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Azioni, perché ora preferiamo il Giappone oltre che l’Europa

27 Ottobre 2015 10:39
financialounge -  Europa giappone Keith Wade mercati azionari Schroders
Una preferenza per l’azionario rispetto all’obbligazionario. Nell’ambito dell’azionario, più in particolare, un sovrappeso per l’Europa e per il Giappone, un peso neutrale per gli Stati Uniti, il Regno Unito e l’Asia Pacifico escluso il Giappone e un sottopeso nei paesi emergenti. Può essere riassunta così l’asset al location suggerita in questa fase da Keith Wade, Chief Economist & Strategist, Schroders, che, date le incertezze che l’economia globale dovrà affrontare, preferisce mantenere una posizione neutrale di duration (scadenza media dei titoli in portafoglio) nei portafogli.

“Sull’azionario europeo rimaniamo positivi, in quanto stiamo cominciando a vedere condizioni del credito migliori, via via che la crescita si sta riprendendo. Gli indicatori anticipatori stanno leggermente recuperando e il buon momento degli utili continua a permanere” afferma il manager che poi rivela di avere rivisto a positiva la propria view sull’azionario giapponese.

“Il Paese ci piace molto dal punto di vista micro economico, fondamentalmente grazie alle riforme strutturali. Il Nikkei 400, un nuovo indice che comprende le imprese che rispettano i requisiti degli standard d’investimento globale, è un motivo importante, alla base dell’incremento delle attività di buyback (riacquisto di azioni proprie) e di un miglioramento dei RoE (return on equity). Anche gli utili sono in forte ascesa, associata alla ottima prestazione del mercato azionario” spiega infatti Keith Wade che, invece, rimane neutrale sia per l’azionario dell’area Pacifico ex-Giappone che su Wall Street.

Nell’Asia, sebbene le valutazioni continuino a diventare più attraenti, il manager preferisce mantenere una posizione cauta per via della dipendenza che tale regione ha dalla Cina mentre, relativamente al mercato azionario USA, Keith Wade ritiene che rimarrà intrappolato in un range ristretto di oscillazione in quanto, nonostante una la politica monetaria espansiva , l’incremento degli utili potrebbe avere implicazioni derivanti dal dollaro forte. Infine, se per quanto concerne l’azionario del Regno Unito, il manager ha rivisto la propria view a neutrale (mentre lo scorso trimestre era positivo), Keith Wade esprime una visione negativa sui mercati emergenti,

“La perdurante debolezza di queste economie e la caduta dei prezzi delle materie prime faranno da freno agli utili. Sebbene il sentiment negativo sia ora a livelli estremi, crediamo che sia ancora troppo presto per posizionarsi per un «rimbalzo», in quanto saranno necessarie ulteriori ristrutturazioni per ristabilire la profittabilità” specifica Keith Wade.
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