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Trimestrali Usa: utili in frenata, ma pronti a ripartire a fine 2019

Mentre i top manager sono preoccupati per gli impatti sui margini per le guerre commerciali e per l'incertezza economica, le previsioni sui profitti aziendali per il IV trimestre sono positive

di Redazione 9 Ottobre 2019 14:13

Tra questa e la prossima settimana entrerà nel vivo la nuova stagione delle trimestrali Usa relative ai profitti delle aziende dal primo luglio al 30 settembre. Le previsioni degli analisti censiti da Refinitiv (gruppo Thomson Reuters) segnalano una contrazione degli utili delle compagnie dell’indice S&P 500 del 2,7% a cui però dovrebbe seguire un quarto trimestre 2019 in recupero (+3,9%) e, soprattutto, un 2020 di nuovo in accelerazione (+11,2%). Come dire che, con il mese di settembre, il peggio per le corporation Usa dovrebbe essere alle spalle e con esso anche la fase più critica per l’economia statunitense.


INDAGINE SU 755 TOP MANAGER INTERNAZIONALI


Pertanto le aspettative preoccupate sulla crescita dei ricavi, dei profitti e dei piani di espansione aziendali dovrebbero ormai appartenere al passato. A rivelare questi timori era stata la consueta indagine trimestrale dell’Association of International Certified Professional Accountants, l’associazione dei commercialisti professionisti certificati internazionali, che ha intervistato i CFO (Chief Financial Officer), i CEO, i controller e altri dirigenti contabili, per un totale di 755 top manager , principalmente negli Stati Uniti.


OTTIMISMO SULL’ECONOMIA A LIVELLO PIU’ BASSO DA TRE ANNI


In quella indagine, il 42% degli intervistati si è dichiarato ottimista sulle prospettive dell'economia domestica nei prossimi 12 mesi, il livello più basso dal terzo trimestre 2016.

[caption id="attachment_146543" align="alignnone" width="400"]Fonte: Association of International Certified Professional Accountants Fonte: Association of International Certified Professional Accountants[/caption]

L’IMPATTO NEGATIVO DELLE GUERRE COMMERCIALI


In parallelo, il (CPA) Certified Public Accountant Outlook, che misura diverse aree di sentiment per valutare l'attività commerciale e la forza economica, ha evidenziato un calo anno su anno delle aspettative per ogni categoria, comprese le prospettive di crescita dei ricavi, dei profitti, della formazione e sviluppo, dei piani di espansione e dell’occupazione.
Il 45% degli intervistati ha dichiarato che il conflitto commerciale globale ha avuto un impatto negativo sulle loro attività nell'ultimo anno. Di quel gruppo, il 16% ha dichiarato di aver avuto un impatto significativo o moderato dalle tensioni commerciali.


COSA POTREBBE TRASFORMARE GLI ULTIMI DATI IN UN TREND


"Questo calo di ottimismo potrebbe trasformarsi in una vera e propria tendenza nel caso in cui proseguissero le tensioni commerciali globali e i timori della Brexit”, ha dichiarato in un’intervista Bob Sannerud, presidente dell’Americas Regional Advisory Panel e CFO di Life Link III, una compagnia di trasporto aereo medico di Minneapolis.

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PERICOLI PER L’OCCUPAZIONE?


Sempre secondo l'indagine sulle prospettive economiche, la più grande sfida che le aziende stanno riscontrando nel terzo trimestre è la disponibilità di personale qualificato. Tuttavia quella sfida, che è risultata la priorità per nove trimestri consecutivi, rischia di essere declassata nelle priorità qualora l'ottimismo dei top manager dovesse continuare a scendere. Nell'ultimo sondaggio, l'ottimismo sull'occupazione è sceso al livello più basso dalla fine del 2016: il 60% degli intervistati ha infatti dichiarato di avere il numero appropriato di dipendenti o – addirittura- troppi dipendenti, la percentuale più alta dalla fine del 2017.


MA I DATI SUL LAVORO USA DI SETTEMBRE SONO SOLIDI


Preoccupazioni che, almeno per il momento, sono soltanto ipotesi dal momento che i dati presentati venerdi scorso parlano di 136.000 nuovi posti di lavoro in America, un numero in linea con la media degli ultimi anni (intorno alle 140 mila unità al mese) e che ha portato il tasso di disoccupazione al 3,5%, sui minimi del dopoguerra, con una crescita delle retribuzioni al 2,9 per cento.
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