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Sempre più determinante la diversificazione geografica

21 Gennaio 2015 16:30
financialounge -  come investire diversificazione
Negli ultimi 12 mesi un risparmiatore che si fosse affidato a un fondo bilanciato avrebbe ottenuto un rendimento medio (in base all’indice generale di categoria) del 6,93%. Non male visti i tassi vicini allo zero dei titoli di stato e dei conti di deposito. Tuttavia, una più attenta analisi dei rendimenti di un portafoglio bilanciato fai da te offre un interessante spunto di riflessione anche per l’anno appena iniziato.

Se invece di un fondo bilanciato classico che, di norma, è esposto per il 50% in Borsa e per l’altra metà in bond e liquidità, un risparmiatore avesse acquistato un fondo azionario (per il 50%) e uno obbligazionario (per l’altro 50%) i risultati sarebbero potuti essere molto diversi.
Per esempio se avesse effettuato questa scelta in Italia (e cioè il 50% in un fondo azionario Italia e il 50% in un obbligazionario Italia), il risultato annuale del portafoglio sarebbe stato del -0,1% mentre se il portafoglio bilanciato fosse stato «America» (50% azionario Usa e 50% obbligazionario area dollaro) il risultato avrebbe toccato il +19,5%: in mezzo a queste due soluzioni geografiche estreme, il mix fai da te avrebbe potuto offrire un +14,5% (portafoglio globale internazionale), +9,9% (bilanciato Paesi emergenti) e +4,7% (mix area euro).

I risultati del passato, come recita correttamente ogni pubblicità sulle performance, non sono garanzia per il futuro ma, in ogni caso, forniscono un esempio concreto di come la diversificazione geografica e valutaria sia sempre più determinante nelle scelte di portafoglio. E questo dovrebbe valere anche per quest’anno e, probabilmente, per i prossimi anni in quanto le divergenze tra le principali banche centrali si fanno ogni giorno sempre più marcate: dalla Fed (e, forse, la Bank of England) che dovrebbe aumentare i tassi dei Fed Funds nel secondo o terzo trimestre tornando alla «normalità» monetaria alla BCE che dovrebbe invece annunciare il QE europeo, dalla Banca Nazionale Svizzera che ha sganciato il franco elvetico dal cambio fisso con l’euro alla Bank of Japan che proseguirà nel suo processo di allentamento quantitativo, dalla banca centrale cinese che dovrebbe tagliare i tassi dei depositi all’istituto centrale di Mosca che dovrebbe alzare le difese per il rublo.

Individuare il giusto mix geografico e valutario di portafoglio, a parità di profilo di rischio (cioè di esposizione ad azioni, bond e liquidità), rappresenta una sfida che il risparmiatore non può perdere se non vuole lasciare sul terreno importanti percentuali di rendimento.
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