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Idee di investimento - Azioni - 18 dicembre 2017

18 Dicembre 2017 09:35
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Dopo un 2017 da incorniciare per Tokyo (indice Nikkei 225: +18,7%), i gestori azionari si dividono sulle prospettive 2018 per la Borsa giapponese. Per gli investitori globali, le azioni giapponesi sono interessanti in virtù del competitivo rapporto prezzo/utili, ma William Lock, Head of International Equity Team, Bruno Paulson, Managing Director, e Dirk Hoffmann-Becking, Executive Director di Morgan Stanley Investment Management (MSIM), preferiscono aspettare il momento opportuno, quando le valutazioni saranno più interessanti e la dirigenza delle società giapponesi sarà diventata più attenta agli investitori e ai rendimenti. “Per ora, non abbiamo posizioni in società giapponesi in portafoglio. A onor del vero, troviamo che in Giappone la qualità scarseggi: solo il 12% del mercato, infatti, soddisfa i nostri requisiti in termini di rendimento, margini e profili di bilancio” affermano nell’articolo “Giappone, è ancora presto per trovare le società di qualità a prezzi convenienti” gli esperti di MSIM. “L’applicazione di questi criteri avviene prima di qualunque valutazione in merito alla qualità della società stessa o della dirigenza e ci lascia con una rosa davvero limitata di candidati” specificano i tre manager, che sottolineano il fatto che non solo la qualità sia scarsa ma risulti anche costosa.

Al contrario, Columbia Threadneedle Investments ha rivisto al rialzo il giudizio sulle azioni giapponesi da favorevole a molto favorevole. L’accelerazione degli utili societari bottom-up, le indicazioni che la riforma delle imprese in atto accresce il rendimento per gli azionisti, le aspettative economiche solide, il calo del rischio politico in seguito alla vittoria di Abe alle elezioni anticipate e l’elevata leva operativa delle imprese giapponesi in relazione al miglioramento generalizzato della congiuntura mondiale. Sono questi i cinque fattori di supporto al mercato azionario giapponese che, come argomentato nell’articolo “Azionario giapponese, i cinque fattori di supporto” hanno convinto Columbia Threadneedle Investments a rivedere al rialzo il giudizio sulle azioni giapponesi.

A livello settoriale, invece, il 2018 si apre con interessanti prospettive per alcuni (biotech e robotica) e sfide impegnative per altri (grandi marchi e petrolifero). Secondo gli esperti di Pictet Asset Management, relativamente al settore biotech, non sono ancora stati prezzati i vantaggi legati alla riforma fiscale degli Stati Uniti, che potrebbe costituire un incentivo per l’attività di M&A (fusioni e acquisizioni) nel settore, sebbene i dettagli della riforma siano ancora pochi e vaghi. “Riteniamo che l’attività di M&A continuerà a sostenere le performance del settore biotecnologico. Inoltre, al momento, molti importanti studi clinici sono ancora in sospeso. Con il rapido progresso delle scienze biomediche e la crescente integrazione tra studi accademici e ricerche sperimentali delle aziende, crediamo che il momentum per le innovazioni resti positivo” fanno sapere nell’articolo “Biotech, un settore protagonista del nostro futuro” i professionisti di Pictet Asset Management.

Restando nell’alta tecnologia, i benefici derivanti dall’introduzione dei robot nei processi produttivi potrebbero riguardare anche aspetti ambientali e sociali e non solo efficienza e produttività. È infatti probabile che, come spiegato nell’articolo “Robot, un circolo virtuoso per l’ambiente e per i posti di lavoro di qualità”, il mercato del lavoro sia capace di coesistere con la robotica: nasceranno nuove professionalità, si creerà una domanda per prodotti artigianali ad alto valore aggiunto, aumenterà il bisogno di lavori con un alto contenuto creativo. Non solo. Proprio grazie ai robot si genera un abbattimento dei costi di manodopera che, tra le altre cose, potrebbe favorire fenomeni di “reshoring”, cioè il ritorno “a casa” di processi produttivi che erano stati spostati nei paesi emergenti alla ricerca di un più basso costo della manodopera. Ma, se diversi esperti concordano nel ritenere probabile che il numero (e la qualità) dei nuovi posti di lavoro che si vanno progressivamente a creare in tutta la filiera produttiva con l’arrivo dei robot possa essere maggiore rispetto a quelli persi, cosa si può dire sotto il profilo dell’investimento responsabile e sostenibile? Per Etica Sgr anche sotto questo aspetto sembrano non esserci controindicazioni: i robot (e i processi di automazione a essi connessi) vanno infatti spesso a sostituire impianti di produzione obsoleti e inquinanti a tutto vantaggio per l’ambiente e la sostenibilità.

Cambiando settore, i produttori di beni di lusso, i fornitori di servizi e tutte le società dell’universo premium brands sono consapevoli di doversi adattare al nuovo trend dettato dalla crescente disponibilità a spendere per ristoranti, viaggi e festeggiamenti. “In parte ciò significa offrire un lusso su misura, qualcosa che l’era digitale facilita rendendo più semplice offrire beni e servizi su misura ai clienti, attraverso social network o realizzando prototipi e prodotti velocemente e direttamente nel punto vendita che diventa una ‘mini fabbrica’: le abitudini d’acquisto stanno, infatti, diventando sempre più experience-oriented” specificano nell’articolo “Grandi marchi, ora l’obiettivo è offrire un lusso su misura” gli esperti di Pictet Asset Management, la società di gestione del comparto Pictet Premium Brands.

Infine, uno sguardo al settore petrolifero, particolarmente rilevante viste le implicazioni nei diversi settori (sia direttamente, come nel caso del settore energetico, sia indirettamente, ad esempio nel settore dei trasporti) e l’influenza sule prospettive macro per i paesi (importatori ed esportatori). “Il petrolio è un investimento con un profilo di rischio/rendimento asimmetrico per gli investitori, in cui la probabilità di subire stop loss a breve termine è superiore alla probabilità di realizzare un guadagno” precisa nell’articolo “Multi asset, le opportunità di investimento legate al petrolio” Francesco Sandrini, Head of Multi-Asset Balanced, Income & Real return di Amundi che poi aggiunge: “Non possiamo trascurare il fatto che emerga una maggiore attenzione alla redditività aziendale rispetto agli anni precedenti. Tuttavia riteniamo che, a causa del possibile consolidamento nel settore petrolifero, le opportunità più interessanti rimangano nella selezione di titoli piuttosto che nelle esposizioni direzionali al settore (ad esempio, tramite derivati)”.
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