High Yield
Idee di investimento – Obbligazioni – 08 maggio 2017
8 Maggio 2017 10:28
scita economica globale e le minori fonti di preoccupazioni politiche in Europa fanno preferire gli asset rischiosi i cui margini di rialzo sono però limitati. “Il posizionamento del nostro portafoglio rimane invariato per i prossimi mesi” specifica nell’articolo “Asset rischiosi, il contesto è favorevole ma il potenziale di rialzo è limitato” Christophe Bernard, Chief Strategist di Vontobel rivelando un peso neutrale sulle azioni, unovrappeso sul credito (obbligazioni societarie e debito dei mercati emergenti) e un deciso sottopeso sui titoli di Stato dei Paesi industrializzati ‘core’ come gli USA e la Germania. Per lo strategist, sebbene il contesto mondiale rimanga favorevole alle attività rischiose in virtù degli utili societari ragionevolmente elevati e della politica monetaria ancora accomodante per la maggior parte delle principali banche centrali, il potenziale di rialzo è comunque limitato alla luce di valutazioni non molto allettanti.
Entrando più nello specifico, però, mentre nell’high yield europeo diminuiscono le vere occasioni di acquisto, nell’high yield USA sono presenti rendimenti maggiori e migliori prospettive. Alla luce di questa considerazione e tenendo conto di trovarci in una fase del ciclo di credito nello stadio avanzato, i gestori di Brandywine Global, affiliata del gruppo Legg Mason, cercano di selezionare società che presentino attivi valorizzabili o flussi di cassa stabili.“Di conseguenza, all’interno dei nostri portafogli globali abbiamo preferito ridurre già nel 2015 e 2016 la nostra allocazione alle obbligazioni societarie europee, a favore di quelle di Stati Uniti e America Latina: una scelta che ha pagato, soprattutto lo scorso anno” fanno sapere nell’articolo “High yield Europa, un’opportunità da valutare con molta attenzione” gli esperti di Brandywine, secondo i quali la stima di 3-4 rialzi del tasso di riferimento da parte della Federal Reserve nei prossimi 12 mesi dovrebbe avere un impatto limitato sul comparto high yield, fermo restando un miglioramento continuo dell’economia. “Ci aspettiamo infatti che il contributo positivo derivante da un’economia solida consentirà al settore high yield americano di compensare in maniera più che proporzionale l’impatto negativo derivante dal rialzo dei tassi. Così è stato già nell’ultimo trimestre dello scorso anno e in questi primi tre mesi del 2017, quando, anche a fronte del forte sell-off del mercato dei Treasury statunitensi, l’high yield statunitense ha registrato un risultato positivo rispetto ad altri comparti obbligazionari” spiegano i professionisti di Brandywine, che, al contrario, preferiscono assumere un atteggiamento cauto sul comparto high yield europeo.
Restando nell’ambito delle obbligazioni societarie americane, Damien McCann, analista degli investimenti nel reddito fisso di Capital Group, rimane convinto che sia giustificata un’elevata esposizione alle società energetiche, in particolare in quelle attive negli oleodotti e nei gasdotti. Come spiega il manager nell’articolo “Obbligazioni, perché adesso è possibile trovare valore nel settore energetico”, sebbene le valutazioni abbiano registrato una forte ripresa dai minimi, sussistono almeno tre fattori di supporto a questa opzione di investimento capace di assicurare rendimenti superiori al mercato. In primis, i dirigenti delle società attive nelle condutture energetiche dovrebbero mantenere una certa prudenza sia per proteggere i rating creditizi investment grade e sia per evitare il ritorno al difficilissimo mercato obbligazionario degli ultimi anni: per farlo potranno procedere con tagli ai dividendi, vendite di attività e rimborso dei debiti. In secondo luogo è piuttosto difficile che le quotazioni petrolifere possano scendere in modo significativo al di sotto dei 50 dollari per un periodo di tempo prolungato alla luce dell’impegno dell’OPEC (organizzazione dei produttori di greggio) per il riequilibrio del mercato attraverso tagli della produzione e altri fattori dell’offerta. In terzo luogo, anche grazie alla più limitata offerta sul mercato, si nota un maggiore interesse degli investitori verso le obbligazioni delle società attive nei gasdotti e negli oleodotti.
Un altro segmento al quale i risparmiatori possono guardare con interesse è poi quello dei bond bancari subordinati. Lo fa presente nell’articolo “Banche, perchè prendere in considerazione le obbligazioni subordinate“ Carlo Benetti, Head of Market Research and Business Innovation di GAM (Italia) SGR, che, rivolgendosi ai risparmiatori obbligazionari in cerca di alternative agli strumenti direzionali, ricorda loro di valutare la sottoscrizione della parte inferiore della struttura di capitale di aziende a elevato merito di credito: le minori tutele del risparmiatore dovrebbero essere compensate dal maggior rendimento mentre la qualità dell’emittente dovrebbe scongiurare il rischio di default (fallimento).
