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Crisi cinese, rimanere calmi ed evitare qualunque reazione impulsiva

27 Agosto 2015 12:04
financialounge -  cina crescita economica emotività Jean Sylvain Perrig mercati emergenti UBP
Jean-Sylvain Perrig, CIO di Union Bancaire Privée (UBP), ha una raccomandazione sola per gli investitori per affrontare questo difficile momento: rimanere calmi ed evitare qualunque reazione impulsiva. Ma non per questo bisogna soltanto stare alla finestra, anche perché, come lo stesso CIO segnala, non mancano certo le opportunità.

"Nutriamo ancora preoccupazione per gli asset dei Mercati Emergenti in generale e, in particolare, per il loro debito esterno, con i prezzi che stanno resistendo piuttosto bene, nonostante il crollo delle valute locali. Ciò peserà inevitabilmente sulla redditività delle aziende. Non ci sorprenderebbe vedere gli spread allargarsi in maniera significativa dai livelli attuali" premette Jean-Sylvain Perrig che poi indica su cosa preferisce puntare tenendo conto che la stagione degli utili è stata soddisfacente alla luce del fatto che la crescita globale si sta dimostrando più debole delle attese: "Ci atteniamo alla nostra raccomandazione di privilegiare i mercati azionari dei Paesi Sviluppati e settori come l’healthcare e l’IT, all’interno dei quali si possono trovare gran parte dei titoli di qualità e con un’elevata crescita" puntualizza il CIO.

La crescita mondiale sembra infatti moderata (in un range compreso tra il 3% e il 3,5%), ma nei Mercati Sviluppati resta ampiamente trainata dalla domanda interna, che dovrebbe trarre beneficio dai prezzi delle commodity bassi. Al contrario, i fondamentali dei Paesi Emergenti stanno peggiorando. L’ultimo calo del PMI cinese, insieme a intenzioni poco chiare sulla gestione valutaria, ha alimentato i timori di un atterraggio brusco per il Paese, con le autorità cinesi che offrono soluzioni inadeguate e che rincorrono gli eventi. Inoltre, con le prospettive di un rialzo dei tassi della Fed e con i prezzi delle commodity che continuano a scendere, l’outlook sui Mercati Emergenti è stato rivisto al ribasso, anche data la bassa redditività delle aziende e la revisione al ribasso degli utili.

“In molti Paesi, compresa la Cina, dovrebbero essere messe in atto riforme strutturali per sostenere la produttività e per migliorare la governance; al momento però non ci sono segnali che ciò stia per succedere, motivo per cui sospettiamo che gli investitori potrebbero continuare a vendere gli asset dei Mercati Emergenti, anche se i prezzi continuano a calare” sostiene Jean-Sylvain Perrig che poi segnala come, nonostante la violenza del sell-off sull’azionario, i bond lunghi abbiano performato bene, e, allo stesso tempo, le aspettative sull’inflazione stiano diminuendo, restando però saldamente in territorio positivo.

“Vediamo tutto questo come un segnale che il rischio sistemico sia basso. Tuttavia, questo dovrebbe impedire alla Fed di aumentare i tassi a settembre e, in effetti, non siamo neanche più sicuri che li alzerà nel 2015” conclude Jean-Sylvain Perrig.
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