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Attese & Mercati – Settimana dal 6 agosto 2018

Insight su cosa ci aspetta e cosa potrebbe sorprenderci nelle economie e sui mercati. Venerdì il magic number sull’inflazione USA ci dirà se la Fed ha ragione o sta esagerando. La nemesi al contrario del clima che premia i produttori americani di grano e punisce il resto del mondo. Occhio alle banche italiane.

6 Agosto 2018 08:57

L’INFLAZIONE USA SARA’ UN TEST PER POWELL


Jay Powell va avanti imperturbabile nel rialzo di un quarto di punto a trimestre dei tassi americani e modifica l’aggettivo per definire lo stato dell’economia USA da ‘robusto’ a ‘forte’. Ma cominciano a circolare critiche sulla sua politica che alcuni, sempre più numerosi, giudicano troppo aggressiva in un momento in cui il ciclo economico potrebbe aver toccato il picco. Secondo altri invece il capo della Fed sta accumulando munizioni per garantire un ‘soft landing’, vale a dire un atterraggio morbido, quando arriverà il momento. Venerdì esce il dato sull’inflazione USA a luglio, le attese puntano a un’accelerazione allo 0,2 sul mese e al 3,0 sull’anno dal -0,1 e +2,9 precedenti, mentre il tasso core, quello che esclude alimentari ed energia e viene guardato di più dalla Fed, è atteso invariato allo 0,2 e 2,3. Se il magic number esce in linea con le attese un altro quartino a settembre è sicuro.


IL RISCALDAMENTO GLOBALE PREMIA I FARMER AMERICANI


Sembra proprio una Nemesi storica alla rovescia. L’estate torrida, soprattutto in Europa, conferma le tesi sul riscaldamento globale ma paradossalmente premia i ‘cattivi’ americani che sono usciti dagli accordi di Parigi e punisce i ‘buoni’ europei e cinesi. Almeno se si parla di grano, il giallo cereale tra i più scambiati al mercato dei futures a Chicago. Le stime del Dipartimento USA all’Agricoltura infatti puntano a un aumento della produzione americana di quasi il 10% e a un calo nel resto del mondo, con in testa la Russia con un calo di oltre il 20%, seguita da Europa con meno 5%, Cina e India. Un quadro che punta a un forte rialzo dei prezzi globali a novembre che premierà i produttori nord americani (ci sono anche i canadesi) e punirà tutti gli altri, costretti a importare maggiori quantità dal Nuovo Continente, con la punizione aggiuntiva delle tariffe imposte dai cinesi sulle granaglie provenienti dagli USA.


TEST CONTINUO PER LE BANCHE ITALIANE


La stagione delle trimestrali bancarie si è praticamente conclusa in Europa con risultati in gran parte migliori delle attese ma non premiati dal mercato, mentre in Italia manca ancora qualche nome importante, a cominciare da Unicredit, ma sono attese anche le semestrali di Creval, Pop Sondrio e BPER. Il problema delle banche italiane non sono i fondamentali, che continuano a migliorare grazie anche ai progressi nello smaltimento dei NPL, ma è lo spread del BTP con il BUND tedesco, che continua a viaggiare sopra i 250 punti base. Sotto il picco dei 300 toccato a metà maggio ma quasi il doppio di quota 130 dove viaggiava ad aprile dopo le elezioni. Poiché le banche hanno in portafoglio quote ingenti di BTP, lo spread alto ne erode il valore di bilancio e di conseguenza il CET1, che sta per Core Equity Tier 1, vale a dire il principale misuratore del cuscinetto di capitale cui attingere in caso di crisi. Per questo c’è da aspettarsi che i CEO delle banche in occasione delle presentazioni saranno interrogati, più che sui fondamentali, su come vedono la legge di Bilancio che il governo Lega-M5S presenterà in autunno.


IL TERMOMETRO DELL’ECONOMIA TEDESCA


Le prossime settimane sono importanti per valutare lo stato di salute dell’economia tedesca, fino a sei-otto mesi fa locomotiva dell’Eurozona su cui ora pendono molti punti interrogativi. Si comincia lunedì di questa settimana con gli ordini all’industria di giugno e martedì con la produzione industriale e la bilancia commerciale sempre di giugno. Nella settimana di Ferragosto arrivano i dati sull’inflazione all’ingrosso e al consumo di luglio ma soprattutto, il 14, l’indice di fiducia ZEW del mese in corso. Più in là arriva l’indice manifatturiero PMI, seguito dall’indice IFO di fiducia degli investitori, entrambi relativi ad agosto. Si tratta di numeri molto importanti perché gli ultimi dati danno indicazioni divergenti. Il PMI composito, che misura l’attività economica sia nel manifatturiero che nei servizi, a luglio ha toccata un massimo di 5 mesi a 55,2 da 54,8 di giugno, ma l’indice di fiducia IFO per lo stesso mese è sceso a 101,7 da 101,8 di giugno con la componente aspettative a 98,2 da 98,5. Da un lato i timori per la guerra dei dazi erodono la fiducia, ma i dati reali vanno in un’altra direzione.


VENEZUELA SORPRESA D’AGOSTO?


Il presidente venezuelano Nicolas Maduro sembra sia sfuggito a un attentato condotto con droni durante una parata militare a Caracas nel weekend. Fin qui siamo abbastanza nella normalità per un paese già nel caos, senza più una moneta propria visto che il Bolivar è stato di fatto raso al suolo dall’inflazione mentre il nuovo Petro, la criptovaluta agganciata al greggio, non decolla. La novità è un'altra, Maduro ha accusato dell’attentato esuli di estrema destra che sarebbero in Florida e Colombia e ha chiesto aiuto a Donald Trump, da sempre indicato come il nemico numero uno del paese. In un comunicato tre ore dopo l’attentato, Maduro ha accusato direttamente il presidente colombiano Juan Manuel Santos e ha chiesto al ‘presidente Trump’ di aiutarlo a combattere ‘questi terroristi’. Cosa voglia dire in un Venezuela che secondo alcuni è già praticamente in uno stato di guerra civile non è chiaro. Ma sicuramente la situazione va tenuta sotto controllo. Anche perché Caracas è da tempo in uno stato di default tecnico, nel senso che non è riuscita a onorare alcune scadenze del debito, ma finora non ancora conclamato. Lo diventerà nei prossimi giorni?
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