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Idee di investimento – Azioni – 04 settembre 2017

4 Settembre 2017 09:32
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“Valutiamo qualsiasi tipo di aumento della volatilità a breve termine come un’opportunità di acquisto potenziale, a meno che gli eventi politici non compromettano la fiducia delle imprese e dei consumatori. Lo scenario di oggi, che disegna un’espansione economica sostenuta, riteniamo che favorisca l’esposizione al rischio e, in questo ambiente, preferiamo l’azionario al reddito fisso” commenta, nell’articolo “Mercati, il contesto attuale resta favorevole all’azionario rispetto al reddito fisso”, Richard Turnill, BlackRock’s Global Chief Investment Strategist, secondo il quale i potenziali rischi in grado di far aumentare la volatilità dei mercati sono il tetto del debito USA, le prossime decisioni di Fed e BCE e le tensioni in Nord Corea.

Resta il fatto che il rientro dalle vacanze è un buon momento per un “tagliando” al portafoglio. E Carlo Benetti, Head of Market Research and Business Innovation di GAM (Italia) SGR, nell’articolo “Un rapido ripasso dei criteri per la gestione dei risparmi”, propone un rapido ripasso di alcuni criteri per la gestione dei risparmi. Partendo da un punto fermo: stare alla larga dalla speculazione che si può definire come il tentativo di trasformare una piccola somma in una fortuna, mentre l’investimento è il tentativo di impedire a una fortuna di diventare una piccola somma. A questo proposito, Carlo Benetti ricorda come Peter Lynch abbia costruito il suo successo e la sua leggendaria reputazione di gestore (la performance stellare alla guida del fondo Magellan è stata del +13,4% annualizzato) dandosi un metodo e rimanendovi fedele. Un metodo che si basa, in estrema sintesi, su tre principi: comprare ciò che si conosce, studiare i bilanci e investire solo per il lungo termine. “Nell’investimento azionario non c’è spazio per le previsioni ma solo per l’analisi rigorosa delle condizioni di salute dei settori e delle società. Ma per Peter Lynch l’orizzonte temporale è cruciale: più è lungo, più tende ad annullare gli effetti del momento dell’acquisto o, come si dice in gergo, del ‘timing’, un aspetto sul quale si concentrano eccessive attenzioni” specifica Carlo Benetti.

Tra le strategie di portafoglio in ambito azionario quella focalizzata sui dividendi resta comunque valida. Una strategia che punta a selezionare le società con dividendi generosi e sostenibili nel tempo. Le aziende che pagano dividendi e che hanno l’inclinazione a sostenerli negli anni, tendono ad avere flussi di cassa resistenti anche alle fasi recessive, drawdown (perdite di valore in borsa) inferiori alla media di mercato e rendimenti rettificati per il rischio superiori nel lungo periodo. Secondo Dan Scott, Equity Research Analyst – Materials di Credit Suisse, investire in dividendi risulta una strategia interessante malgrado un possibile rialzo dei tassi, questo perché il vantaggio di rendimento rispetto alle obbligazioni resta ancora significativo alla luce di una situazione di tassi di interesse bassi. “Continuiamo a credere che le strategie dei dividendi offrano agli investitori molti benefici. E, se il più importante è quello di rendimenti più elevati a lungo termine con un rischio inferiore rispetto ai più ampi mercati azionario e al reddito fisso, è altrettanto vero che la capitalizzazione dei rendimenti da dividendo reinvestiti aumenta l’outperformance” specifica nell’articolo “Borsa, perché la strategia focalizzata sui dividendi resta ancora valida” Dan Scott che poi aggiunge: “La bassa correlazione tra le azioni ad alto dividendo e altri stili di investimento offre inoltre buoni benefici di diversificazione”.

Per coloro che invece intendono investire in borsa in aree geografiche o settori meno sopravvalutati o con buone potenzialità di rialzo a medio termine la zona euro, il Giappone e la biotecnologia continuano a restare attraenti.

“Nel complesso, le economie europee sono in continua crescita, la fiducia dei consumatori è alta, il settore bancario sembra essersi riportato sulla retta via e la crescita del PIL dell’area euro ha quest’anno uguagliato o addirittura superato quella del PIL statunitense” commenta nell’articolo “Eurolandia, da zona di crisi ad approdo sicuro” Sergio Trezzi, Managing Director, Head of Retail Distribution – Europe (ex UK), Middle East and Latin America che, proprio alla luce di questa situazione, non è affatto stupito del fatto che gli investitori trovino questo mercato sempre più interessante anche perché ha potuto notare che alcuni investitori stanno riconsiderando i propri investimenti nel Regno Unito, esaminando con maggiore attenzione le opportunità d’investimento nell’Eurozona.

Passando invece al Sol Levante, se si analizzano i fattori che giocano a favore dell’economia giapponese e quelli che potrebbero rappresentare degli ostacoli o dei rischi, si può constatare che il bilancio pende a favore dei primi. A sostenerlo, nell’articolo “Giappone, prevalgono i fattori a favore rispetto agli ostacoli alla crescita” è Seung Kwak, Gestore del portafoglio di Capital Group, che ha fatto un bilancio delle politiche reflazionistiche del primo ministro Shinzo Abe e dei fattori che possono intralciare il percorso di crescita del Sol Levante. Di particolare rilievo, per Seung Kwak, è la riforma della corporate governance (un punto cardine dell’Abenomics) che gradualmente sta facendo registrare passi in avanti: le compagnie quotate, ad esempio, sono invitate a nominare amministratori esterni e a sviluppare un sistema efficace di governance.

Infine, una riflessione sul settore biotech la offre, nell’articolo “Biotech, come individuare le società più innovative”, il team di gestione del fondo [tooltip-fondi codice_isin="LU0112497440"]Pictet Biotech[/tooltip-fondi]. “Le società biotecnologiche possono anche essere interessanti obiettivi di acquisizione per le aziende farmaceutiche dotate di abbondante liquidità, grazie a un consolidato know how in ricerca e innovazione. Si crea così un potenziale di fusioni e acquisizioni in grado di generare alti rendimenti per gli investitori” fa sapere il team, la cui strategia punta a individuare le società più innovative che sviluppano farmaci in grado di contrastare le malattie letali o legate allo stile di vita, alleviando così la pressione sui sistemi sanitari.
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