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BCE

Attese & Mercati - 14 maggio 2018

Insight su cosa ci aspetta e cosa potrebbe sorprenderci nelle economie e sui mercati. Questa settimana geopolitica protagonista, ma attenzione ai dati cinesi e ai consumi USA.

14 Maggio 2018 09:20
financialounge -  BCE dati macroeconomici

GEOPOLITICA PROTAGONISTA


John Kerry, ex segretario di Stato americano e co-autore con il suo capo Obama del disastro della primavera araba, dice che la linea dura di Trump con l’Iran può pregiudicare il successo della trattativa con il nord-coreano Kim. Quasi certamente è vero il contrario: un successo coreano potrebbe isolare Teheran e spianare la strada a un’intesa meno fasulla di quella siglata nel 2015 dalla coppia di cui sopra. Da notare che poche ore dopo le parole di Kerry Pyongyang ha annunciato lo smantellamento del suo sito nucleare. Vediamo cosa combinano giovedì Germania, UK e Francia nel vertice sull’Iran convocato dall’italiana Mogherini. La geopolitica è comunque la candidata protagonista della settimana, con i riflettori puntati sull’Italia, dove lo spread ha sobbalzato ma è ancora sotto i livelli pre-elezioni, e sugli sviluppi della guerra dei dazi. The Donald ha spostato il tiro sull’import di auto, nel mirino è sempre più nitida la facciona di Angela Merkel.

MARTEDI' È IL GIORNO DI CINA ED EUROPA


Da Pechino arrivano i numeri della produzione industriale, degli investimenti e dei consumi, tutti relativi ad aprile. Le attese sono per dati robusti, +6,4%, +10% e +7,4% rispettivamente. Soprese negative potrebbero provocare qualche sbandata. Da Bruxelles invece escono la seconda lettura del PIL del primo trimestre e la produzione industriale di marzo dell’Eurozona, mentre dalla Germania arriva l’indice ZEW sulla fiducia nell’economia a maggio, atteso debole, la sorpresa potrebbe essere sull’upside.

OCCHIO AI CONSUMI USA, MA ANCHE AI TIC


Il dato americano più importante esce mercoledì e riguarda la spesa dei consumatori ad aprile. Negli ultimi mesi la miscela di carburante che manda avanti l’economia a stelle e strisce ha cambiato il dosaggio dei componenti, un po’ meno consumi e un bel po’ di investimenti in più. Per questo un dato debole non deve preoccupare, anzi potrebbe indicare che magari la Fed si limita a due altri rialzi in corso d’anno. Sempre mercoledì escono altri dati importanti americani sul mercato immobiliare e sulla produzione industriale di aprile, ma anche un numero poco guardato e che non fa titoli. Si tratta del TIC, che misura i flussi di capitali investiti in strumenti a lungo termine in entrata e uscita dagli Stati Uniti. Il dato di marzo non dovrebbe riservare sorprese, nei primi due mesi dell’anno il saldo è stato positivo per un centinaio di miliardi di dollari.

IL PRESSING DI DRAGHI SULLA GERMANIA


Mario Draghi ha un problema complicato da risolvere. Da un lato deve tenere alta la fiducia sul progetto di unione monetaria, dall’altro deve evitare che l’euro si rafforzi troppo. Sotto 1,20 contro dollaro la moneta unica è in area di conforto, se sale troppo sopra manda in sofferenza le azioni e le imprese europee e allontana l’inflazione dal target di ‘poco sotto’ il 2% fissato dalla banca centrale. Per questo occhio alla riunione della BCE di mercoledì, che non si occuperà di tassi, e a quello che dirà il numero due di Draghi, il portoghese Constancio, a Francoforte il giorno dopo. Draghi ha trovato una sponda importante in Macron nel portare avanti le sue richieste di accelerare l’unione bancaria e creare un fondo comune di emergenza anti-crisi. Ma i tedeschi non ci sentono. Magari una mega fusione bancaria cross-border Italia-Francia, tipo Unicredit-SocGen, potrebbe aiutarli a cambiare idea?
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