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Idee di investimento – Obbligazioni – 1 ottobre 2018

Mentre l’industria del risparmio gestito dovrà fare i conti con due temibili concorrenti (tassi più alti e immobiliare in ripresa) si delineano opportunità nei bond societari e nel debito emergente.

1 Ottobre 2018 08:57

CERCASI LEADERSHIP AL DI FUORI DEGLI USA


Affinché possa delinearsi una nuova leadership sui mercati, è indispensabile un cambiamento a livello di fondamentali al di fuori degli USA, con l’Europa e i mercati emergenti in grado di evidenziare condizioni macroeconomiche più convincenti e stabili. Ma, come ha modo di argomentare nell’articolo Hatheway (GAM): “L’inflazione imprevista è il pericolo maggiore Larry Hatheway capo economista di GAM Investments, almeno per il momento, non c’è nessuna evidenza di questo, soprattutto nei mercati emergenti, dove l’aumento dei premi al rischio e un costo del capitale più elevato stanno compromettendo la crescita. La stabilizzazione del dollaro ha creato una tregua ma le valute dei mercati emergenti restano deboli con la conseguenza che i premi per il rischio di credito e di inflazione per le emissioni dei paesi in via di sviluppo tendono a lievitare.

DOLLARO, POSSIBILE UN NUOVO APPREZZAMENTO


Uno degli osservati speciali resta il dollaro americano previsto in indebolimento dal  consensus prevalente degli analisti valutari. UBS, in controtendenza, reputa invece possibile che il fixing eur/USD possa spingersi a 1,10 entro 3 mesi. Come spiegato nell’articolo Dollaro, perché il fixing con l’euro può spingersi verso 1,10, se ciò accadesse, significherebbe che c’è spazio per un ulteriore apprezzamento del 5,5% circa del biglietto verde rispetto alla moneta unica. Tenendo conto che i titoli di stato americani con scadenza 2 anni offrono attualmente un rendimento del 2,7%, si potrebbe aspirare ad un rendimento lordo del 6,2% trimestrale da far invidia a molti potenziali guadagni nel mercato azionario ma con un profilo di rischio molto inferiore. Ovviamente, se si materializzasse invece la tesi prevalente, che ipotizza un dollaro in calo rispetto all’euro, l’investitore contabilizzerebbe una perdita che potrebbe attestarsi intorno ai cinque punti percentuali.

RISPARMIO GESTITO ALLE PRESE DI TASSI IN RIALZO E IMMOBILIARE


Il dollaro potrebbe essere sostenuto pure dai tassi USA in graduale rialzo. A proposito di questo, il nuovo contesto internazionale vede uno strutturale rialzo dei tassi del mercato obbligazionario, in particolare in Italia (complice la situazione politica conflittuale tra il governo Lega – 5Stelle e Ue). In parallelo sta tornando l’appeal dell’immobiliare. Come rivelato nell’articolo Tassi in rialzo e immobiliare, due parametri da osservare con attenzione, uno studio di Tecnocasa ha rivelato che è in costante crescita negli ultimi 5 anni l’inclinazione da parte degli investitori in immobili a optare per un impiego per investimento. Per la precisione, nel 2018 a livello nazionale il 17,9% delle compravendite è stato per uso investimento: una percentuale in costante crescita negli ultimi cinque anni e che vede l’attuale quota confrontarsi con il 16,3% del 2014. Questo trend è ancora più marcato nella città di Milano, dove tra il 2014 ed il 2018 tale percentuale è balzata dal 13,8% al 24,3%. Come dire che l’industria italiana del risparmio gestito dovrà vedersela nei prossimi mesi con due formidabili concorrenti tornati ad attrarre i risparmiatori: il mercato obbligazionario e quello immobiliare.

DEBITO EMERGENTE, UN AIUTO DALLA FED


Ma c’è anche chi ipotizza che, dopo il rialzo dei tassi della scorsa settimana, il terzo del 2019, la Fed potrebbe astenersi fino a dicembre. È questa la previsione, piuttosto contrarian rispetto al consensus di mercato, formulata nell’articolo Fed in “pausa” a dicembre? Un’ottima notizia per emergenti e credito da Carl Eichstaedt, fixed income portfolio manager di Western Asset, affiliata Legg Mason. In ogni caso, Carl Eichstaedt, che vanta oltre vent’anni di esperienza nei mercati obbligazionari, tiene a sottolineare come l’attuale situazione dei mercati emergenti sia profondamente diversa di quella osservata nelle crisi precedenti. “I mercati emergenti, in generale, hanno saputo ridurre la loro dipendenza dal debito in dollari e, anche per questo, dal nostro punto di vista, continuano ad avere lo stesso appeal di sempre, nonostante ci siano dei rischi specifici per singoli paesi (in particolare Turchia e Argentina)” specifica l’esperto. Per quanto riguarda le preferenze del team, in portafogli come quello del fondo Legg Mason Western Asset US Core Bond, trovano spazio esposizioni verso le emissioni di Brasile, Messico, Indonesia e Russia. “Molti dei ribassi sui mercati emergenti sono stati eccessivi. Il peso messicano, ad esempio, è la nona valuta più liquida al mondo, mentre la Russia ha oggi valutazioni molto attraenti e gli investitori sono più che compensati per il rischio” conclude Carl Eichstaedt.

ESAMINARE L’INTERA STRUTTURA DI CAPITALE SOCIETARIO


Filippo Lanza di Hedge Invest Sgr, dal canto suo, nell’articolo Un approccio tattico per sfruttare divergenze mai viste in ambito finanziario, spiega perché un approccio tattico e flessibile può far cogliere le numerose opportunità che si presenteranno con il prossimo contesto di incertezza. “Per sfruttare tale contesto di mercato, si renderà necessario un approccio tattico e flessibile sull’intera capital structure delle società, ovvero tramite operazioni mirate sulle diverse tipologie di emissioni obbligazionarie con posizioni a copertura o per ottenere utili sulla parte azionaria” tiene a specificare Filippo Lanza, gestore del fondo HI Numen Credit, Hedge Invest Sgr.

BOND USA HIGH YIELD MIDDLE MARKET E IG CON RATING A


E che ci sia valore nella filiera del mercato obbligazionario, in particolare quello USA e quello dei mercati emergenti, lo confermano pure gli esperti di Morgan Stanley Investment Management (MSIM) nell’articolo Obbligazioni, scelte selezionate nei bond societari e nel debito emergente. Tra le obbligazioni ad alto merito di credito (qulle con rating A), Neil Stone, Responsabile dell’U.S. Multi-Sector Team Global Fixed Income di MSIM, predilige senza dubbio i finanziari. Il suo collega, Richard Lindquist, Responsabile di Global High Yield Team Global Fixed Income di MSIM, rivela invece un approccio originale aell’high yield che consiste nell’investire in crediti middle market. “Definiamo queste emissioni quelle di società con un totale di bond in circolazione compresi tra un controvalore di 150 milioni e un miliardo di dollari. All’interno di questo specifico segmento high yield ci focalizziamo sulle emissioni a bassa duration (scadenza dei titoli che determina la sensibilità alle variazioni dei tassi, ndr), considerato il contesto di rialzo dei tassi” spiega Richard Lindquist. Infine, meritano attenzione anche i mercati emergenti, all’interno dei quali Eric Baurmeister, Responsabile del Team Emerging Markets Debt di MSIM, ritiene si trovi molto valore in un’ampia varietà di titoli sebbene, sulla base delle valutazioni correnti, sovrappesi le emissioni dei mercati locali e i titoli societari dei mercati emergenti a scapito delle obbligazioni sovrane.
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