debito emergente

Idee di investimento – Obbligazioni – 02 luglio 2018

Il dollaro dovrebbe restare forte incentivando l’investimento in titoli di stato USA a due anni, gli high yield americani mentre gli inflation linked beneficeranno del carovita in salita.

2 Luglio 2018 09:34

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Il valore reale del dollaro USA ponderato per il commercio non è particolarmente economico rispetto alla media storica, mentre non si sa quanto potrà ancora durare lo stimolo economico tardivo messo in campo dall’amministrazione Trump. Per queste ragioni Gene Frieda, Global Strategist di PIMCO, si sente di escludere che il biglietto verde possa tornare ad essere il mattatore assoluto dei mercati valutari internazionali come lo fu nel 1996 e nel 1981. L’esperto, tuttavia, nell’articolo Dollaro USA: valuta vincente, ma senza essere mattatrice assoluta, riconosce che tre elementi potrebbero comunque finire con il sostenere il dollaro. In primo luogo se la crescita dell’Eurozona continuerà a fornire segnali a singhiozzo, la BCE potrebbe frenare ulteriormente i tassi. In secondo luogo, se le nubi dei dazi commerciali si intensificassero invece di diradarsi il biglietto verde ne trarrebbe vantaggio. In terzo luogo l’inflazione. È vero che il rischio di un rialzo dei prezzi al consumo dovrebbe nuocere al dollaro ma potrebbe beneficiarne rispetto alle valute più sensibili al ciclo di crescita globale, principalmente quelle in Asia e in America Latina.

HIGH YIELD USA, ALTE CEDOLE E POCHI DEFAULT


Se il dollaro resta forte anche le la domanda di high yield USA dovrebbe mantenersi sostenuta. D’altra parte le prospettive del settore high yield USA sono supportate in modo favorevole. Non a caso Rob Neithart, gestore del fondo Capital Group Global High Income Opportunities (LUX) nell’articolo I punti di forza degli high yield USA: cedole elevate e default contenuti si dichiara ancora positivo sull’high yield USA sottolineando le altre ragioni di supporto: da un contesto tecnico favorevole ai fondamentali a posto, da limitati timori di recessione o di un rallentamento economico a livello globale ad un rendimento generoso fino alla limitata dipendenza dal rialzo dei tassi americani. In particolare, in una fase come questa caratterizzata da un tendenziale aumento dei tassi USA, emerge una interessante peculiarità degli high yield USA, la scadenza media delle obbligazioni high yield pari a circa sei anni: un aspetto che rende il debito delle imprese statunitensi ad alto rendimento poco sensibile per diversi anni alle tensioni causate da un aumento dei tassi. A proposito di rendimento. È difficile ottenerne uno del livello comparabile a quello dell’high yield USA specialmente con una duration (scadenza media dei titoli) relativamente ridotta. “Un investitore che decidesse di evitare questa asset class per un anno rinuncerebbe a un rendimento del 6-7%. Anche nel caso di un ampliamento degli spread (differenziale di rendimento rispetto ai rendimenti dei titoli di stato USA), l’high yield dovrebbe generare comunque un extra-rendimento positivo nel corso dell’anno, in quanto le cedole sarebbero in grado di compensare l’effetto negativo dell’aumento dei differenziali” specifica Rob Neithart.

LA RICETTA DI PICTET AM


Gli esperti di Pictet Asset Management, invece, propendono per una ricetta mista che coniuga l’appeal del debito emergente in termini di cedole e di fondamentali e la solidità dei titoli di stato americani a breve termine. “I nostri indicatori anticipatori mostrano che le economie in via di sviluppo stanno andando meglio delle economie sviluppate e che le obbligazioni in valuta locale dei mercati emergenti paiono relativamente ben valutate” spiegano nell’articolo Obbligazioni, un giusto mix tra debito emergente e titoli di stato USA a breve i professionisti di Pictet AM. Un giudizio, il loro, che trova un valido supporto sia nel rendimento (che attualmente si attesta attorno al 6%, superiore a quello del debito high yield statunitense) e sia nelle valute dei mercati emergenti (più convenienti rispetto al dollaro americano). In parallelo, gli esperti di Pictet AM reputano indispensabile proteggere il portafoglio dalla possibilità di fasi di ulteriore volatilità dei mercati. “I titoli di stato americani continuano a rappresentare una copertura interessante contro le inquietudini di mercato, dati i loro rendimenti relativamente elevati e lo status di rifugio sicuro. Rimaniamo anche corti (ribassisti) sull’euro, data l’incertezza politica in Italia e Spagna, dove il Primo Ministro di centro-destra Mariano Rajoy è stato recentemente costretto a dimettersi dopo il voto di sfiducia” concludono i professionisti di Pictet AM.

COME DIFENDERSI DAL CAROVITA


Infine, secondo Sylvain De Bus, Head of Euro Bonds di Candriam Investors Group, occorre prestare attenzione alla divergenza tra l’aumento tendenziale dei prezzi delle materie prime e il miglioramento del mercato del lavoro (che disegnano un’economia globale in crescita) e un aumento delle tensioni commerciali, che spingono verso un maggiore isolazionismo, e, di conseguenza, rappresentano una preoccupazione per i futuri trend inflazionistici. “Il crescente protezionismo (Brexit, dazi commerciali e un populismo diffuso) isolerà ulteriormente le economie. Alla luce di tale contesto, l’inflazione diviene un fenomeno più locale che globale” fa presente nell’articolo Inflazione, da fenomeno globale a locale: come trarne vantaggio Sylvain De Bus. Alla luce dell’attuale contesto (caratterizzato da carovita in aumento e politiche monetarie in via di normalizzazione) e delle performance storiche, Candriam è orientata a privilegiare le obbligazioni inflation-linked a breve termine (1-5 anni), in Europa e nel resto del mondo. “Si può notare che questa fascia di scadenza offre una percentuale molto più elevata di rendimento sull’inflazione e una più bassa di rendimento sui tassi di interesse, rispetto all’intero universo delle obbligazioni collegate all’inflazione” spiega Sylvain De Bus. L’esperto, entrando più nei particolari, dichiara di individuare opportunità – tra i mercati linker sviluppati – soprattutto in Europa (con una preferenza sui titoli inflation linked spagnoli e francesi), negli Stati Uniti e in Canada. Si tratta di aree nelle quali Sylvain De Bus reputa che il mercato non incorpori del tutto i prezzi al consumo.

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