicamente l’alternativa alle azioni, il calo dei tassi nell’ultimo decennio ha reso tale alternativa sempre meno interessante”, specifica nell’articolo Zest: “Obbligazioni, la sicurezza si paga con rendimenti negativi" Alberto Conca, responsabile investimenti di Zest SA. Il quale suggerisce mettere a confronto i rendimenti degli utili delle azioni Usa (cioè l’inverso del rapporto prezzo / utili) con i tassi del Treasury decennale americano ed il rendimento dei dividendi (dividend yield) per verificare come le cedole azionarie siano ora più generose dei rendimenti dei governativi. I molteplici timori per le guerre commerciali, per le tensioni geopolitiche e per la crescita dell’economia a livello globale, hanno determinato una costante discesa dei rendimenti obbligazionari. Una situazione che in Europa risulta ancora più accentuata rispetto agli Stati Uniti. Basti pensare che con le sole eccezioni di Grecia e Italia, tutti i titoli di stato della zona euro con scadenza 5 anni evidenziano assi di rendimento negativi. “Ne consegue che il risparmiatore che volesse uscire dal mercato azionario ed investire in titoli governativi dell’area euro avrebbe la certezza di perdere soldi per i prossimi 5 anni. Per questa ragione siamo convinti che l’illusione della sicurezza obbligazionaria abbia un costo troppo elevato”, puntualizza Conca.

RENDIMENTI SEMPRE PIU’ SCHIACCIATI VERSO IL BASSO


Tuttavia, nonostante il significativo calo dei rendimenti da inizio anno, i titoli di stato a lungo termine possono svolgere un ruolo sempre più importante come allocazione difensiva negli investimenti. Lo ribadisce il team global fixed income, currency and commodities group di J.P. Morgan Asset Management nell’articolo J.P. Morgan AM: “Titoli di Stato a lungo termine baluardo insostituibile nei portafogli”. Ecco in estrema sintesi la tesi: “Qualora le dispute tra Washington e Pechino non dovessero incanalarsi in un percorso più conciliante tra le parti, le implicazioni derivanti dalla guerra commerciale rischiano di proseguire nel loro percorso che penalizza l’economia, proprio in una fase già critica di fine ciclo. E presto, a risentirne in negativo, saranno anche gli utili aziendali e la spesa al consumo, due fattori che finora hanno evidenziato una sostanziale stabilità risultando di supporto ai mercati. Se questo contesto dovesse materializzarsi, gli attivi più rischiosi potrebbero risultare esposti a continue pressioni negative. In quest’ottica, nonostante la costante riduzione registrata dai rendimenti, i titoli di Stato a lungo termine potrebbero svolgere un ruolo sempre più importante come allocazione difensiva nei portafogli degli investitori” spiega il team. E tra i governativi più gettonati i Treasury Usa recitano un ruolo di primo piano anche perché tra i pochi titoli di stato di Paesi "core" con tassi in territorio positivo sebbene la domanda di duration – cioè di titoli a medio lungo termine – stia facendo scendere rapidamente anche i loro rendimenti.

TORNA L’INTERESSE ANCHE SUI BTP


E, sulla scia della caccia al rendimento nel mercato obbligazionario, a beneficiarne sono anche i Btp. Tra giugno e agosto, secondo il bollettino economico mensile della Banca d’Italia, si è registrato un “forte aumento della domanda estera”. Nei primi otto mesi gli investitori esteri hanno effettuato acquisti netti di titoli italiani per 98 miliardi di euro, di cui 81 in titoli pubblici, pari all’ammontare delle emissioni nette del Tesoro. Come si legge nell’articolo Btp, torna l’appetito degli investitori stranieri, a contribuire a questo andamento è stata la riduzione dell’incertezza percepita dagli operatori circa gli orientamenti della politica economica e quelli nei riguardi delle istituzioni europee. Il premio per il rischio di ridenominazione del debito pubblico – sottolinea la banca centrale – si è riportato sui livelli della prima metà del 2018. Il calo dei rendimenti sovrani ha determinato una significativa diminuzione del costo della raccolta bancaria all’ingrosso, che è sceso sui valori dell’inizio del 2018, e dei rendimenti delle obbligazioni delle imprese. Si è lievemente ridotto il costo dei prestiti alle imprese e alle famiglie, aggiunge la Banca d’Italia.

BTP ITALIA TUTTO PRONTO PER LA NUOVA EMISSIONE


Il ritorno di interesse estero sul debito italiano, come dimostra l’ottima domanda registrata durante le aste dell’ultimo mese, può favorire la raccolta anche del nuovo Btp Italia che, secondo gli analisti, con una cedola allo 0,60% è interessante. Venerdì il Tesoro ha annunciato che il tasso reale – cioè al netto dell’inflazione italiana – annuo minimo garantito del nuovo Btp Italia a 8 anni è pari allo 0,60% , mentre il tasso reale annuo definitivo sarà comunicato nella mattinata del 23 ottobre. Come viene illustrato nell’articolo Btp Italia, come orientarsi in vista dell’emissione del 21 ottobre, il nuovo Btp Italia avrà cedole semestrali indicizzate all’indice dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati, a cui si aggiunge il pagamento del recupero dell’inflazione maturata nel semestre con una garanzia in caso di deflazione: le cedole effettivamente pagate non potranno risultare comunque inferiori al tasso reale garantito definitivo. Il rimborso del capitale è in unica soluzione a scadenza con un premio fedeltà, ma soltanto per coloro che acquistano all’emissione durante la fase del collocamento dedicata ai risparmiatori individuali e conservano il titolo fino a scadenza.

IL CONTRIBUTO DELLE STRATEGIE ALTERNATIVE


Infine, una considerazione su cui riflettere la offre Esty Dwek, head of global market strategy, dynamic solutions di Natixis, nell’articolo Natixis: “Mercati al rialzo, ma in un contesto di maggiore volatilità”. “Non escludiamo affatto che le asset class di rischio possano muoversi al rialzo e, di conseguenza, restiamo al momento esposti, ma al contempo siamo convinti che possano esserci correzioni a breve termine in un contesto di maggiore volatilità”, puntualizza l’esperta. Per tutte queste ragioni, la raccomandazione finale di Dwek è che per implementare una efficace diversificazione di portafoglio, è bene tenere nelle dovuta considerazione le strategie absolute return flessibili e quelle a rendimento assoluto, come quelle alternative liquid . “In un ambiente nel quale c’è molta incertezza sulle aspettative di rendimento che potranno produrre le asset classi tradizionali, le strategie alternative possono fornire un valido contributo”, conclude l’esperta.
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