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Banca Centrale Cina

Cina, turbolenze in arrivo e pressioni sullo yuan

Il rallentamento della crescita è solo l’inizio di una fase complicata, che può spingere le autorità a misure di stimolo, ma il rischio è che i mercati non le giudichino sufficienti: l’analisi di Schroders.

26 Ottobre 2018 14:37

Il rallentamento più accentuato del previsto della crescita del PIL cinese nel terzo trimestre, passata dal 6,7% del secondo al 6,5%, ha rappresentato solo un’anteprima di ciò che ci attende in futuro, aggiungendosi ai diversi segnali che sollevano preoccupazioni sull’outlook economico. L’avvertimento arriva da Craig Botham, Economist per gli Emerging Markets di Schroders, secondo cui la lettura del dato ha spaventato i mercati e spinto i rappresentanti delle varie istituzioni a promettere sostegno all’economia. Ma, secondo Botham, un rallentamento ulteriore resta probabile, perché l’effetto della guerra dei dazi deve ancora manifestarsi mentre il settore immobiliare sta iniziando ad indebolirsi, come previsto da tempo. In aggiunta, la capacità delle autorità di adottare misure di sostegno potrebbe essere soggetta a più vincoli di quanto si pensi.

IL DILEMMA DEI POLICYMAKERS


Nel complesso, secondo l’esperto di Schroders, l’outlook della crescita non è affatto positivo. I rappresentanti delle istituzioni, come il Ministro dell’Economia Liu He, e il governatore della banca centrale Yi Gang, hanno lanciato un appello a mantenere la calma e promesso misure di sostegno. Ma la prospettiva di un rinnovato stimolo monetario e fiscale, sicuramente ben accetta ai mercati, potrebbe incontrare vincoli e ostacoli. La Banca Centrale, ad esempio, continua ad affermare che adotterà una politica monetaria neutrale e che non svaluterà lo yuan, portando così a escludere la possibilità di una consistente iniezione di liquidità. Anche il Ministero delle Finanze rimane cauto sulla prospettiva di ulteriori stimoli fiscali, in quanto le misure adottate finora sono state semplicemente un’accelerazione delle spese previste.

I VINCOLI LIMITANO NUOVI STIMOLI


Botham osserva che nel caso della Banca Centrale, il vincolo è rappresentato dal timore che inondare di liquidità il sistema metta sotto pressione lo yuan e comprometta gli sforzi fatti finora per ridurre rischi e indebitamento. Inoltre il Ministero delle Finanze è probabilmente ben consapevole del debito delle amministrazioni locali, di recente stimato da S&P a 6.000 miliardi di dollari, che accrescerebbe enormemente il carico complessivo di debito pubblico, rendendo rischiose ulteriori misure di stimolo fiscale. L’economista di Schroders passa ad analizzare i dati sul PIL, che mostrano che il rallentamento deriva principalmente dal contributo ridotto alla crescita da parte dei consumi finali, mentre investimenti ed esportazioni nette sono rimasti apparentemente stabili.

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REAL ESTATE IN DIFFICOLTÀ


L’esperto vede segnali incoraggianti arrivare dagli investimenti in infrastrutture, anche se ancora in contrazione, perché la pressione sugli enti locali ad accelerare i progetti sta avendo effetto. Ma nota che dal 2019 saranno necessari nuovi stimoli fiscali. Nonostante gli investimenti in infrastrutture stiano tornando, ci sono segni che il settore immobiliare stia iniziando a collassare, a fronte di condizioni del credito più rigide. I mutui e le compravendite stanno rallentando, insieme agli investimenti in real estate hanno decelerato. Gli investimenti manifatturieri hanno resistito, ma dovranno probabilmente affrontare venti contrari quando i dazi inizieranno a farsi sentire. Nel complesso, l’outlook per gli investimenti è ancora difficile.

PRESTO SI SCARICHERÀ L’IMPATTO DEI DAZI


Sul fronte della guerra dei dazi, l’accumulo di scorte alla fine di settembre ha probabilmente contribuito a sostenere i flussi commerciali cinesi, ma Botham si aspetta che i dati di ottobre mostrino un marcato rallentamento, con un impatto negativo non solo sulle esportazioni nette e di conseguenza sulla crescita, ma anche sulla produzione industriale e sugli investimenti manifatturieri.  In conclusione, l’economista di Schroder si aspetta che i timori legati alla stabilità finanziaria e alla disoccupazione faranno scattare nuovi stimoli, ma non abbastanza incisivi da soddisfare le aspettative dei mercati. Quindi sono in arrivo nuove turbolenze sui mercati e un’ulteriore pressione sullo yuan.
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