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Fidelity: “Cambio di rotta sui dazi, ma resta volatilità su azionario cinese”

Senza un accordo completo l’azionario cinese rimarrà esposto alla volatilità, spiega Raymond Ma ricordando che Pechino ha introdotto una serie di misure per stimolare l’economia

di Antonio Cardarelli 15 Ottobre 2019 15:39
financialounge -  dazi Fidelity Raymond Ma volatilità

I passi in avanti nella trattativa sui dazi hanno portato una schiarita sui mercati, ma forse non è ancora il momento di cantare vittoria. O almeno, come spiega Raymond Ma, Portfolio Manager, FF China Consumer Fund di Fidelity International, sarebbe prematuro credere che la questione sia magicamente stata cancellata dalla lista delle tensioni geopolitiche in grado di ripercuotersi negativamente sull’economia globale.

LA FASE UNO SUI DAZI


Quanto accaduto la scorsa settimana è noto. Stati Uniti e Cina hanno chiuso la prima fase di un accordo commerciale che il Presidente degli Stati Uniti Trump e il suo omologo cinese Xin Jingping potrebbero ratificare il mese prossimo, probabilmente in Cile. L’intesa prevede un aumento significativo di acquisti di materie prime agricole statunitensi da parte della Cina, che inoltre accetterebbe alcune misure relative alla proprietà intellettuale, servizi finanziari e valute. In cambio, gli Stati Uniti ritarderanno l'aumento delle tariffe inizialmente previste per metà ottobre, anche se gli aumenti di dicembre per ora restano in vigore.

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I RISVOLTI PER GLI INVESTITORI


Ma cosa significa questo accordo preliminare per gli investitori? Secondo Raymond Ma questa “fase uno” rappresenta “un significativo cambiamento di rotta dopo mesi di guerra commerciale tra le due parti”. “Tuttavia – commenta l’esperto di Fidelity - ritengo che il tema dei rapporti commerciali tra Cina e Stati Uniti continuerà ancora a popolare l'agenda politica internazionale, e fino a che non ci sarà un accordo completo tra le due parti l'azionario cinese rimarrà esposto a fasi di volatilità. Per sostenere la crescita economica, il governo cinese ha introdotto una serie di misure di stimolo quali progetti infrastrutturali, tagli fiscali e riforme sul lato dell'offerta, e potrebbe altresì introdurre misure a più rapida attuazione (ad es. tasse automobilistiche, sussidi per gli elettrodomestici) con particolare riferimento ad alcuni settori industriali selezionati”.
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