Europa
Idee di investimento – Azioni – 28 agosto 2017
28 Agosto 2017 09:51
endo piccole quote in opzioni, ETF e fondi specializzati è possibile sfruttare gli attuali bassi livelli di volatilità in vista di future tensioni sui mercati. “I livelli attualmente inferiori alla media della volatilità dei mercati finanziari offrono opportunità interessanti sia a chi realizza coperture sia agli investitori” puntualizzano nell’articolo “Volatilità, un’asset class conveniente per diversificare il portafoglio” gli esperti di Credit Suisse che poi spiegano: “La volatilità è una misura importante per i prezzi delle opzioni. Livelli di volatilità sensibilmente al di sotto della media storica consentono di acquistare opzioni a basso prezzo. Gli investitori preoccupati delle valutazioni azionarie dopo il lungo rimbalzo possono sfruttare la bassa volatilità per acquistare a buon prezzo una protezione al ribasso utilizzando opzioni put o strutture analoghe. Al contrario, investitori con notevoli disponibilità e che non hanno sfruttato il rimbalzo dei mercati azionari possono sfruttare la bassa volatilità per acquistare una partecipazione al rialzo dei mercati azionari, con rischi di ribasso molto limitati, utilizzando opzioni call o strutture analoghe”.
Andrea Delitala, Head of Euro Multi Asset, e Marco Piersimoni, Senior Portfolio Manager di Pictet Asset Management, dal canto loro, mettono in guardia gli investitori sulle possibili implicazioni derivanti dalle prossime mosse della Federal Reserve americana. Secondo i due manager, ci dovrebbe essere un graduale rialzo dei tassi di riferimento USA e, nel momento in cui la banca centrale americana comincerà a ridurre il proprio attivo di bilancio interrompendo il reinvestimento automatico di cedole e proventi del proprio portafoglio titoli, potrebbero materializzarsi condizioni avverse agli attivi rischiosi. “Un altro evento potenzialmente pericoloso (in aggiunta alle tensioni geopolitiche) è rappresentato dall’impasse politica a Washington” sottolineano nell’articolo “Fed, le prossime mosse potrebbero creare condizioni avverse agli attivi rischiosi” Andrea Delitala e Marco Piersimoni che poi spiegano: “Il raggiungimento del limite di debito emettibile dal governo è previsto per settembre, e in assenza di un accordo sarà necessario il taglio di spese dell’amministrazione pubblica, la chiusura di uffici governativi e, nel caso estremo, di un default sui titoli di stato americani”.
Intanto, se l’euro frena la corsa al rialzo (soprattutto rispetto al dollaro) e Wall Street mantiene le posizioni, l’azionario Europa evidenzia fondamentali e prospettive migliori di quello americano. “L’allocazione alle azioni dell’Eurozona quest’anno costituisce un buon esempio della gestione dinamica delle esposizioni di portafoglio” fanno sapere nell’articolo “Borse, la preferenza di Europa rispetto a Wall Street può proseguire” gli esperti di Credit Suisse che poi spiegano: “A marzo, abbiamo avviato una ponderazione significativamente maggiore rispetto alla asset allocation strategica (SAA) quando la View della nostra casa d’investimento sulle azioni dell’Eurozona è stata riportata a positiva. La successiva buona performance del mercato dell’Eurozona ci ha portati a ridurre l’esposizione a metà giugno, e abbiamo investito i proventi su altri mercati ritenuti interessanti” specificano i professionisti di Credit Suisse che, nonostante tutto questo, restano ancora positivi sulle azioni dell’Eurozona come peraltro riflesso in una modesta sovra ponderazione in portafoglio.
