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Settore finanziario, quello europeo ora è meglio di quello americano

Dopo aver rincorso il settore finanziario USA, quello europeo sembra ora ben impostato per recuperare terreno: la selezione dei titoli però sarà essenziale.

5 Ottobre 2017 10:03
financialounge -  GAM mercati azionari settore finanziario USA

Il settore finanziario è stato la causa principale della grande crisi finanziaria del 2008-2009. Dalle banche americane, in particolare, è partita la scintilla che ha fatto prima scoppiare la crisi dei mutui subprime e subito dopo il fallimento della banca d’affari statunitense Lehman Brothers.

Non a caso, dal 30 giugno 2007, cioè alla vigilia dei primi rumors sulla crisi dei mutui subprime, al 9 marzo 2009 (minimo degli indici di borsa post crac Lehman) il settore bancario ha lasciato sul parterre di borsa oltre l’80%.

Tuttavia, dal 9 marzo a oggi, l’andamento dei titoli del settore è stato molto differente tra le due sponde dell’Atlantico: infatti mentre l’S&P500 financials ha messo a segno la stratosferica performance del +412%, l’Eurostoxx banks non è andato oltre il +59,9% e lo Stoxx 600 banks il +132%: la risultante è che lo l’S&P500 financials mostra ora solo un ritardo dell’11,6% dal valore del 30 giugno di 10 anni fa mentre lo Stoxx 600 banks segna ancora un -56,6% e l’Eurostoxx banks un -70,2%.

Secondo Davide Marchesin, Gestore del team azionario non direzionale di GAM, il settore dei finanziari offre ottime opportunità di generare rendimenti positivi, derivanti dalla significativa differenza in termini di performance tra le compagnie ben gestite e quelle che ancora non sono state in grado di riposizionarsi.

“Abbiamo un’opinione costruttiva sui titoli finanziari del Vecchio Continente rispetto agli omologhi USA. L’economia europea nel complesso è in fase di miglioramento, e tale ripresa si sta consolidando anche tra i peripherals come Irlanda, Spagna e Italia”, specifica Davide Marchesin, che rivela di essere positivo sul settore bancario le cui valutazioni vengono giudicate attrattive, soprattutto in Europa: al contrario, il segmento assicurativo sta vivendo una fase di rallentamento della crescita dei profitti e presenta valutazioni piuttosto corrette.

“Molte delle società su cui puntiamo sono in una fase di miglioramento dei margini operativi. L’esposizione lorda del nostro fondo è attualmente prossima al 200%, livello che rappresenta per noi un massimo storico, e che conferma la nostra positività sulle prospettive del prodotto. L’esposizione netta (cioè l’esposizione lorda meno quella ribassista sugli indici) ed il beta (la variazione del fondo rispetto all’indice di mercato) sono entrambi vicini allo zero, a conferma del nostro approccio quasi market neutral, che si pone tra le altre cose l’obiettivo di protezione del portafoglio da eventuali future correzioni di mercato”, sottolinea Davide Marchesin, convinto che l’approccio di natura bottom-up (rigorosa selezione dei titoli sul listino) sia quello vincente in questa complessa fase di mercato.
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