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Idee di investimento – Obbligazioni – 11 gennaio 2016

11 Gennaio 2016 10:40
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Le turbolenze di inizio 2016 dureranno, forse, ancora diverse sedute di Borsa se non addirittura alcune settimane, con impatti che possono diventare devastanti per i risparmiatori più emotivi che potrebbero convincersi di vendere (sui minimi) dopo aver probabilmente acquistato su prezzi molto superiori. Come scongiurare questa trappola mentale? Gli esperti di GAM, come argomentato nell’articolo “Mercati, come affrontare i crolli senza perdere la testa e i risparmi”, hanno messo a punto una sorta di manuale anti panico, articolato in sette regole d’oro che, se rispettate, consentono di affrontare al meglio qualsiasi scenario di turbolenza sui mercati, attuale e futuro:
1. Non pensare d’avere sempre ragione;
2. Non cercare conferme alle tue scelte;
3. Non seguire il gregge;
4. Non guardare troppo spesso il tuo portafoglio;
5. Non acquistare un titolo solo perché il suo valore è salito;
6. Diversifica, diversifica, diversifica;
7. Affidati a un consulente.

Una possibile ottava regola d’oro, in particolare per coloro che investono prevalentemente in titoli di stato e obbligazioni potrebbe essere quella di affidarsi ad un buon fondo o ad un comparto di Sicav. Infatti, la normativa in vigore dal primo gennaio di quest’anno (che adotta la cosiddetta regola del bail-in, salvataggio dall’interno) in base alla quale nel caso di salvataggi bancari non sarà più lo stato (ovvero la collettività) a risanare i conti ma gli azionisti, gli obbligazionisti e i correntisti per i depositi superiori a 100 mila euro, consente di sottolineare un’altra importante virtù dei fondi: quella di essere sempre esclusi in qualsiasi situazione di fallimento dell’emittente e della banca. Nell’articolo “Fondi comuni e Sicav sono sempre esclusi dal bail-in”, si spiega che, nel momento in cui si sottoscrivono quote di fondi comuni o di Sicav in banca si versano soldi all’istituto di credito che funge esclusivamente da intermediario tra il cliente (risparmiatore) e la società di gestione (Sgr italiana o casa d’investimento estera). I soldi versati, in realtà, non finiscono neppure alla società di gestione ma vengono custoditi dalla Banca Depositaria che svolge un ruolo di “notaio”: garantisce la correttezza giuridica delle operazioni in entrata (sottoscrizione) e in uscita (disinvestimento) relative al fondo e, al contempo, assicura l’assoluta separatezza tra il patrimonio del fondo e quello della società di gestione e della banca collocatrice. Di conseguenza in caso di salvataggio della banca, le quote del fondo comune e della Sicav del cliente bancario non possono mai essere toccate, nemmeno se si superano i 100 mila euro di controvalore. Non solo. Il fatto che il patrimonio del fondo comune e delle Sicav sia separato da quello della casa d’investimento garantisce che anche in caso di fallimento della società di gestione non ci possano essere ripercussioni alcune sul patrimonio del fondo (nel suo insieme) e, a cascata, su quello del singolo sottoscrittore. La controprova di questa massima garanzia è che, negli oltre 30 anni di storia di fondi e Sicav in Italia, non si è mai registrato un solo caso di fallimento di un fondo comune.

Ma quale asset class obbligazionaria preferire per il 2016? Il segmento ad alto rendimento offre alcune interessanti opportunità, sebbene sia indispensabile scegliere se orientarsi sulle emissioni europee o quelle americane. “Emerge una sostanziale divergenza tra il contesto di mercato high yield negli Stati Uniti e in Europa. Infatti negli USA, gli investitori si sono intimoriti a seguito degli impatti negativi nel settore causati dal continuo calo del prezzo del petrolio, il tendenziale rialzo dei tassi di interesse e i deflussi che si moltiplicano sui fondi High Yield“ puntualizza nell’articolo “High yield, meglio l’Europa degli Stati Uniti”, Stephan Ruegg, Senior portfolio manager del team di gestione dei comparti obbligazionari High Yield europei di Pictet Asset Management, secondo il quale la situazione dei bond high yield è più favorevole in Europa in virtù di una politica monetaria ancora espansiva e i tassi bassi di interesse che dovrebbero restare tali almeno fino al marzo 2017.
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