Idee di investimento - Azioni - 27 dicembre 2017
27 Dicembre 2017 10:10
quadro di riferimento per gli investimenti azionari è sulla carta ancora favorevole anche se la prudenza è raccomandabile date le valutazioni azionarie raggiunte (soprattutto sull’indice S&P500): da un lato crescita globale sincronizzata, inflazione in timida ripresa e profitti societari inducono all’ottimismo, dall’altro lato bisogna fare attenzione al drenaggio di liquidità da parte delle banche centrali” puntualizzano nell’articolo “Borse, l’ospite indesiderato potrebbe essere l’inflazione” Andrea Delitala, Head of Investment Advisory di Pictet Asset Management, e Marco Piersimoni, Senior Portfolio Manager di Pictet Asset Management: un incremento imprevisto dei prezzi al consumo potrebbe costringere le Banche Centrali ad un atteggiamento più aggressivo nel processo di normalizzazione.
Non solo l’inflazione, per Yves Longhchamp, Head of Research di ETHENEA Independent Investors i potenziali rischi all’orizzonte sono tre come ha modo di argomentare lui stesso nell’articolo “I tre rischi da tenere sotto controllo nel 2018”: oltre allo sviluppo di pressioni inflazionistiche, anche la fine del ciclo negli Stati Uniti e l’attuazione delle riforme economiche in Cina che sta migrando da un’economia orientata alle esportazioni a una incline a maggiori consumi interni.
Ma cosa fare in concreto in vista del nuovo anno? “Gli investitori sottopesano le materie prime e pochi hanno in portafoglio una vera copertura dal rischio inflazione” sottolinea nell’articolo “Investitori, pochi hanno in portafoglio una vera copertura rischio inflazione” Mark Lacey, Gestore di portafoglio, Global Energy & Precious Metals di Schroders che poi aggiunge: “Con il miglioramento dell’outlook di mercato, è tempo di rivalutare l’esposizione su asset class che beneficiano dell’inflazione, proprio come le materie prime. Intanto mentre la crescita continua a essere piuttosto sensibile rispetto a qualsiasi aumento reale del costo del debito stesso quest’ultimo, a livello globale, resta elevato”. Secondo il manager, in generale, le valutazioni dei titoli azionari delle società attive nel comparto delle commodity sono state raramente così economiche rispetto al mercato e ai prezzi sottostanti. “Molte società, soprattutto sul segmento energetico e dei metalli preziosi, dovrebbero dimostrarsi più adatte agli investimenti nel 2018. Ciò grazie al recente focus sulla generazione di flussi di cassa, sul rafforzamento dei bilanci, sui ritorni sul capitale e sulle crescenti distribuzioni di valori agli azionisti” argomenta Mark Lacey.
Sull’azionario europeo, invece, Yves Maillot, Head of European equities di Natixis Asset Management, suggerisce un approccio capace di coniugare lo stock picking (selezione accurata dei titoli) alla flessibilità per adeguarsi agli andamenti del mercato
“Il momentum sarà il leitmotiv del mercato azionario europeo nel 2018, più di quanto lo sia mai stato, ma un approccio di tipo stock picking (selezione dei singoli titoli) deve rimanere flessibile”.Il focus del manager è anche sulle operazioni di M&A (fusioni e acquisizioni) in quanto il ritmo è destinato a riprendere, in particolare nei settori del food&beverage, dell’healthcare e della farmaceutica, nelle telecomunicazioni e nella tecnologia” riferisce nell’articolo “Mercato azionario europeo, nel 2018 il leitmotiv sarà il momentum” Yves Maillot.
Cambiando piazza finanziaria, nell’azionario giapponese Columbia Threadneedle Investments ritiene molto importante individuare le società con un’elevata probabilità di sovra performance. Nell’articolo “Borsa di Tokyo, perché puntare su posizioni concentrate in aree high conviction” Daisuke Nomoto, Responsabile mercati azionari Giappone di Columbia Threadneedle Investments, segnala tre trend principali che, a suo giudizio, favoriranno le azioni giapponesi nel 2018 e negli anni successivi: la riforma della corporate governance, il miglioramento della produttività e la riforma del mercato del lavoro, e il mantenimento da parte delle società della loro competitività.
Intanto, il peso delle A-share nell’MSCI Emerging Markets, azionario Cina, dovrebbe aumentare dal 2,5% al 20% entro il 2022: un aumento del RoE le renderebbe ancora più appetibili. Secondo Gita Ramakrishnan, Senior Investment Manager di Pictet Asset Management, gli investitori dovrebbero sperare nel buon esito dell’operazione promossa dalle autorità cinesi finalizzata al sostegno delle aziende statali con lo scopo di incrementarne i dividendi, il che dovrebbe poi tradursi in un aumento del RoE (return on equity) delle società. “Secondo le nostre stime, un incremento della distribuzione dei dividendi delle A-share del 5% favorirebbe un rialzo del RoE di almeno il 10%. Entro il 2024, il RoE dovrebbe attestarsi a circa il 13,7% a fronte di un tasso di distribuzione degli utili più elevato, contro il 12,7% circa in caso di un rapporto dividendo/utile invariato” spiega nell’articolo “Azionario Cina, più dividendi delle A-share favorirebbero la redditività” Gita Ramakrishnan.
