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In nove anni di mercato Toro dieci titoli sono saliti più del 2.000%

Tra quelli dello S&P 500 troviamo, accanto a nomi scontati come Amazon o Netflix, anche business molto tradizionali legati al retail e alle costruzioni.

15 Marzo 2018 07:51
financialounge -

Esattamente nove anni fa a Wall Street lo S&P 500 toccava il fondo della crisi esplosa sei mesi prima con il crac Lehman Brothers e arrivava al ‘satanico’ minimo intraday di 666 punti. Da allora è stato un mercato Toro ininterrotto, con il valore dell’indice più che quadruplicato. Comprare un ETF allora e tenerselo nel cassetto è stato sicuramente un ottimo affare, ma ancora di più comprare singoli titoli, a scegliere quelli giusti. Ce ne sono dieci, in particolare, che hanno messo a segno da allora un rialzo del 2.000%: vale a dire sono cresciuti di venti volte.

IL BOOM DI NETFLIX…


Il caso più clamoroso è quello di GGP, una società di Chicago specializzata nel real estate destinato alla distribuzione commerciale. Ha fatto quasi il 7.500% dai minimi di nove anni fa, ma è anche un caso atipico. Allora era sull’orlo del fallimento, e ci sono volute molte iniezioni di capitale e una serie di passaggi di proprietà per rimetterla in carreggiata. Netflix è stato invece il titolo simbolo sia della ripresa dell’azionario, sia della rinascita dei tecnologici a stelle e strisce, con un rialzo di quasi il 6.000%.

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...E DEI VECCHI BUSINESS


Meglio ancora ha fatto un business molto tradizionale, la United Rentals, che affitta macchinari e strumenti per l’edilizia in tutti gli States, e che in nove anni di Toro è salita del 6.150%. In questa classifica di rialzi a quattro cifre troviamo nomi scontati, come Amazon o NVIDIA. Ma anche meno ovvi, come Fifth Third Bancorp, una banca regionale con base in Ohio con una storia quasi bicentenaria, che ha saputo cavalcare la rivoluzione digitale dei sistemi di pagamento e del credito al consumo: +2.360% in nove anni, appena sotto il +2.510% di Amazon.

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ENERGETICI CENERENTOLE


Non tutti ovviamente a Wall Street hanno segnato performance stellari, c’è anche chi è riuscito ad andare sotto rispetto ai minimi di allora. Questa poco invidiabile classifica è guidata da Cheasapeake Energy, che dal bottom dello S&P 500 è riuscita a perdere oltre il 76%, in compagnia di diversi altri titoli energetici e delle materie prime.

 
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