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Borsa di Tokyo

Mercati 2017, le small e mid cap USA in pole position

Le prospettive 2017 in tema di reflazione e maggiore crescita USA favoriscono le small e mid cap americane ma ci sono opportunità anche in Giappone e mercati emergenti.

22 Dicembre 2016 09:28
financialounge -  Borsa di Tokyo J.P. Morgan Asset Management mercati azionari mercati emergenti mid cap reflazione small cap Stephanie Flanders USA Wall Street

Il recente aumento dei rendimenti obbligazionari dovrebbe portare benefici ai titoli finanziari, che sono rappresentati in misura significativa nell’indice principale EuroStoxx. Lo sottolinea Stephanie Flanders, Managing Director, Chief Market Strategist for the UK and Europe di J.P. Morgan Asset Management, secondo la quale un euro più debole potrebbe a sua volta favorire in misura marginale gli utili societari.

“Gli investitori dovranno tuttavia bilanciare questi probabili fattori positivi con gli effetti economici negativi dell’irrigidimento delle condizioni finanziarie e dell’incertezza politica” fa sapere Stephanie Flanders che, nel complesso, ritiene che per gli indici azionari dell’Eurozona sarà difficile riuscire a registrare performance più brillanti rispetto a quelli degli altri mercati sviluppati mentre sul versante dei titoli finanziari risulterà sempre premiante la capacità di selezione e la gestione attiva.

Più positiva, invece, la view sulla Borsa di Tokyo e americana. Secondo Stephanie Flanders, se gli investitori rinnoveranno la fiducia nella nuova politica della Bank of Japan (BoJ) mirata a controllare il rendimento obbligazionario decennale e lo yen continuerà ad indebolirsi rispetto al dollaro, il principale indice dei titoli giapponesi potrebbe registrare performance positive ma sarà comunque il mercato azionario americano quello che dovrebbe continuare a esprimere le performance migliori.

“Il settore delle small e mid cap, che dovrebbe risentire meno del rafforzamento del dollaro e dovrebbe beneficiare più di altri dei previsti tagli delle imposte sulle società, dovrebbe essere quello più dinamico” sostiene Stephanie Flanders che però avverte: gli investitori saranno comunque chiamati a prestare attenzione a importanti mutamenti settoriali, qualora il tema della reflazione continui a rafforzarsi. Stephanie Flanders continua la sua panoramica ritenendo le azioni britanniche meno interessanti rispetto all’inizio dell’anno mentre la vera sfida per gli investitori per i 2017 sarà rappresentata dai mercati emergenti.

“Il maggiore rischio per gli attivi dei mercati emergenti è oggi costituito da una prematura recessione negli Stati Uniti oppure, più verosimilmente, da un ulteriore rialzo del dollaro e o un cedimento delle quotazioni delle materie prime” specifica Stephanie Flanders che ricorda poi come, grazie alle correzioni delle partite correnti e valutarie registrate a partire dal 2013, i mercati emergenti siano divenuti molto meno vulnerabili ai rischi di ribasso rispetto al passato e vantino l’esclusivo vantaggio, nell’attuale contesto, di offrire attivi rischiosi con prezzi ancora ragionevolmente interessanti.

“Riteniamo che sia troppo presto per abbandonare l’idea di una ripresa dei mercati emergenti, sebbene le prospettive di tassi globali più elevati dovrebbero indurre gli investitori ad avere più fiducia nelle azioni emergenti piuttosto che nel debito emergente” conclude Stephanie Flanders.

** Il presente articolo è stato redatto da FinanciaLounge. Una parte di contenuti e dati gentilmente concessi da J.P. Morgan Asset Management

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