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International Editor’s Picks – 8 agosto 2016

8 Agosto 2016 09:38
financialounge -  cina Comcast diritti International Editor's Picks NBC olimpiadi USA
Pochi fatti e molti numeri dalla Cina
Secondo i calendari degli eventi economici attesi in settimana dei principali siti finanziari, sotto i riflettori ci sarà la Cina, da cui si aspettano segnali sulla crescita globale dopo quelli incoraggianti venuti dagli USA sul mercato del lavoro venerdì scorso. Si comincia lunedì con la bilancia commerciale di Pechino a luglio, attesa in robusto surplus, mentre dalla Federal Reserve è atteso un ulteriore assessment sullo stato del mercato del lavoro. Martedì si prosegue con la Cina con i dati sui prezzi al consumo e alla produzione e si finisce venerdì sempre in Cina con la produzione industriale, le vendite al dettaglio e gli investimenti. Lo stesso giorno dagli USA arrivano le vendite al dettaglio di luglio. Settimana importante anche per la corsa alla Casa Bianca, che vede The Donald in picchiata negli ultimissimi sondaggi dopo una raffica di gaffe. Oggi a Detroit Trump parla del suo programma economico che dovrebbe avere al centro un’aliquota fiscale unica per tutti i redditi d’impresa dichiarati dai proprietari delle attività economiche. Sempre in settimana sia Trump che la sua rivale Hillary Clinton dovrebbero ricevere il briefing sulla sicurezza e sui temi scottanti e strettamente riservati a cui vengono sempre sottoposti i due candidati alla Casa Bianca prima delle elezioni, perché ne tengano conto nei loro discorsi elettorali.

L’inflazione regolatoria che frena l’America
Che una regolazione in crescita abnorme sia uno dei motivi che frenano la ripresa in USA, e non solo, è oggetto di riflessione. Ora c’è chi ha quantificato il fenomeno, secondo quanto riporta il WSJ online. L’American Action Forum stima che l’ondata regolatoria degli otto anni della presidenza Obama abbia appesantito l’economia di un costo aggiuntivo pari a $743 miliardi, secondo calcoli condotti sui dati delle diverse agenzie federali. In otto anni i regolatori presidenziali hanno introdotto ben 600 nuove normative principali, vale a dire dal costo di $100 milioni ciascuna, con una media di 81 l’anno, o ad esser precisi 3 per ogni giorno di attività degli uffici governativi. Regolare non è però, come si pensa comunemente, una prerogativa dei progressisti liberal democratici. Durante i due mandati di George W. Bush, spesso venduto come deregulator, sono state introdotte ben 496 nuove regolamentazioni di primo livello, come le norme per l’attuazione della Sarbanes-Oxley e l’allargamento del Medicare. Un record battuto del 20% dall’attuale amministrazione, che solo nell’ultimo anno ha introdotto 100 nuove regolazioni di primo livello.

Chi sale e chi scende sul podio olimpico
Le Olimpiadi di Rio sono appena cominciate ed è presto per fare i conti delle medaglie. Ma nella corporate America si sa già chi ha vinto e chi ha perso. La lista ha provato a farla Yahoo Finance a cominciare dai grandi media televisivi. Il colpo grosso l’ha fatto sicuramente Comcast che ha ottenuto per la sua NBC l’esclusiva dei giochi per il pubblico americano, mentre gli sconfitti sono gli esclusi, tra cui ABC, CBS e FOX. I broker prevedono infatti che Rio rimpinguerà gli introiti pubblicitari di NBC nel terzo trimestre a spese dei concorrenti. Tra i perdenti le imprese specializzate nell’affitto di film, come Outerwall che è proprietaria dei distributor Redbox e Coinstar, vittime predestinate da chi preferirà guardarsi i Giochi, anche se l’impatto, sempre secondo i brokers, dovrebbe essere limitato. Per lo stesso motivo un altro perdente è Netflix, anche se vive di abbonamenti. La gente infatti tende a cancellarli se prevede che non li utilizzerà abbastanza. E l’effetto si sarebbe già visto sui conti del secondo trimestre. Tra i vincitori invece dovrebbe esserci Twitter, per l’alto livello di engagement dei suoi utenti, ma qui i broker sono scettici come lo è la stessa società che ha abbassato le stime del terzo trimestre.
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