Infine, Larry Hatheway, capo economista di GAM per il prossimo anno reputa necessario miscelare opportunamente azioni dei mercati emergenti, europee e giapponesi con strategie d’investimento alternative. “Sarà necessario assumersi alcuni rischi sull’azionario, ove vi sia potenziale per generare utili (mercati emergenti, Europa occidentale e parte dell’azionario giapponese), creando in parallelo a queste esposizioni azionarie soluzioni alternative che non dipendano dai movimenti dei mercati azionari e obbligazionari per generare utili. Si tratta principalmente di strategie relative value e posizionamenti carry (cioè capaci di catturare extra rendimento, ndr) in alcune aree specializzate dell’obbligazionario societario”, specifica nell’articolo “Portafogli 2018, il giusto mix di azioni e soluzioni alternative” Larry Hatheway.
Non solo l’inflazione, per Yves Longhchamp, Head of Research di ETHENEA Independent Investors i potenziali rischi all’orizzonte sono tre come ha modo di argomentare lui stesso nell’articolo “I tre rischi da tenere sotto controllo nel 2018”: oltre allo sviluppo di pressioni inflazionistiche, anche la fine del ciclo negli Stati Uniti e l’attuazione delle riforme economiche in Cina che sta migrando da un’economia orientata alle esportazioni a una incline a maggiori consumi interni.
Ma cosa fare in concreto in vista del nuovo anno? “Gli investitori sottopesano le materie prime e pochi hanno in portafoglio una vera copertura dal rischio inflazione” sottolinea nell’articolo “Investitori, pochi hanno in portafoglio una vera copertura rischio inflazione” Mark Lacey, Gestore di portafoglio, Global Energy & Precious Metals di Schroders che poi aggiunge: “Con il miglioramento dell’outlook di mercato, è tempo di rivalutare l’esposizione su asset class che beneficiano dell’inflazione, proprio come le materie prime. Intanto mentre la crescita continua a essere piuttosto sensibile rispetto a qualsiasi aumento reale del costo del debito stesso quest’ultimo, a livello globale, resta elevato”. Secondo il manager, in generale, le valutazioni dei titoli azionari delle società attive nel comparto delle commodity sono state raramente così economiche rispetto al mercato e ai prezzi sottostanti. “Molte società, soprattutto sul segmento energetico e dei metalli preziosi, dovrebbero dimostrarsi più adatte agli investimenti nel 2018. Ciò grazie al recente focus sulla generazione di flussi di cassa, sul rafforzamento dei bilanci, sui ritorni sul capitale e sulle crescenti distribuzioni di valori agli azionisti” argomenta Mark Lacey.
Sull’azionario europeo, invece, Yves Maillot, Head of European equities di Natixis Asset Management, suggerisce un approccio capace di coniugare lo stock picking (selezione accurata dei titoli) alla flessibilità per adeguarsi agli andamenti del mercato
“Il momentum sarà il leitmotiv del mercato azionario europeo nel 2018, più di quanto lo sia mai stato, ma un approccio di tipo stock picking (selezione dei singoli titoli) deve rimanere flessibile”.Il focus del manager è anche sulle operazioni di M&A (fusioni e acquisizioni) in quanto il ritmo è destinato a riprendere, in particolare nei settori del food&beverage, dell’healthcare e della farmaceutica, nelle telecomunicazioni e nella tecnologia” riferisce nell’articolo “Mercato azionario europeo, nel 2018 il leitmotiv sarà il momentum” Yves Maillot.
Cambiando piazza finanziaria, nell’azionario giapponese Columbia Threadneedle Investments ritiene molto importante individuare le società con un’elevata probabilità di sovra performance. Nell’articolo “Borsa di Tokyo, perché puntare su posizioni concentrate in aree high conviction” Daisuke Nomoto, Responsabile mercati azionari Giappone di Columbia Threadneedle Investments, segnala tre trend principali che, a suo giudizio, favoriranno le azioni giapponesi nel 2018 e negli anni successivi: la riforma della corporate governance, il miglioramento della produttività e la riforma del mercato del lavoro, e il mantenimento da parte delle società della loro competitività.
Intanto, il peso delle A-share nell’MSCI Emerging Markets, azionario Cina, dovrebbe aumentare dal 2,5% al 20% entro il 2022: un aumento del RoE le renderebbe ancora più appetibili. Secondo Gita Ramakrishnan, Senior Investment Manager di Pictet Asset Management, gli investitori dovrebbero sperare nel buon esito dell’operazione promossa dalle autorità cinesi finalizzata al sostegno delle aziende statali con lo scopo di incrementarne i dividendi, il che dovrebbe poi tradursi in un aumento del RoE (return on equity) delle società. “Secondo le nostre stime, un incremento della distribuzione dei dividendi delle A-share del 5% favorirebbe un rialzo del RoE di almeno il 10%. Entro il 2024, il RoE dovrebbe attestarsi a circa il 13,7% a fronte di un tasso di distribuzione degli utili più elevato, contro il 12,7% circa in caso di un rapporto dividendo/utile invariato” spiega nell’articolo “Azionario Cina, più dividendi delle A-share favorirebbero la redditività” Gita Ramakrishnan.
Infine, Larry Hatheway, capo economista di GAM per il prossimo anno reputa necessario miscelare opportunamente azioni dei mercati emergenti, europee e giapponesi con strategie d’investimento alternative. “Sarà necessario assumersi alcuni rischi sull’azionario, ove vi sia potenziale per generare utili (mercati emergenti, Europa occidentale e parte dell’azionario giapponese), creando in parallelo a queste esposizioni azionarie soluzioni alternative che non dipendano dai movimenti dei mercati azionari e obbligazionari per generare utili. Si tratta principalmente di strategie relative value e posizionamenti carry (cioè capaci di catturare extra rendimento, ndr) in alcune aree specializzate dell’obbligazionario societario”, specifica nell’articolo “Portafogli 2018, il giusto mix di azioni e soluzioni alternative” Larry Hatheway.
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