Positivo sulla zona euro è pure Edoardo Ugolini, Portfolio Manager gestore del fondo Zest Absolute Return Var 4 di Zest AM. “La recente divergenza dei prezzi di Borsa europei rispetto ai fondamentali (per come li osserviamo noi) potrebbe essere vista come un’opportunità di trading per la rimanente parte del 2017, a meno che non vi attendiate una recessione nel 2018 nell’Eurozona o a livello globale, così da giustificare la corrente compressione dei multipli” specifica nell’articolo “Azionario Europa, c’è spazio per un rialzo dell’11 per cento” Edoardo Ugolini. Certo, i rischi non mancano (dalla Corea del Nord alla amministrazione Trump, dalle elezioni tedesche alla politica italiana fino alla riduzione del QE da parte della Bce) ma Edoardo Ugolini non sembra avere dubbi: “Noi siamo più compratori che venditori anche perché il rischio di perdita dovrebbe essere limitato e le alternative disponibili (in particolare le obbligazioni) ci sembrano ancora più rischiose dell’equity della zona euro” conclude il manager.
Per quanto riguarda i mercati emergenti, un approfondimento interessante è quello che emerge dalla lettura dell’articolo “BRIC, India nota stonata in un contesto di outlook in miglioramento” nel quale Craig Botham, Emerging Markets Economist di Schroders, intravede l’outlook della crescita dei BRIC in miglioramento nella seconda parte dell’anno con una sola eccezione: l’India. Gli ultimi dati economici del paese asiatico hanno infatti sorpreso in negativo facendo rivedere al ribasso le stime per il PIL del 2017 dal 7,4% al 6,9%. In Cina, fa notare Craig Botham, la crescita ha superato nel secondo trimestre le attese spingendo a rivedere al rialzo le aspettative di crescita per quest’anno al 6,7% dal 6,6% precedente. “Assumendo che lo scenario resti invariato, continuiamo ad attenderci un rallentamento nella seconda metà dell’anno a seguito dell’inasprimento delle condizioni del credito” sottolinea tuttavia Craig Botham che, al contrario, è più positivo sulle prospettive di Brasile e Russia.
Infine, gli esperti di Columbia Threadneedle Investments segnalano, nell’articolo “Tecnologia, solo in rare occasioni il futuro è apparso così brillante”, cinque motivi per avere in portafoglio titoli tecnologici: dalla crescita del cloud computing al consolidamento delle imprese di semiconduttori, dagli smartphone che diventano più costosi all’ascesa dell’intelligenza alternativa e dell’apprendimento automatico fino alla affidabilità degli utili generati dalle società del settore. La maggior parte delle aree del settore vanta solidi fondamentali, ad esempio il mondo dei software, quello dei semiconduttori e, in particolare, i titoli legati a Internet. Tuttavia per i professionisti di Columbia Threadneedle è indispensabile essere selettivi nelle scelte, in quanto non tutti i titoli tecnologici sono destinati al successo. “Alcune delle società tecnologiche più mature registrano un calo delle vendite, mentre altre tra quelle più recenti presentano valutazioni elevate ed erodono liquidità a causa di modelli di business insostenibili” precisano gli esperti di Columbia Threadneedle.
Andrea Delitala, Head of Euro Multi Asset, e Marco Piersimoni, Senior Portfolio Manager di Pictet Asset Management, dal canto loro, mettono in guardia gli investitori sulle possibili implicazioni derivanti dalle prossime mosse della Federal Reserve americana. Secondo i due manager, ci dovrebbe essere un graduale rialzo dei tassi di riferimento USA e, nel momento in cui la banca centrale americana comincerà a ridurre il proprio attivo di bilancio interrompendo il reinvestimento automatico di cedole e proventi del proprio portafoglio titoli, potrebbero materializzarsi condizioni avverse agli attivi rischiosi. “Un altro evento potenzialmente pericoloso (in aggiunta alle tensioni geopolitiche) è rappresentato dall’impasse politica a Washington” sottolineano nell’articolo “Fed, le prossime mosse potrebbero creare condizioni avverse agli attivi rischiosi” Andrea Delitala e Marco Piersimoni che poi spiegano: “Il raggiungimento del limite di debito emettibile dal governo è previsto per settembre, e in assenza di un accordo sarà necessario il taglio di spese dell’amministrazione pubblica, la chiusura di uffici governativi e, nel caso estremo, di un default sui titoli di stato americani”.
