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Il sostegno della politica a Draghi aiuta spread e banche a Milano

Dopo le dichiarazioni politiche sul capo della BCE i mercati apprezzano lo scampato pericolo di uno scontro con la Banca Centrale. E i titoli bancari, con gli stress test in vista, potrebbero aver già prezzato tutte le notizie negative.

29 Ottobre 2018 12:01
financialounge -  BCE draghi spread https://www.flickr.com/photos/europeancentralbank/43734522150/

Non è solo l’effetto Standard & Poor’s a sostenere l’avvio dell’ultima settimana di un ottobre a dir poco turbolento sul mercato finanziario italiano. Sicuramente fa la sua parte la conferma del rating da parte dell’agenzia americana, ma il clima più disteso su Borsa e spread riflette anche due altri fattori.

DICHIARAZIONI DI FIDUCIA


Il primo e più importante è costituito dalle dichiarazioni di fiducia e di supporto al presidente della Banca Centrale Mario Draghi, che era stato accusato di non ‘tifare’ Italia, da parte del ministro del Tesoro e dal ministro dell’Interno. Più scontato quello del primo, molto meno, e forse per questo più apprezzato dal mercato, il secondo. Mettere in discussione l’indipendenza della Banca Centrale non è mai una buona idea perché va a minare la fiducia del mercato, come ha spiegato con lucida razionalità lo stesso Draghi giovedì scorso.

La tentazione pericolosa di incolpare Fed e BCE


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LONTANO IL RISCHIO DI AUMENTI DI CAPITALE


Il secondo è la percezione, ormai diffusa tra investitori e osservatori, che i titoli bancari italiani abbiano ormai prezzato lo scenario peggiore. Sono in arrivo gli stress test dell’Eba sulle principali banche del Paese, che rispecchieranno indubbiamente le difficoltà incontrate dal settore da maggio in poi, che si sono prezzate in un calo dell’indice di riferimento di ben oltre il 30%.

AUMENTI DI CAPITALE


Le quotazioni dovrebbero aver già scontato sorprese negative. E anche nello scenario peggiore siamo ancora lontani da una situazione che possa richiedere aumenti di capitale, a causa dell’erosione dei coefficienti patrimoniali causata dall’allargamento dello spread, che è la cosa che fa più paura agli investitori.

DEBOLEZZA DELLE BANCHE, UN TEMA EUROPEO


E poi va sottolineato che la debolezza delle banche non è un tema solo italiano. Il credito ha urgente bisogno di riforme a livello europeo per dare alla crescita, che per fortuna ancora c’è, basi solide e durature. E’ vero che le banche italiane sono impiombate dallo spread che si mangia il più importante coefficiente patrimoniale di vigilanza, l’ormai famoso CET1, e in Borsa sono sotto un 37% dai massimi dell’anno.

GLI INDICI BANCARI IN EUROPA


Ma quelle del resto d’Europa non se la passano troppo meglio visto che lo STOXX® Europe 600 Banks dal picco di inizio gennaio segna -22,5%. A differenza di quelle americane, le banche europee non sono ancora riuscite a gettarsi alle spalle gli effetti della crisi finanziaria iniziata quasi 10 anni fa.
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