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Mercati: dollaro USA, tassi di interesse e utili aziendali determineranno la direzione

Nei prossimi mesi, i mercati saranno influenzati soprattutto dalla direzione del dollaro USA, dai tassi di interesse americani e dell’euro e dalla crescita degli utili.

19 Ottobre 2016 09:48
financialounge -  Amundi dollaro investment grade mercati azionari trimestrali USA

In attesa di sapere chi sarà il prossimo presidente degli Stati Uniti, prevale la prudenza. Tuttavia, in ottica di medio termine, la direzione dei mercati sarà influenzata soprattutto da tre driver: l’andamento del dollaro USA, lo sviluppo dei tassi di interesse in America e nella zona euro e la dinamica degli utili aziendali.

Secondo gli esperti di Amundi, è piuttosto difficile che i tassi lunghi tedeschi (quelli da 10 anni in su) possano salire di molto rispetto ai livelli attuali (poco al di sopra dello zero) in quanto è improbabile che la banca centrale europea (BCE) possa decidere di ridurre il volume degli acquisti di obbligazioni europee sul mercato.

Diverso invece il discorso relativo al biglietto verde che nelle ultime settimane ha ripreso a salire nei confronti di quasi tutte le principali valute: il fixing EUR/USD, in particolare, si è attestato a quota 1,10, una soglia che non veniva registrata dalla fine di luglio.

“Il rafforzamento della divisa americana trova la principale spiegazione nella maggior probabilità di un rialzo dei tassi da parte della Federal reserve (Fed) a dicembre e, in secondo luogo, per il calo di popolarità nei sondaggi di Donald Trump. Tuttavia, i margini di ulteriore apprezzamento del dollaro sembrano limitati” fanno sapere gli specialisti di Amundi che osservano anche il discreto stato di salute delle obbligazioni con rating superiore (investment grade) americane.

Un segmento che ha registrato flussi d’investimento positivi nel corso delle ultime settimane grazie all’interesse degli investitori verso i titoli a più alto rendimento e di buona qualità: un afflusso di acquisti agevolato dal ciclo di rialzo dei tassi più debole del previsto e da un comportamento meno aggressivo (in termini di emissioni) da parte delle imprese.

Per quanto riguarda infine il mercato azionario, le quotazioni risentono della minore propensione al rischio da parte degli investitori: un atteggiamento dettato dal rialzo dei tassi di mercato dei tassi a medio e lungo termine e dai primi (deludenti) dati delle trimestrali.

“Senza trascurare il contesto pre-elettorale negli Stati Uniti, il rafforzamento del dollaro potrebbe rappresentare, nel caso in cui continuasse, un ostacolo per gli utili americani. I mercati azionari, per poter proseguire il trend leggermente rialzista iniziato da febbraio, necessitano del sostegno di tassi d'interesse minimi o del miglioramento dei profitti aziendali” precisano infine gli esperti di Amundi.

** Il presente articolo è stato redatto da FinanciaLounge. Una parte di contenuti e dati gentilmente concessi da Amundi Asset Management

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