Da evitare, invece, i titoli di stato americani ed europei. Lo sostiene, nell’articolo “Meglio stare alla larga dai governativi USA ed europei” Richard Turnill, BlackRock’s Global Chief Investment Strategist che spiega: “Ci aspettiamo di vedere un aumento della curva dei rendimenti nel tempo, con rendimenti dei titoli a più lunga scadenza, in particolare, in aumento, passando da un periodo di crescita accelerata ad una nuova fase di espansione economica sostenuta” specifica Richard Turnill, che vede i rendimenti delle obbligazioni con durate di cinque anni o meno come le più vulnerabili nei prossimi mesi ad ogni incremento delle aspettative di rafforzamento delle mosse al rialzo da parte della Fed. “Di conseguenza siamo sottopesati nei titoli di stato USA ed europei” specifica Richard Turnill.
Entrando più nello specifico, però, mentre nell’high yield europeo diminuiscono le vere occasioni di acquisto, nell’high yield USA sono presenti rendimenti maggiori e migliori prospettive. Alla luce di questa considerazione e tenendo conto di trovarci in una fase del ciclo di credito nello stadio avanzato, i gestori di Brandywine Global, affiliata del gruppo Legg Mason, cercano di selezionare società che presentino attivi valorizzabili o flussi di cassa stabili.“Di conseguenza, all’interno dei nostri portafogli globali abbiamo preferito ridurre già nel 2015 e 2016 la nostra allocazione alle obbligazioni societarie europee, a favore di quelle di Stati Uniti e America Latina: una scelta che ha pagato, soprattutto lo scorso anno” fanno sapere nell’articolo “High yield Europa, un’opportunità da valutare con molta attenzione” gli esperti di Brandywine, secondo i quali la stima di 3-4 rialzi del tasso di riferimento da parte della Federal Reserve nei prossimi 12 mesi dovrebbe avere un impatto limitato sul comparto high yield, fermo restando un miglioramento continuo dell’economia. “Ci aspettiamo infatti che il contributo positivo derivante da un’economia solida consentirà al settore high yield americano di compensare in maniera più che proporzionale l’impatto negativo derivante dal rialzo dei tassi. Così è stato già nell’ultimo trimestre dello scorso anno e in questi primi tre mesi del 2017, quando, anche a fronte del forte sell-off del mercato dei Treasury statunitensi, l’high yield statunitense ha registrato un risultato positivo rispetto ad altri comparti obbligazionari” spiegano i professionisti di Brandywine, che, al contrario, preferiscono assumere un atteggiamento cauto sul comparto high yield europeo.
Restando nell’ambito delle obbligazioni societarie americane, Damien McCann, analista degli investimenti nel reddito fisso di Capital Group, rimane convinto che sia giustificata un’elevata esposizione alle società energetiche, in particolare in quelle attive negli oleodotti e nei gasdotti. Come spiega il manager nell’articolo “Obbligazioni, perché adesso è possibile trovare valore nel settore energetico”, sebbene le valutazioni abbiano registrato una forte ripresa dai minimi, sussistono almeno tre fattori di supporto a questa opzione di investimento capace di assicurare rendimenti superiori al mercato. In primis, i dirigenti delle società attive nelle condutture energetiche dovrebbero mantenere una certa prudenza sia per proteggere i rating creditizi investment grade e sia per evitare il ritorno al difficilissimo mercato obbligazionario degli ultimi anni: per farlo potranno procedere con tagli ai dividendi, vendite di attività e rimborso dei debiti. In secondo luogo è piuttosto difficile che le quotazioni petrolifere possano scendere in modo significativo al di sotto dei 50 dollari per un periodo di tempo prolungato alla luce dell’impegno dell’OPEC (organizzazione dei produttori di greggio) per il riequilibrio del mercato attraverso tagli della produzione e altri fattori dell’offerta. In terzo luogo, anche grazie alla più limitata offerta sul mercato, si nota un maggiore interesse degli investitori verso le obbligazioni delle società attive nei gasdotti e negli oleodotti.
Un altro segmento al quale i risparmiatori possono guardare con interesse è poi quello dei bond bancari subordinati. Lo fa presente nell’articolo “Banche, perchè prendere in considerazione le obbligazioni subordinate“ Carlo Benetti, Head of Market Research and Business Innovation di GAM (Italia) SGR, che, rivolgendosi ai risparmiatori obbligazionari in cerca di alternative agli strumenti direzionali, ricorda loro di valutare la sottoscrizione della parte inferiore della struttura di capitale di aziende a elevato merito di credito: le minori tutele del risparmiatore dovrebbero essere compensate dal maggior rendimento mentre la qualità dell’emittente dovrebbe scongiurare il rischio di default (fallimento).
Da evitare, invece, i titoli di stato americani ed europei. Lo sostiene, nell’articolo “Meglio stare alla larga dai governativi USA ed europei” Richard Turnill, BlackRock’s Global Chief Investment Strategist che spiega: “Ci aspettiamo di vedere un aumento della curva dei rendimenti nel tempo, con rendimenti dei titoli a più lunga scadenza, in particolare, in aumento, passando da un periodo di crescita accelerata ad una nuova fase di espansione economica sostenuta” specifica Richard Turnill, che vede i rendimenti delle obbligazioni con durate di cinque anni o meno come le più vulnerabili nei prossimi mesi ad ogni incremento delle aspettative di rafforzamento delle mosse al rialzo da parte della Fed. “Di conseguenza siamo sottopesati nei titoli di stato USA ed europei” specifica Richard Turnill.
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