BTP
Forti vendite di bond, tutte le implicazioni per le Borse
22 Maggio 2015 09:40

�ultimo mese i rendimenti dei titoli obbligazionari hanno invertito la tendenza ed hanno iniziato a salire: il BTP decennale, per esempio è salito fino all’1,90% mentre il bund scadenza 2025 è passato dallo 0,10% allo 0,6%. Sono in molti a chiedersi come mai si sia materializzata questa tendenza e, soprattutto, quali potrebbero essere le implicazioni per i mercati.
Domande alle quali hanno cercato di fornire risposte gli esperti di Credit Suisse Global Equity Research: “All'inizio di quest'anno, avevamo sostenuto che le obbligazioni risultavano molto sopravvalutate e quindi questo rialzo dei tassi non ci sorprende più di tanto. Analizzando tali andamenti, il 40% del rialzo dei rendimenti USA è stato guidato da un aumento delle aspettative di inflazione che, a loro volta, sono stati guidate al rialzo dall’aumento del prezzo del petrolio che ha proiettato l’inflazione CPI core, cioè quella base, negli Stati Uniti all’1,8% e la crescita dei salari al valore più elevato degli ultimi 8 anni; l’altro 60% (che coincide praticamente tutto con il rialzo dei tassi nelle ultime tre settimane) è stato guidato invece da un aumento dei rendimenti obbligazionari reali che, di solito, indica un miglioramento della crescita del PIL reale”.
L’aumento dei rendimenti dei Bund tedeschi ha spinto al ribasso il dollaro del 5%, mentre, complice un più alto prezzo del petrolio, l’indice Eurostoxx ha perso terreno (cinque punti percentuali in meno rispetto ai massimi di aprile). Gli esperti di Credit Suisse Global Equity Research d’accordo anche con il team Global Equity Strategy, ritengono che le obbligazioni siano entrate in un mercato orso.
“Le nostre previsioni indicano i rendimenti dei titoli USA a 10 anni in rialzo fino al 2,8% entro la fine del 2016 mentre il Bund a 10 anni potrebbe attestarsi all’1,1% entro il primo trimestre 2016” rivelano gli analisti di Credit Suisse Global Equity Research secondo i quali i beneficiari dei rendimenti obbligazionari più elevati sono: 1) le valutazioni azionarie non dovrebbero essere influenzate dal rialzo dei rendimenti dei titoli di stato; l'acquisto di titoli azionari restano infatti più attraenti rispetto ai bond; le azioni, inoltre, offrono una copertura contro l'inflazione; 2) a livello regionale, un aumento dei rendimenti dei bond è positivo per le azioni giapponesi, negativo per gli Stati Uniti: inoltre quando i rendimenti dei Bund salgono, l'Europa tende a sovraperformare gli Stati Uniti in dollari; 3) nel 70% dei casi in cui nel passato i rendimenti obbligazionari sono aumentati, i titoli ciclici hanno registrato performance superiori alla media di mercato. Il settore della tecnologia, inoltre, mostra la migliore combinazione di elevata leva operativa e bassa leva finanziaria; 4) le banche, in particolare quelle retail, dovrebbero beneficiare del contesto generale.
Al contrario, sempre, in base alle elaborazioni sviluppate dagli esperti di Credit Suisse Global Equity Research, i perdenti con i rendimenti obbligazionari più elevati dovrebbero essere: 1) i titoli difensivi costosi: ovvero le utilities regolamentate, i beni di consumo e i REIT del Regno Unito;2) le società di crescita costose (anche di qualità) che hanno mostrato di non riuscire a centrare le attese in termini di fatturato, margini e profitti; 3) il dividend yield (con crescita): lo stile di gestione è adottato in relazione all’andamento dei tassi del mercato obbligazionario e, con un aumento dei tassi, potrebbe risultare vulnerabile.
Domande alle quali hanno cercato di fornire risposte gli esperti di Credit Suisse Global Equity Research: “All'inizio di quest'anno, avevamo sostenuto che le obbligazioni risultavano molto sopravvalutate e quindi questo rialzo dei tassi non ci sorprende più di tanto. Analizzando tali andamenti, il 40% del rialzo dei rendimenti USA è stato guidato da un aumento delle aspettative di inflazione che, a loro volta, sono stati guidate al rialzo dall’aumento del prezzo del petrolio che ha proiettato l’inflazione CPI core, cioè quella base, negli Stati Uniti all’1,8% e la crescita dei salari al valore più elevato degli ultimi 8 anni; l’altro 60% (che coincide praticamente tutto con il rialzo dei tassi nelle ultime tre settimane) è stato guidato invece da un aumento dei rendimenti obbligazionari reali che, di solito, indica un miglioramento della crescita del PIL reale”.
L’aumento dei rendimenti dei Bund tedeschi ha spinto al ribasso il dollaro del 5%, mentre, complice un più alto prezzo del petrolio, l’indice Eurostoxx ha perso terreno (cinque punti percentuali in meno rispetto ai massimi di aprile). Gli esperti di Credit Suisse Global Equity Research d’accordo anche con il team Global Equity Strategy, ritengono che le obbligazioni siano entrate in un mercato orso.
“Le nostre previsioni indicano i rendimenti dei titoli USA a 10 anni in rialzo fino al 2,8% entro la fine del 2016 mentre il Bund a 10 anni potrebbe attestarsi all’1,1% entro il primo trimestre 2016” rivelano gli analisti di Credit Suisse Global Equity Research secondo i quali i beneficiari dei rendimenti obbligazionari più elevati sono: 1) le valutazioni azionarie non dovrebbero essere influenzate dal rialzo dei rendimenti dei titoli di stato; l'acquisto di titoli azionari restano infatti più attraenti rispetto ai bond; le azioni, inoltre, offrono una copertura contro l'inflazione; 2) a livello regionale, un aumento dei rendimenti dei bond è positivo per le azioni giapponesi, negativo per gli Stati Uniti: inoltre quando i rendimenti dei Bund salgono, l'Europa tende a sovraperformare gli Stati Uniti in dollari; 3) nel 70% dei casi in cui nel passato i rendimenti obbligazionari sono aumentati, i titoli ciclici hanno registrato performance superiori alla media di mercato. Il settore della tecnologia, inoltre, mostra la migliore combinazione di elevata leva operativa e bassa leva finanziaria; 4) le banche, in particolare quelle retail, dovrebbero beneficiare del contesto generale.
Al contrario, sempre, in base alle elaborazioni sviluppate dagli esperti di Credit Suisse Global Equity Research, i perdenti con i rendimenti obbligazionari più elevati dovrebbero essere: 1) i titoli difensivi costosi: ovvero le utilities regolamentate, i beni di consumo e i REIT del Regno Unito;2) le società di crescita costose (anche di qualità) che hanno mostrato di non riuscire a centrare le attese in termini di fatturato, margini e profitti; 3) il dividend yield (con crescita): lo stile di gestione è adottato in relazione all’andamento dei tassi del mercato obbligazionario e, con un aumento dei tassi, potrebbe risultare vulnerabile.
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