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David Stubbs

Azionario Europa, gli utili aziendali non devono deludere

28 Aprile 2015 10:50
financialounge -  David Stubbs mercati azionari Stephanie Flanders utili
Per alimentare l’atteggiamento fiducioso degli investitori nei confronti del Vecchio Continente e il proseguimento del trend rialzista gli utili delle aziende europee dovranno essere buoni e superiori alle attese.
Ne sono convinti gli esperti di J.P. Morgan Asset Management per i quali sono tre le considerazioni chiave per gli investitori per il secondo trimestre di quest’anno esplicitate nella propria «Guide to the Markets» trimestrale:
1. il dollaro: solitamente la forza del biglietto verde è stata di aiuto per la crescita dell’economia globale. Un’ulteriore rafforzamento sulle principali valute potrebbe però porre dei rischi sia per la stabilità globale che per gli Stati Uniti; 2. la ripresa in Europa: ci sono buone ragioni perchè gli investitori siano più ottimisti riguardo all’ Eurozona ma è necessario che gli utili delle Società registrino buoni risultati per confermare queste migliori aspettative; 3. una prospettiva non definita per il Regno Unito: nel 2015 l’incertezza politica potrebbe penalizzare gli investimenti e aumentare la volatilità sui mercati, ma J.P. Morgan A.M. non ritiene che ciò possa interrompere la ripresa.
“La nostra principale convinzione è che la Banca Centrale statunitense alzerà il tasso ufficiale di sconto nella seconda metà del 2015, ma questa decisione è resa complicata dal forte calo dell’inflazione, dal rafforzamento della valuta e dai segnali di lieve rallentamento della crescita economica del Paese.. La Federal Reserve vorrebbe iniziare a rialzare i tassi negli Stati Uniti, ma i rappresentanti del Comitato di politica monetaria con maggiore esperienza continuano a ritenere che i rischi di un rialzo troppo prematuro dei tassi siano superiori ai rischi di un inasprimento troppo tardivo”, dichiara David Stubbs, Global Market Strategist di J.P. Morgan Asset Management.
In ogni caso, i responsabili della politica monetaria della Federal Reserve ritengono, per quest’anno, di dover guardare soprattutto al calo dell’inflazione, causata dalla caduta del prezzo del petrolio che per gli Stati Uniti dovrebbe essere un fattore netto positivo. Tuttavia la crescita dei salari domestici è ancora debole, nonostante il continuo rafforzamento dell’occupazione e la forza del dollaro inevitabilmente intaccherà la crescita nel corso dell’anno.
Per quanto riguarda l’Europa, la BCE ha atteso troppo a lungo l’inizio del programma di acquisti di titoli governativi su ampia scala, ma se c’era un buon momento per unirsi, anche se tardi, alla festa del Quantitative Easing (QE), l’Eurotower sembra averlo colto. La crescita economica nella zona Euro è stata positiva sin dall’inizio dell’anno e la caduta del prezzo del petrolio ha cominciato ad alimentare i consumi ben prima dell’inizio formale del QE. Gli investitori che hanno puntato sulla ripresa dell’economia nella Eurozona sono stati abbondantemente ripagati: tutti i principali indici azionari della zona Euro hanno, infatti, registrato tassi di crescita a due cifre in valuta locale nei primi tre mesi del 2015. Sia il calo dell’Euro che l’emergere di rendimenti negativi in molti mercati obbligazionari dell’Eurozona ricordano che l’Europa è ancora ben lontana da un contesto di normalità.
“Un anno fa praticamente nessun titolo governativo europeo offriva rendimenti negativi, oggi invece ciò succede per il 25% circa del mercato. La zona Euro è l’epicentro della ricerca globale di rendimento” ha commentato Stephanie Flanders, Chief Market Strategist per l’Europa di J.P. Morgan Asset Management. È probabile che il credito europeo high yield e i titoli azionari europei ad alto rendimento possano fare ancora bene in questo contesto, dal momento che i risparmiatori europei e le istituzioni finanziarie ricercano alternative ai prodotti di reddito fisso core che al momento non stanno offrendo alcun rendimento. Ma le valutazioni di mercato sono, comunque, più alte di quanto non fossero all’inizio dell’anno, e per questo gli investitori in azioni europee devono diventare sempre più selettivi.
“Nonostante i mercati azionari europei quest’anno abbiano avuto una partenza eccellente, tuttavia l’ Eurozona non può basare la propria ripresa solo sulla debolezza della valuta, poiché i rischi politici in Grecia, in Spagna e in altri Paesi non sono spariti. Affinchè l’area possa continuare a ben performare, gli investitori devono avere maggiori evidenze a testimonianza che la crescita si sta consolidando e che gli utili societari stanno veramente risalendo” conclude Stubbs.
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