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approccio contrarian

Anche in finanza è meglio seguire il cervello, non la moda

11 Maggio 2015 09:15
financialounge -  approccio contrarian investimente Luca Tenani
Il manuale del buon investitore consiglia di acquistare quando i prezzi sono bassi e viceversa. Peccato che la maggior parte degli investitori entra sui massimi ed esce sui minimi proprio a causa del cosiddetto «effetto gregge», la tendenza con la quale gli economisti comportamentali definiscono la tenenza ad essere costantemente influenzati da ciò che fanno le persone attorno a noi: se tutti sono ottimisti tendiamo a esserlo anche noi e lo stesso avviene se la maggioranza risulta pessimista.
Anche in finanza: si sovrainveste poco prima dei crolli, dopo che la Borsa è salita molto, e si liquidano le posizioni poco prima dei grandi rialzi. Si opera cioè senza una strategia, assecondando il cuore più che la mente. È più facile salire sul treno affollato di un titolo al rialzo, che emotivamente vediamo come il «carro vincente» – piuttosto che su quello semivuoto di un titolo stabile o in ribasso, sebbene caratterizzato da solidi fondamentali.
Risultato: il comportamento del mercato talvolta dipende dalla propensione degli investitori ad accodarsi alle decisioni della maggioranza, senza verificarne la coerenza con i propri obiettivi d’investimento. Una sorta di «irrazionalità» diffusa che è, peraltro, alla base delle «bolle speculative» e del panico generalizzato. Gli errori di valutazione legati al conformarsi al trend prevalente sono, infatti, alla base delle cosiddette bolle speculative, vere e proprie corse all’acquisto dove a un aumento ingiustificato dei prezzi ne segue, dopo lo «scoppio», l’inevitabile tracollo. Anche i cosiddetti «panic selling» sono delle fasi irrazionali del mercato: gli investitori, colti da panico, decidono di liberarsi indiscriminatamente di tutti gli asset che «ritengono» troppo rischiosi.
È quanto avvenuto tra 2008 e 2009, quando, dopo il crack di Lehman Brothers, si è assistito a un allarme ribassista che appariva senza fine. Un contesto che, per l’investitore «contrarian», ovvero che ragiona con il cervello evitando di seguire le mode, ha rappresentato una delle migliori opportunità di investimento: chi nel marzo del 2009 avesse deciso di uscire dal gregge e di iniziare ad acquistare azioni avrebbe potuto beneficiare di un rialzo di oltre il 200% del mercato azionario americano che ha raggiunto nuovi massimi storici.
Perché è determinante per il risparmiatore tener sempre presente i valori fondamentali della società sulla quale intende investire? “Investire solo sulla base del passaparola, senza approfondire la reale «bontà» del titolo, può essere controproducente. I cosiddetti fondamentali (profitti, dividendi…) sono ciò che indica lo stato di salute di un’azienda/emittente e consentono di valutarne il potenziale futuro. Prima di effettuare una scelta finanziaria occorre infatti interrogarsi sempre su quali sono le relative prospettive sulla base dei dati «oggettivi» disponibili, senza lasciarsi trascinare dalle emozioni «soggettive», ricorrendo preferibilmente all’aiuto di un esperto” puntualizza Luca Tenani – Country Head Italy - Asset Management, Schroders che poi spiega perché sono altrettanto importanti, per il successo dell’investimento, l’orizzonte temporale e la coerenza dell’investimento con il proprio profilo di rischio: “Costituiscono la base imprescindibile di ogni buon piano d’investimento. Non tenere in considerazione queste variabili, affidandosi ciecamente alle decisioni della maggioranza e sottovalutando le proprie caratteristiche ed esigenze, è a dir poco fuorviante. Potrebbe portare ad assumere più rischio di quanto si è in grado di tollerare, non solo in termini di disponibilità economica ma anche in termini emotivi, mettendoci in difficoltà. Anche adottare un orizzonte temporale incoerente con il proprio è da evitare perché significa perseguire obiettivi d’investimento scollegati dai bisogni reali”.
Restando in tema, un ultimo aspetto di rilievo è rappresentato dalle ragioni che rendono spesso (o possono rendere) l’approccio «contrarian» un investimento di grande successo. “L’esperienza dimostra che spesso periodi critici sono seguiti da fasi con recuperi significativi. In quei casi bisognerebbe entrare sul mercato proprio quando tutti fuggono, spinti dall’emotività del momento. Uscire dal gregge psicologicamente non è facile, ma un modo efficace per farlo senza accorgersene è investire con regolarità: con i Piani di Accumulo del Capitale (pac), ad esempio, è possibile trasformare le fasi negative in opportunità di acquisto a prezzi più bassi. Anche essere «pionieri», partecipando sin da subito alla crescita di un mercato prima dell’investimento di massa, si pensi ai Paesi emergenti, può dare grandi soddisfazioni” spiega Luca Tenani.
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