Contatti

cina

Petrolio, rischi e opportunità nella Guerra dell’Energia

30 Settembre 2015 09:24
financialounge -  cina OPEC petrolio settore energetico
Il prezzo del petrolio ha subito una ulteriore brusca correzione in agosto. Dopo aver lasciato sul terreno il 60% circa del suo valore tra giungo 2014 e gennaio 2015, le quotazioni del greggio Brent avevano inanellato una serie di recuperi che avevano portato il prezzo a superare a maggio i 64 dollari il barile: da allora sono seguiti tre mesi di andamenti laterali intorno ai 60 dollari che sembravano essere il nuovo punto di equilibrio. Ma, in concomitanza delle turbolenze scatenatesi sui mercati finanziari, dal 12 agosto ecco che il prezzo del petrolio ha di nuovo imboccato la strada del ribasso ritornando in area 40 dollari.

Secondo gli esperti i prezzi del greggio continuano ad essere deboli in quanto il mercato si sta dibattendo nel comprendere il vero stato dei livelli di fornitura globale. Infatti con l'OPEC che ribadisce di rifiutarsi di tagliare la produzione e i produttori di scisto statunitensi che stanno pompando a livelli quasi record, molti osservatori ritengono che il mercato sarà inondato da un eccesso di offerta per molti anni. Tuttavia, ci sono due fattori che rendono piuttosto complesse le stime di produzione futura.

Da un lato l’elenco delle compagnie petrolifere che annuncia tagli massicci agli investimenti in nuove perforazioni si allunga di giorno in giorno: stabilire gli impatti a medio lungo termine di tutto questo è impresa ardua persino per gli analisti di settore. Dall’altro, invece, c'è il timore che la crescita più lenta in Cina possa avere un impatto negativo ulteriore sulla domanda mondiale e aggravare l'avanzo corrente di mercato del petrolio e, a sua volta mettere ulteriormente pressione sui prezzi: la domanda di greggio della Cina è pertanto un altro elemento chiave per identificare la direzione futura del prezzo del petrolio.

A conti fatti, però, si possono fare alcune riflessioni sui rischi e sulle opportunità nella Guerra dell’Energia. Nel breve termine è piuttosto difficile che il prezzo del greggio possa recuperare in modo significativo in quanto i fattori a sfavore del prezzo (domanda mondiale debole, produzione elevata sia dell’OPEC che dell’industria shale oil USA, dollaro forte) sembrano prevalere su quelli a favore. D’altra parte, come ha dimostrato il recupero del prezzo del petrolio tra gennaio e maggio, qualche rimbalzo è possibile nel breve mentre nel medio – lungo termine alcuni fattori potrebbero giocare a favore di un recupero strutturale delle quotazioni: in quest’ottica, soprattutto per coloro che siano poco esposti al settore petrolifero (o che siano del tutto non investiti), un posizionamento su un fondo azionario settore energia (magari tramite un piano di accumulo) potrebbe rappresentare a questi prezzi una opzione da prendere in considerazione, in particolare se si può disporre di un orizzonte temporale di 3-5 anni.
Share:
Trending