Intanto, se l’euro frena la corsa al rialzo (soprattutto rispetto al dollaro) e Wall Street mantiene le posizioni, l’azionario Europa evidenzia fondamentali e prospettive migliori di quello americano. “L’allocazione alle azioni dell’Eurozona quest’anno costituisce un buon esempio della gestione dinamica delle esposizioni di portafoglio” fanno sapere nell’articolo “Borse, la preferenza di Europa rispetto a Wall Street può proseguire” gli esperti di Credit Suisse che poi spiegano: “A marzo, abbiamo avviato una ponderazione significativamente maggiore rispetto alla asset allocation strategica (SAA) quando la View della nostra casa d’investimento sulle azioni dell’Eurozona è stata riportata a positiva. La successiva buona performance del mercato dell’Eurozona ci ha portati a ridurre l’esposizione a metà giugno, e abbiamo investito i proventi su altri mercati ritenuti interessanti” specificano i professionisti di Credit Suisse che, nonostante tutto questo, restano ancora positivi sulle azioni dell’Eurozona come peraltro riflesso in una modesta sovra ponderazione in portafoglio.
Positivo sulla zona euro è pure Edoardo Ugolini, Portfolio Manager gestore del fondo Zest Absolute Return Var 4 di Zest AM. “La recente divergenza dei prezzi di Borsa europei rispetto ai fondamentali (per come li osserviamo noi) potrebbe essere vista come un’opportunità di trading per la rimanente parte del 2017, a meno che non vi attendiate una recessione nel 2018 nell’Eurozona o a livello globale, così da giustificare la corrente compressione dei multipli” specifica nell’articolo “Azionario Europa, c’è spazio per un rialzo dell’11 per cento” Edoardo Ugolini. Certo, i rischi non mancano (dalla Corea del Nord alla amministrazione Trump, dalle elezioni tedesche alla politica italiana fino alla riduzione del QE da parte della Bce) ma Edoardo Ugolini non sembra avere dubbi: “Noi siamo più compratori che venditori anche perché il rischio di perdita dovrebbe essere limitato e le alternative disponibili (in particolare le obbligazioni) ci sembrano ancora più rischiose dell’equity della zona euro” conclude il manager.
Per quanto riguarda i mercati emergenti, un approfondimento interessante è quello che emerge dalla lettura dell’articolo “BRIC, India nota stonata in un contesto di outlook in miglioramento” nel quale Craig Botham, Emerging Markets Economist di Schroders, intravede l’outlook della crescita dei BRIC in miglioramento nella seconda parte dell’anno con una sola eccezione: l’India. Gli ultimi dati economici del paese asiatico hanno infatti sorpreso in negativo facendo rivedere al ribasso le stime per il PIL del 2017 dal 7,4% al 6,9%. In Cina, fa notare Craig Botham, la crescita ha superato nel secondo trimestre le attese spingendo a rivedere al rialzo le aspettative di crescita per quest’anno al 6,7% dal 6,6% precedente. “Assumendo che lo scenario resti invariato, continuiamo ad attenderci un rallentamento nella seconda metà dell’anno a seguito dell’inasprimento delle condizioni del credito” sottolinea tuttavia Craig Botham che, al contrario, è più positivo sulle prospettive di Brasile e Russia.
Infine, gli esperti di Columbia Threadneedle Investments segnalano, nell’articolo “Tecnologia, solo in rare occasioni il futuro è apparso così brillante”, cinque motivi per avere in portafoglio titoli tecnologici: dalla crescita del cloud computing al consolidamento delle imprese di semiconduttori, dagli smartphone che diventano più costosi all’ascesa dell’intelligenza alternativa e dell’apprendimento automatico fino alla affidabilità degli utili generati dalle società del settore. La maggior parte delle aree del settore vanta solidi fondamentali, ad esempio il mondo dei software, quello dei semiconduttori e, in particolare, i titoli legati a Internet. Tuttavia per i professionisti di Columbia Threadneedle è indispensabile essere selettivi nelle scelte, in quanto non tutti i titoli tecnologici sono destinati al successo. “Alcune delle società tecnologiche più mature registrano un calo delle vendite, mentre altre tra quelle più recenti presentano valutazioni elevate ed erodono liquidità a causa di modelli di business insostenibili” precisano gli esperti di Columbia Threadneedle.
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