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Mercato obbligazionario, il ciclo positivo non è affatto finito

30 Ottobre 2015 11:03
financialounge -  mercati obbligazionari Mondher Bettaieb Vontobel
La fiducia nel gestore è di fondamentale importanza: conoscere come il team di gestione movimenta e, soprattutto, controlla il portafoglio può agevolare la condivisione del percorso di investimento tra investitore e casa società di gestione. Un principio che Mondher Bettaieb, Head of corporate bonds team di Vontobel Asset management, ha tenuto a sottolineare anche nel corso della Global Bond Fixed Income Conference 2015, l’evento organizzato per mettere a conoscenza degli investitori istituzionali la view di mercato e le scelte di portafoglio di Vontobel AM nel mercato obbligazionario.

“Non siamo tra coloro che ritengono finito il ciclo positivo del mercato obbligazionario. Al contrario, riteniamo che l’asset class resti interessante nel medio periodo, in particolare per quanto riguarda le obbligazioni societarie (sia di tipo investment grade che high yield)” sottolinea Mondher Bettaieb, secondo il quale la volatilità del comparto, che dovrebbe mantenersi su livelli piuttosto elevati, offre interessanti opportunità di investimento, mentre le mosse della Fed, sia che decida di alzare i tassi USA già a dicembre piuttosto che nel 2016, saranno comunque improntate a moderazione: il rialzo dei tassi dovrebbe infatti essere estremamente graduale e portare il livello finale ad una soglia inferiore rispetto ai cicli di rialzo del passato.

Secondo Mondher Bettaieb, sono diverse le ragioni che fanno ipotizzare che l’attuale ciclo di ripresa economica possa durare più a lungo, in particolare tra i sei e gli otto anni contro i cinque anni delle medie storiche precedenti. Inoltre, prendendo spunto da un recente studio di Morgan Stanley che stabilisce che ci si troverebbe all’inizio del ciclo di ripresa, le opportunità nel reddito fisso e, più in particolare nel segmento delle emissioni societarie, sarebbero molte. Anche perché, come ha rivelato Mondher Bettaieb, Vontobel ritiene plausibile che i tassi USA tra tre anni non vadano al di là dell’1,50%: scenario che favorirebbe molto i corporate bond.

Ma cosa potrebbe far deragliare questa previsione? “Un evento sistemico come, per esempio, nel 2008-2009, quando la crisi dei mutui subprime e della banca d’affari USA Lehman Brothers, minò le fondamenta del sistema finanziario globale” risponde Mondher Bettaieb secondo il quale però, almeno per i prossimi 12-18 mesi non sembrerebbero affiorare crisi sistemiche all’orizzonte, nemmeno derivanti dalla sindrome cinese. “La crescita di Pechino dovrebbe secondo Vontobel attestarsi intorno al 6 per cento, certamente inferiore al 7% stimato a inizio anno e dal governo cinese ma comunque un livello importante” conclude Mondher Bettaieb.
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