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Idee di investimento – Azioni – 21 agosto 2017

21 Agosto 2017 09:49
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Mentre è in atto una ripresa globale piuttosto diffusa in tutte le aree del mondo, sia quelle sviluppate che quelle emergenti, in Cina destano preoccupazione l’indebitamento aziendale elevato, la sovraccapacità in molti settori manifatturieri e il mercato immobiliare tirato nelle grandi città. “L’economia cinese è gestita dal governo e dalla banca centrale che hanno l’obiettivo di far convergere il paese su una traiettoria di crescita stabile. Ma si intravedono molti pericoli nel paese. L’indebitamento aziendale è troppo alto, ci sono sovraccapacità in molti settori manifatturieri e il mercato immobiliare è piuttosto tirato nelle grandi città. Tutte queste fonti di squilibrio sono gestiti dal governo di Pechino e dalla banca centrale. Il rischio è un costo sociale elevato che le autorità cinesi non possono accettare” specifica nell’articolo “Ripresa globale, perché la Cina resta l’osservato speciale” Philippe Waechter, Chief Economist di Natixis Asset Management.

Un antidoto per cercare di contrastare gli impatti negativi di un rallentamento della congiuntura internazionale qualora i pericoli cinesi si acuissero, è rappresentato dagli investimenti in innovazione tecnologica. In questo modo le imprese possono dotarsi di una struttura interna che ne aumenta la competitività a livello internazionale. In quest’ottica va segnalato il nuovo massimo dell’anno dell’Indice Ifiit, accreditato presso il Ministero dello sviluppo economico e l’Agenzia dell’Innovazione, che ad agosto si è attestato a quota 38,40 punti. Come specificato nell’articolo “Innovazione aziendale, ad agosto raggiunto il nuovo massimo dell’anno” i settori industriali produttivi e una parte del terziario avanzato sono quelli che stanno trainando il ritmo della propensione all’investimento innovativo in Italia mentre la farmaceutica, la meccanica e il settore dei trasporti (lungo tutta la sua lunga filiera) rappresentano i tre pilastri del processo di rinnovamento produttivo in atto: l’industria manifatturiera, invece, beneficia della spinta della ripresa della domanda internazionale e dagli incentivi alla sostituzione dei macchinari dettati dal piano Industria 4.0. Anche nel segmento bancario e in quello dei pagamenti si registra una maggiore dinamicità dovuta sia alla diffusione degli innovativi sistemi di pagamento elettronico legati all’home banking e sia alle app per smartphone, e sia per la necessità di implementare i sistemi informativi dei gruppi coinvolti nelle aggregazioni e nei salvataggi bancari.

Guardando ai mercati finanziari, Mihir Worah, CIO delle strategie di rendimento reale e dell’Asset Allocation, e Geraldine Sundstrom, Managing director e portfolio manager di PIMCO, nel loro ultimo outlook di Asset Allocation, pur non prevedendo un’imminente recessione, stimano che le sue probabilità siano del 70% circa nei prossimi tre-cinque anni. “Gli investitori hanno beneficiato di una certa stabilità economica e, soprattutto, di rendimenti di mercato positivi per anni, ma le valutazioni eccessive e un contesto macroeconomico mutevole suggeriscono che un cambiamento è alle porte” precisano nell’articolo “Recessione, la probabilità che si materializzi entro i prossimi 3-5 anni è al 70%” i due manager che raccomandano una particolare attenzione alle valutazioni, alla costruzione del portafoglio e alla diversificazione: fattori essenziali per superare i rischi posti dagli innumerevoli punti cruciali di svolta.

Intanto, come argomentato nell’articolo “Trump ha ragione, le aziende USA non hanno mai fatto così tanti utili come adesso”, secondo gli analisti quest’anno gli utili dell’S&P500 dovrebbero salire del 10,3% su base annua, e di un ulteriore +11,1% nel 2018 e di un altro +9,5% nel 2019. Ancora più importante, dal punto di vista degli investitori, è l’elenco di 20 aziende dell’S&P500 che vantano sia un incremento delle vendite per azione nella maggior parte degli ultimi 12 mesi e sia un miglioramento dei margini di profitto lordo. Tra queste ben sei compagnie sono attive nel settore produzione di petrolio e gas: Anadarko Petroleum, EQT Corp., Range Resources Corp., Pioneer Natural Resources, Cabot Oil & Gas Corp e EOG Resources . Altre tre rientrano nel settore biotecnologia e specialità mediche: Vertex Pharmaceuticals, Incyte Corp. e Align Technology. Tre aziende sono specializzate nella produzione di semiconduttori (Nvidia Corp, Broadcom e Micron Technology) e altre due nelle apparecchiature elettroniche di produzione (Applied Materials e Lam Research Corp). Si segnalano poi la società di servizi di elaborazione dati Total Systems Services Inc., le due banche – broker d’investimento E-Trade Financial Corp e Ameriprise Financial, la società ingegneristica Quanta Services, Netflix e Facebook.

Infine, vale la pena riconsiderare il settore del lusso che ha sofferto alcune situazioni avverse a cominciare dal rallentamento delle vendite in Cina negli ultimi due anni: ostacoli che però ora sembrerebbero superati. “I beni di lusso sono più ciclici dei beni di consumo tipicamente difensivi come gli alimenti, ma spesso si dimostrano più resistenti alla congiuntura. Dipende molto dal segmento di appartenenza: automobili, gioielli e orologi sono ad esempio più ciclici del cognac o dei cosmetici” fa sapere, nell’articolo “Settore lusso, perché mettere al centro il prodotto senza mai accettare compromessi sulla qualità”, Scilla Huang Sun, Gestore del fondo GAM Multistock – Luxury Brands Equity di GAM, secondo la quale, in un contesto positivo per l’economia mondiale, si osserva un ritorno di interesse sui temi d’investimento che beneficiano della crescita strutturale dei paesi emergenti, dove il ceto medio si sta sviluppando a una velocità superiore alla media e alimenta l’appetito per i marchi occidentali. “Attualmente il nostro fondo del lusso detiene le posizioni maggiori in Hermès, LVMH e L’Oréal, ma investiamo anche in nomi quali Estée Lauder, Kering, Pernod Ricard, Richemont e Tiffany” rivela Scilla Huang Sun il cui obiettivo consiste nell’investire in 25-40 aziende del lusso.
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