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Idee di investimento – Obbligazioni – 10 ottobre 2016

10 Ottobre 2016 10:13

financialounge -  idee di investimento mercati obbligazionari
ente l’inflazione in Europa mostra segnali di lieve crescita: sebbene siano deboli per pensare ad una inversione di tendenza si tratta di movimenti incoraggianti. Lo fa notare nell’articolo “Inflazione, affiora un incoraggiante aumento sotto traccia”, Anna Stupnytska, Global Economist di Fidelity International.
“In Europa, sta prendendo corpo un incremento dell’inflazione, trainata da un incremento di una certa intensità dei prezzi al consumo in Germania e dall’uscita dalla deflazione della Spagna per la prima volta dal 2014” puntualizza l’economista. Uno scenario a cui può contribuire anche l’annuncio di un taglio della produzione da parte dell’OPEC.

Molto attenti alle possibili implicazioni sui portafogli conseguenti ad aumento dell’inflazione sono pure Joachim Fels, Managing director e consulente economico globale di PIMCO, e Andrew Balls, CIO Global Fixed Income di PIMCO.
“Confermiamo il giudizio favorevole sui TIPS (Treasury Inflation-Protected Securities, i titoli del Tesoro USA legati all’inflazione) alla luce delle valutazioni, di un’inflazione dei prezzi al consumo attesa del 2-2,5% nel 2017 e del rischio a lungo termine di un’inflazione superiore alle previsioni a causa delle varie forme di allentamento monetario” sottolineano nell’articolo “Stabilità senza certezze, resta questo il tema di lungo periodo” Joachim Fels e Andrew Balls che, inoltre, rivelano di mantenere in portafoglio piccole quote negli MBS (Mortgage-Backed Securities, titoli garantiti da ipoteche su immobili) di agenzie, in funzione delle valutazioni ragionevoli.

Anche per Ritchie Tuazon, gestore di portafogli obbligazionari di Capital Group, non ci sono dubbi: i TIPS rappresentano un investimento interessante. E lo sono, come argomentato nell’articolo “Inflazione USA, investire in TIPS rappresenta un investimento interessante”, per almeno tre ragioni. In primis l’energia, che ha frenato i prezzi al consumo negli ultimi due anni, non costituisce ora un ostacolo all’inflazione primaria. In secondo luogo le prospettive relative all’inflazione core (quella che esclude energia e beni di prima necessità come quelli alimentari) sono positive. Infine, e siamo alla terza ragione, il mercato dei TIPS appare ancora piuttosto sottovalutato.

Resta il fatto che i portafogli degli investitori italiani, molto investiti nei bond, potrebbero risultare esposti a forti rischi in caso di una brusca inversione del trend economico.
“La gran parte dei portafogli degli investitori italiani non è pronta all’eventuale brusca inversione di tendenza, all’eventualità che le mosse delle banche centrali siano più rapide di quanto scontato” specifica nell’articolo “Investitori, i portafogli non sono pronti ad una brusca inversione di tendenza”, Carlo Benetti, Head of Market Research and Business Innovation di GAM (Italia) SGR.
Lo scenario di fondo di GAM delinea il possibile restringimento dell’offerta di petrolio nel corso del 2017 per effetto ritardato della sospensione dei piani di investimento intervenuta negli ultimi due-tre anni con una possibile ricomparsa dell’inflazione. Nessuno, infatti, può escludere la possibilità che anche l’inflazione torni a rialzare la testa sorprendendo banchieri centrali, operatori e portafogli. Una eventualità che renderebbe estremamente complicato ricercare rendimento nei differenziali delle obbligazioni: proprio la situazione che dovrebbero affrontare la gran parte dei risparmiatori italiani i cui portafogli risultano molto esposti al reddito fisso.

Una possibile soluzione la espone nell’articolo “Obbligazioni, un profilo di rischio migliore di quello offerto dagli indici tradizionaliAndrew Cormack, Portfolio manager di Western Asset (gruppo Legg Mason), che ha analizzato gli effetti dei bassi tassi d’interesse sui portafogli a reddito fisso.
Secondo il manager, al fine di poter gestire in modo efficace una fase di tassi di interesse estremamente bassi o negativi, è indispensabile adottare un approccio attivo, capace di generare alfa (extra rendimento rispetto al mercato), assumendo un profilo di rischio migliore di quello offerto dall’esposizione al beta dei principali indici dei mercati obbligazionari.
“Un’opportunità importante consiste nell’esaminare i titoli con rating inferiore. Basti infatti pensare che per trovare un titolo di stato tedesco con rendimento positivo occorre investire dalle scadenza 2031 in su mentre nell’universo dei governativi italiani basta il titolo con scadenza a 3 anni” sostiene Andrew Cormack che, al di fuori dei titoli di stato, continua a guardare con favore alcuni settori del credito investment grade.

Un’altra opzione può essere quella, documentata nell’articolo “Investimenti obbligazionari, la soluzione giusta per l’attuale contesto di mercato”, di offrire uno strumento che risponde alle esigenze dei risparmiatori italiani (molto esposti nell’obbligazionario) comportandosi come ha fatto nel passato un’obbligazione (erogare reddito, mantenere un andamento stabile e muoversi in maniera decorrelata dall’azionario) ma, al contempo, evitandone i principali svantaggi a cui oggi andrebbe incontro.
Una soluzione flessibile, contraddistinta da una molteplicità di fonti di rendimento, da un’attenta gestione del rischio e, soprattutto, da una qualità ed esperienza di un team di gestione con un track record eccezionale, che ha pochi pari sul mercato. Un identikit di specifici fondi come per esempio FF Flexible Bond Fund di Fidelity International, una soluzione adatta a occupare un ruolo centrale nella costruzione di ogni portafoglio, e non solo come alternativa alle singole obbligazioni.

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