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Anna Stupnytska

Inflazione, affiora un incoraggiante aumento sotto traccia

Di recente l’inflazione in Europa mostra segnali di lieve crescita: sebbene siano deboli per pensare ad una inversione di tendenza si tratta di movimenti incoraggianti.

7 Ottobre 2016 09:22
financialounge -  Anna Stupnytska Europa Fidelity International inflazione petrolio

Se si chiede ai nostri nonni e ai nostri genitori cosa ne pensino dell’inflazione risponderanno che è una delle peggiori disgrazie che possono colpire l’economia (e, quindi, il bilancio familiare).

Il loro ragionamento è fortemente influenzato dagli anni ’70, periodo nel quale i prezzi al consumo in Italia salivano a doppia cifra ogni anno con punte annuali anche del 17% - 18%. Ricordando quel periodo, in cui i risparmi di una vita venivano erosi in modo irrimediabile in pochi anni, è piuttosto naturale che non si voglia nemmeno sentire parlare di inflazione.

E invece, un po’ di inflazione serve. Il due per cento a cui aspira la BCE, per esempio, permette all’economia di ricominciare a crescere in modo più vigoroso. Se i prezzi salgono, anche le retribuzioni dei lavoratori tendono a crescere e con esse la capacità di spesa delle famiglie che, inoltre, possono mettere in conto di programmare acquisti importanti (auto, ristrutturazioni abitative, mutui per la casa ecc.) perché, dal momento che i tassi di interesse si muovono al rialzo (dagli attuali livelli minimi per cercare di coprire l’aumento dell’inflazione), non vogliono lasciarsi scappare l’opportunità di sfruttare i tassi ancora bassi.

Allo stesso modo le imprese che vedono all’orizzonte un ancora lungo periodo di tassi bassi, non hanno nessuna fretta e preferiscono rimandare le decisioni per innovare e per fare nuovi investimenti produttivi: ma se l’inflazione rialza un po’ la testa anche gli imprenditori sono sollecitati a muoversi per non perdere il treno della crescita.

Ma qualcosa sembra cambiare: affiora infatti un incoraggiante aumento sotto traccia dell’inflazione come fa notare Anna Stupnytska, Global Economist di Fidelity International.

“In Europa, sta prendendo corpo un incremento dell’inflazione, trainata da un incremento di una certa intensità dei prezzi al consumo in Germania e dall’uscita dalla deflazione della Spagna per la prima volta dal 2014”. Uno scenario a cui può contribuire anche l’annuncio di un taglio della produzione da parte dell’OPEC.

“Se la produzione verrà tagliata agevolando un incremento dei prezzi del petrolio, è probabile che l’inflazione continui la sua graduale accelerazione” aggiunge Anna Stupnytska secondo la quale, sebbene per il momento la tendenza al rialzo dei prezzi nell’area Euro è limitata resta incoraggiante la direzione intrapresa, anche per la BCE.

“Qualora la crescita e l’inflazione confermassero un aumento, sebbene lento, potrebbe infatti non esserci la necessità di ulteriori significativi interventi da parte della BCE, a parte, l’estensione dell’attuale programma di Qe (quantitative easing) oltre marzo 2017. Inoltre, tenendo conto degli importanti appuntamenti politici dei prossimi mesi, possiamo comunque contare su una BCE vigile e pronta ad intervenire in caso di necessità” spiega Anna Stupnytska.
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