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Grecia, con la dracma crescita al 4% l’anno per 16 anni per tornare al 2008

2 Luglio 2015 13:22
financialounge -  BCE Dracma grecia Grexit
Con il precipitare della crisi della Grecia ci stiamo addentrando, come ha avuto modo di sottolineare lo stesso presidente della BCE Mario Draghi, in territori inesplorati. Non solo. Nessuno può sapere quale sarà l’esito del referendum greco di domenica prossima e tantomeno cosa potrà realmente accadere sia che vinca lo schieramento del SI sia che prevalga quello del NO. Ma una cosa sembra probabile: l’affermazione del NO farebbe aumentare, al di là delle dichiarazioni di Tsipras, lo scenario Grexit e, a seguire, la fuoriuscita della Grecia dall’euro con il ritorno alla moneta locale (nuova dracma). Proviamo quindi a considerare quest’ultima ipotesi.

Utilizziamo gli ultimi dati che l’agenzia di rating Standard & Poor’s ha elaborato per esaminare in un report di questi giorni (Greece in Crisis: Frequently Asked Questions) l’evoluzione della crisi in Grecia, in particolare quelli relativi al Nominal GDP (PIL nominale): ebbene nel 2008 il valore era pari a 356 miliardi di dollari mentre lo scorso anno si è attestato a 142,2 miliardi.

Ora, immaginando che la Nuova Dracma perda il 20% del suo valore rispetto al dollaro dopo essere stata messa in commercio e questo fixing resti poi stabile nel tempo, sarebbe necessaria una crescita delle Grecia del 4% all’anno per sedici anni per riconquistare un Nominal GDP di 356 miliardi di dollari: cioè nel 2024 i greci creerebbero un ammontare complessivo di ricchezza annua in dollari pari a quello che sono riusciti a realizzare nel 2008. Se invece la svalutazione della Nuova Dracma fosse del 30%, la crescita annua del PIL dovrebbe essere del 4,89% per 16 anni mentre con una svalutazione del 40%, il tasso di aumento del PIL dovrebbe essere addirittura del 5,9% all’anno per 16 anni.
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