Contatti

fondi a cedola

Idee di investimento - Azioni - 13 aprile 2015

13 Aprile 2015 09:55
financialounge -  fondi a cedola Fondi azionari idee di investimento india lusso mercati emergenti
Con molti dei principali indici azionari sui massimi storici, l’investimento in Borsa deve essere attentamente soppesato sia in termini di rischio che di orizzonte temporale di investimento. Tra gli approcci che negli ultimi tempi vengono suggeriti figura quello delle azioni dai dividendi generosi e solidi. Dan Roberts, gestore del comparto FF Global Dividend Fund di Fidelity Worldwide Investment, vanta un rendimento cumulativo nei primi tre anni di attività ben superiore all’indice e che gli ha permesso di posizionarsi al primo posto, in assoluto, rispetto al peer group, cioè i fondi della stessa categoria. Nell’articolo “Come generare performance persistenti nel tempo” sono evidenziati i tratti distintivi dl fondo: una rigorosa selezione di titoli azionari difensivi relativi a società con solidi bilanci, valutazioni ragionevoli e dividendi sostenibili, un approccio bottom-up (basato quindi sui singoli titoli e società) diversificato tra le diverse aree geografiche e settori, con l’obiettivo di offrire performance interessanti attraverso i differenti cicli di investimento all’interno di una strategia incentrata sulla gestione del rischio di ribassi.

Goldman Sachs Asset Management (“GSAM”) punta, più in particolare, alle dividend growth equities, le azioni di società che per anni, in alcuni casi per decenni, hanno registrato una continua crescita delle cedole distribuite. Titoli che suscitano l’interesse di molti investitori per la loro tendenza a presentare bilanci solidi, un buon livello di redditività ed altri elementi fondamentali degni di nota ma che, per gli esperti di “GSAM”, si fanno apprezzare molto in questa fase dei mercati per una caratteristica forse meno conosciuta e ben spiegata nell’articolo “Borsa, ecco i titoli che generano rendimenti più stabili e regolari”: presentano storicamente perdite inferiori rispetto alle azioni core durante le fasi di forti vendite sui mercati azionari. “Riteniamo che questa tendenza storica sia uno dei segreti della performance a lungo termine delle dividend growth equities, ed uno dei motivi per cui questa categoria di titoli regga favorevolmente il confronto con una varietà di investimenti azionari. Inoltre, i dati di performance di lungo periodo mostrano che, oltre a contenere le perdite rispetto alle azioni core nei periodi di forti vendite azionarie, questi titoli hanno anche offerto esposizione ai potenziali rialzi durante le fasi di mercato favorevoli” sottolineano gli specialisti di GSAM.

Un altro tema d’investimento azionario è rappresentato dalla Borsa giapponese. “Abbiamo per lungo tempo sostenuto che le azioni nipponiche avrebbero registrato un’outperformance, inizialmente per via dell’impatto dell’indebolimento dello yen e ora per ragioni più interne. Sembra che le negoziazioni salariali stiano producendo guadagni a sostegno della domanda interna e che tendano a ridurre i rischi di deflazione. Nel contempo, i grandi investitori nazionali si stanno spostando verso le azioni interne ed estere, mentre le società nipponiche si stanno da ultimo dichiarando disposte a versare dividendi più elevati agli azionisti. Pertanto riteniamo che, per le azioni giapponesi, verranno meno eventuali impatti temporanei del consolidamento del cambio dollaro / yen (USD/JPY): prevediamo un’outperformance delle azioni blue chip nei beni di consumo ciclici e industriali” dichiara Nannette Hechler-Fayd'herbe, Head of Investment Strategy di Credit Suisse nell’articolo “Azioni Giappone, ecco chi la ritiene un’idea d’investimento” mentre Cedric Le Berre, Multi-Management & Fund Research di Union Bancaire Privée (UBP) nell’articolo “Borsa di Tokyo, entro il 2017 indici ai massimi del 2007” aggiunge: “L’indice Topix di Tokyo è ancora molto attraente e sottovalutato se comparato a livello internazionale, in particolare rispetto all’Europa e a Wall Street. Per una serie di motivi il listino azionario giapponese resta altamente allettante e ha il potenziale per raggiungere i livelli del 2007 nei prossimi due anni”.

Per coloro che, invece, volessero investire nelle Borse dei paesi in via di sviluppo, sono interessanti gli approfondimenti di quattro esperti del Gruppo Natixis Global Asset Management nell’articolo “Emergenti, attenta selezione e ricerca delle opportunità”. Tra i punti principali emersi dall’analisi, Peter Marber, Head of Emerging Market Investments di Loomis, Sayles & Company, per esempio, spiega quali siano le opportunità esistenti nei tassi d’interesse coperti rispetto ai tassi di cambio. Il suo collega, David Lafferty, Chief Market Strategist di Natixis Global Asset Management, partendo dal concetto che i Paesi emergenti non siano tutti uguali, argomenta le ragioni in base alle quali ritiene che sebbene nel breve termine ci possano essere difficoltà nella crescita dei paesi emergenti, nel lungo termine il trend rialzista resta intatto: uno scenario nel quale, Messico e India sono tra i paesi preferiti. Infine, se François Théret, Chief Investment Officer di Natixis Asset Management Asia Limited, pur ammettendo un potenziale rischio deflazione in Asia, si aspetta per aprile una politica monetaria cinese sempre più accomodante con il settore finanziario in prima fila tra quelli che ne beneficeranno di più, Kenneth Andrade, Chief Investment Officer di IDFC Asset Management, delinea i punti di forza dell’India.

A proposito di India, Manish Bhatia, Indian Equities Fund Manager, Schroders, nell’articolo “India, le prospettive dell’azionario restano positive” cita, come principali elementi di supporto al mercato azionario dell’India, le pressioni inflative in calo, un Governo proiettato alla crescita e un’economia relativamente protetta da eventuali rallentamenti Infine, merita un accenno il settore lusso che, dopo aver sofferto l’anno scorso, dovrebbe poter recuperare il suo ritmo di crescita nel 2015.

“Pensiamo che la crescita abbia toccato il suo minimo nel 2014 ed è probabile che risalga nel corso del 2015. Le vendite in Europa sembrano aver toccato il punto più basso, il numero di nuovi consumatori di beni di lusso nei mercati emergenti continua a crescere e molti dei fattori negativi degli ultimi due anni si stanno attenuando. Mentre gli effetti dei cambi valutari hanno impattato negativamente sulle vendite e sui margini di guadagno nel 2014, dovrebbe esserci un’inversione di marcia nel 2015. Ultimo, ma non per importanza, il fatto che il calo degli utili dovrebbe ormai essere alle nostre spalle” commentano Scilla Huang Sun e Andrea Gerst, gestori del JB Luxury Brands Fund di Swiss & Global Asset Management nell’articolo “Settore lusso, l’importanza dei marchi del «desiderio»”.
Share:
Trending