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Oggi la BCE svela il tema dell’estate 2016

2 Giugno 2016 08:30
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Il Consiglio direttivo della BCE di oggi dovrebbe essere interessante, in particolare per quanto riguarda i dettagli sul programma d'acquisti delle obbligazioni societarie (CSPP) che determineranno automaticamente gli importi degli acquisti dei titoli sovrani (PSPP) fino al prossimo marzo 2017.

“L'interrogativo che gli investitori e gli analisti si porranno a breve è come il QE (quantitative easing) della BCE si svilupperà dopo il marzo 2017. Si procederà a rinunciare ad alcuni vincoli? Si opterà per l’abbandono della regola degli acquisti pro-rata in base alla quota detenuta dai Paesi nel capitale della BCE? Il QE potrà essere esteso ad altre attività?

“Con ogni probabilità, sarà questo il tema dell'estate” fanno sapere gli esperti di Amundi che poi passano a parlare della sterlina, la cui situazione resta piuttosto asimmetrica. Da un lato, fanno notare gli specialisti di Amundi, la vittoria dei sostenitori della permanenza nell'Unione Europea favorirebbe solo un modesto apprezzamento della sterlina, dal momento che egli ultimi 18 mesi si registra un rallentamento della crescita. Dall’altro, invece, la vittoria dei sostenitori della fuoriuscita del Regno Unito dall'Unione Europea penalizzerebbe duramente la divisa inglese.

“Ricordiamoci che la Gran Bretagna ha un pesante deficit delle partite correnti soprattutto nei confronti dei Paesi dell'Unione Europea” sottolineano infatti i professionisti di Amundi secondo i quali, spostando l’analisi sul credito, ritengono le valutazioni non eccessive, soprattutto quelle relative alle obbligazioni high yield, in base alla volatilità implicita delle azioni, agli spread sovrani e agli indicatori macroeconomici. Al contempo, sempre secondo gli esperti di Amundi, il carry (il rendimento cedolare, ndr) è diventato la fonte principale della performance futura.

“Sul segmento delle obbligazioni investment grade (IG), le valutazioni dei titoli degli emittenti finanziari sembrano più interessanti rispetto a quelli degli emittenti non finanziari, sia per quanto riguarda il valore relativo, sia per quanto riguarda i fattori elencati in precedenza. Manteniamo la nostra opinione favorevole nei confronti dei mercati del credito, tenendo conto anche dell'effetto molto limitato della ripresa delle attese in merito a un rialzo dei tassi da parte della Fed a giugno o a luglio e del calo degli indicatori che misurano i livelli di stress e di avversione al rischio” precisano i professionisti di Amundi che concludono la loro panoramica sui mercati con una riflessione sul mercato azionario che ha visto un passaggio del «testimone» in Borsa tra i titoli growth (legati alla crescita ma di solito meno orientati a distribuire cedole) e quelli value (stato patrimoniale solido, minore indebitamento, dividendi più alti rispetto alla media di mercato).

“A partire dal maggio 2014 si è verificato un movimento rialzista dei titoli growth che è coinciso con il crollo del prezzo del greggio. Ma dal 20 gennaio scorso, con la ripresa delle quotazioni dell’oro nero si è vista una ripresa dei titoli value, soprattutto quelli legati al petrolio e ai materiali di base. Le azioni bancarie, anch'esse titoli value, sono rimaste i fanalini di coda. Visto che sono sottorappresentate nei portafogli, sono poco costose (rapporto prezzo-valore contabile dello 0,7, molto vicino al minimo storico dello 0,5 in Europa) e hanno un rendimento elevato (dividendi yield del 5% in Europa), la loro partecipazione tardiva a questo ritracciamento in favore dei titoli value ci appare giustificata” spiegano i professionisti di Amundi.
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