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Anche l'investimento responsabile paga

28 Settembre 2015 09:11
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I recenti fatti clamorosi che hanno travolto uno dei più grandi produttori di auto nel mondo riaccendono il dibattito sull'investimento responsabile. Vale a dire la selezione di asset da avere in portafoglio basata sui criteri dell'etica, ma non solo. Anche del rispetto dell'ambiente e della responsabilità sociale. Criteri che non solo non sono in conflitto con l'obiettivo dell'investitore, vale a dire conseguire un ritorno interessante, ma anzi ne favoriscono il raggiungimento. Vediamo perchè.

Proprio questo mese l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha adottato i Sustainable Development Goals, vale a dire gli obiettivi globali dello sviluppo sostenibile, che costituiscono anche una guida per l’investitore che decide di puntare – e trarre profitto – sulle attività economiche che privilegiano la responsabilità nei confronti del pianeta e di chi lo abita. Gli obiettivi indicati dall’Onu hanno un orizzonte di 15 anni, quindi costituiscono una indicazione di investimento di medio-lungo termine. Si tratta di temi come la scarsità delle risorse idriche, della gestione dei rifiuti, della qualità dell’aria. Chi sceglie di investire in questi temi si tira fuori dal rischio di restare intrappolato nelle turbolenze di breve termine dei mercati finanziari, come è successo di recente.

Ma quali sono nel dettaglio i settori su cui puntare? Un recentissimo report di UBS ne indica nove. Il primo è l’acqua, e include le attività legate al trattamento e alla gestione di questa risorsa, così come le tecnologie agricole per l’irrigazione. Al secondo posto l’efficienza energetica, cioè i sistemi di costruzione, i processi industriali, le infrastrutture di trasporto e le tecnologie finalizzate a questo obiettivo. Al terzo la gestione dei rifiuti, soprattutto nelle economie emergenti. Al quarto l’automazione e la robotica, a livello industriale ma anche di sviluppo di software. Segue la sanità nei mercati emergenti, e al settimo la lotta all’obesità, che comprende sia la prevenzione (cibo, wellness) che la cura (trattamenti medici). All’ottavo ci sono i trasporti di massa su ferro: società fortemente esposte allo sviluppo di questa modalità compresi i contractors, i fornitori di macchinari, ma anche gli sviluppatori di proprietà. Chiude la rassegna il settore agricolo, che comprende anche le attrezzature e i macchinari, il biotech, la tecnologia per l’irrigazione e I fertilizzanti.

Va ricordato che le azioni quotate o i fondi specializzati in questi settori non sono l’unica opzione. Esistono e sono accessibili a tutti i green bonds, le obbligazioni verdi, che costituiscono una delle principali forme di finanziamento per progetti responsabili e sostenibili, ma anche una buona opportunità per l’investitore. Il mercato dei bond verdi è esploso negli ultimi 3 anni: le emissioni sono balzate da 10 miliardi di dollari nel 2013 a ben oltre i 35 nel 2014 e stanno procedendo con forza quest’anno. Oggi nel mondo sono in circolazione oltre quasi 90 miliardi di dollari di bond verdi.
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