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News & Views – 11 settembre 2017

Insight dalla redazione di FinanciaLounge su quello che si muove nelle economie e nei mercati.

11 Settembre 2017 09:52
financialounge -  bitcoin inflazione mercati emergenti News & Views

E se non fosse morta?
Le banche centrali prevedono inflazione bassa nei tempi a venire. La BCE ha abbassato le stime per i prossimi due anni, mentre la Fed si prepara a rinviare il terzo rialzo dei tassi del 2017 proprio perché l’inflazione non dà segni di vita. Nell’autunno del 2014, quando il prezzo del petrolio precipitava, Janet Yellen rassicurò che gli effetti sull’inflazione sarebbero stati temporanei. Quasi tre anni dopo continua a non dare segni di vita. E così i mercati si sono convinti che si va avanti così, le economie crescono, l’inflazione dorme. E se si sbagliassero? La domanda se la pone James Mackintosh sul WSJ e alla fine di una lunga analisi lascia la risposta aperta. La curva dei tassi americani è piatta, ma la distanza tra il rendimento dei titoli del Tesoro a due anni resta di sicurezza rispetto alla scadenza a 10 anni, 0,77 punti percentuali. Per segnalare recessione in arrivo serve un’inversione. Quindi tutto ok sul versante crescita. Un po’ meno su quello dei prezzi, il rame è aumentato del 25% quest’anno trascinando tutti i metalli, la Cina va e li consuma, e alla fine qualche impatto sull’inflazione americana e europea potrebbe arrivare. Ma, e questo è il problema, prenderebbe il mercato di sorpresa. Meglio continuare a tenere l’inflazione nella lista delle variabili.

Quel Bitcoin somiglia a un tulipano
La prima reazione è stata uno strappo all’insù, con il sapore di una sfida. Lunedì 4 settembre la Cina mette al bando le Initial Coin Offering, la principale forma di finanziamento della moneta cibernetica. E il prezzo invece di scendere sale nei giorni successivi, fino a toccare 4.638 dollari giovedì da 4.319 all’annuncio della misura. Poi però prende la discesa e domenica scambia poco sopra i 4.000. È l’inizio della fine di una corsa sfrenata che lo vedeva poco sopra 1.000 dollari a inizio anno? Qualcuno pensa che il Bitcoin sia pronto per fare la fine dei tulipani nell’Amsterdam di inizio 1.600, protagonisti della prima e forse più spettacolare bolla finanziaria della storia. Per sostenere questa tesi l’FT pubblica una chart di Thomson Reuters che traccia il percorso classico delle bolle, dai bulbi olandesi alle dotcom del 2000 fino ai subprime del 2008. Secondo la chart, il Bitcoin in questo momento sarebbe entrato nella fase delusione, dopo essere passato per quella dell’entusiasmo e poi in quella dell’ingordigia. Il passo successivo è la negazione, vale a dire non ammettere che la pacchia è finita, poi arriva la paura e infine la capitolazione. Tecnicamente si chiama ‘trappola per tori’, eufemismo per mattatoio.

La lunga marcia degli emergenti
Se i principali indici azionari americani – Dow, S&P 500 e Nasdaq – da inizio anno stanno avanzando nel territorio inesplorato dei record, altrettanto non si può dire dei corrispondenti di Europa e Mercati Emergenti. L’Euro Stoxx 50, che racchiude le blue chip di 11 paesi europei ed è il corrispondente del Dow Jones, viaggia ancora a notevole distanza dai picchi del 2000 e del 2007-08, rispetto al primo la distanza è di quasi 2000 punti e dal secondo circa 1.000. Lo stesso vale per l’MEXF che traccia il percorso dei mercati azionari emergenti, ma con una differenza importante, evidenziata da Richard Rittorno su Seeking Alpha: non ha mai violato al ribasso la media mobile mensile di lungo termine, né in occasione della caduta verticale del dopo Lehman né quando le principali economie emergenti, a cominciare dalla Cina, hanno frenato bruscamente tra fine 2014 e 2015. Da notare anche che la distanza rispetto ai picchi storici del 2007 e del 2011 è molto più contenuta. Rispetto al secondo siamo intorno al 10% e rispetto al primo poco più del 20%. Insomma, le vette sono in vista e l’ingresso in territorio inesplorato potrebbe diventare una realtà in un futuro non troppo lontano.
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