crescita economica
Italia, segnali di disgelo nell’occupazione
3 Marzo 2015 09:50

centuali sul tasso di disoccupazione nel nostro paese restano impietose ma segnalano pure incoraggianti miglioramenti tendenziali. In base ai dati provvisori mensili, il tasso di disoccupazione è infatti sceso per il secondo mese consecutivo a gennaio, dal 12,7% al 12,6%: si tratta di una percentuale minima dallo scorso giugno (il record negativo storico è stato toccato al 13,2% a novembre).
Nel mese, gli occupati sono saliti di 11 mila unità (dopo le 46 mila di dicembre), mentre le forze di lavoro sono scese di 10 mila (dopo il crollo di 106 mila unità a dicembre). Il tasso di occupazione è salito di un decimo al 55,8%; sebbene si tratti di una lieve variazione positiva va sottolineato che, negli ultimi 2 anni, soltanto a settembre 2014 si era registrato un valore più alto: la variazione tendenziale dell’occupazione (0,6%) è inoltre ai massimi dall’ottobre del 2011.
Secondo gli analisti è inoltre confortante il calo della disoccupazione giovanile, scesa al 41,2% dal 41,4%. Rappresenta il minimo degli ultimi 17 mesi, anche se resta un valore storicamente elevato e non lontano dal massimo storico di 43,5% toccato lo scorso agosto: nell’eurozona, solo Grecia e Spagna hanno una disoccupazione giovanile più alta.
Nel trimestre, accelera a +0,7% la crescita dell’occupazione, anche se la ripresa si conferma trainata dalle donne (+1% contro il +0,5% degli uomini), dagli stranieri (+113 mila unità contro le +44 mila degli italiani), dal part-time (+3,2% contro il +0,2% degli occupati a tempo pieno; per oltre il 64% si tratta di part-time involontario) e dai “precari” (i dipendenti a termine crescono di 145 mila unità e i collaboratori di 31 mila mentre i dipendenti permanenti a tempo pieno calano di 53 mila unità).
A gennaio, sono entrate in vigore due misure governative che potrebbero avere avuto impatto sull’occupazione: 1) la decontribuzione per 3 anni delle nuove assunzioni a tempo indeterminato; 2) la deducibilità del costo del lavoro (sugli occupati dipendenti a tempo pieno) dalla base imponibile Irap.
La speranza è che queste due misure possano favorire un aumento dell’occupazione non solo in termini assoluti ma in particolare sui dipendenti permanenti a tempo pieno. Inoltre, sulle nuove assunzioni da febbraio sarà operativo il nuovo contratto unico a tutele crescenti, che potrebbe anch’esso agire sugli incentivi ad assumere da parte delle imprese. In sintesi, fanno notare infine gli analisti, le prospettive di ripresa e gli effetti delle misure governative dovrebbero accentuare nei prossimi mesi i segnali di miglioramento già visti di recente sul mercato del lavoro.
Nel mese, gli occupati sono saliti di 11 mila unità (dopo le 46 mila di dicembre), mentre le forze di lavoro sono scese di 10 mila (dopo il crollo di 106 mila unità a dicembre). Il tasso di occupazione è salito di un decimo al 55,8%; sebbene si tratti di una lieve variazione positiva va sottolineato che, negli ultimi 2 anni, soltanto a settembre 2014 si era registrato un valore più alto: la variazione tendenziale dell’occupazione (0,6%) è inoltre ai massimi dall’ottobre del 2011.
Secondo gli analisti è inoltre confortante il calo della disoccupazione giovanile, scesa al 41,2% dal 41,4%. Rappresenta il minimo degli ultimi 17 mesi, anche se resta un valore storicamente elevato e non lontano dal massimo storico di 43,5% toccato lo scorso agosto: nell’eurozona, solo Grecia e Spagna hanno una disoccupazione giovanile più alta.
Nel trimestre, accelera a +0,7% la crescita dell’occupazione, anche se la ripresa si conferma trainata dalle donne (+1% contro il +0,5% degli uomini), dagli stranieri (+113 mila unità contro le +44 mila degli italiani), dal part-time (+3,2% contro il +0,2% degli occupati a tempo pieno; per oltre il 64% si tratta di part-time involontario) e dai “precari” (i dipendenti a termine crescono di 145 mila unità e i collaboratori di 31 mila mentre i dipendenti permanenti a tempo pieno calano di 53 mila unità).
A gennaio, sono entrate in vigore due misure governative che potrebbero avere avuto impatto sull’occupazione: 1) la decontribuzione per 3 anni delle nuove assunzioni a tempo indeterminato; 2) la deducibilità del costo del lavoro (sugli occupati dipendenti a tempo pieno) dalla base imponibile Irap.
La speranza è che queste due misure possano favorire un aumento dell’occupazione non solo in termini assoluti ma in particolare sui dipendenti permanenti a tempo pieno. Inoltre, sulle nuove assunzioni da febbraio sarà operativo il nuovo contratto unico a tutele crescenti, che potrebbe anch’esso agire sugli incentivi ad assumere da parte delle imprese. In sintesi, fanno notare infine gli analisti, le prospettive di ripresa e gli effetti delle misure governative dovrebbero accentuare nei prossimi mesi i segnali di miglioramento già visti di recente sul mercato del lavoro.