BTP

La lunga corsa dei BTP

15 Luglio 2014 10:00

financialounge -  BTP Maurizio Novelli spread tassi di interesse titoli di stato
a crisi di tre anni fa, i BTP si sono mossi in costante recupero con tassi d’interesse in diminuzione e prezzi, che si muovono in direzione opposta ai tassi, in rialzo. Lo spazio percorso è stato davvero tanto e ora più di un risparmiatore si chiede se sia arrivata la fine della lunga corsa. Vediamo di capire meglio come stanno le cose.

Tutti i btp sono schiacciati sui tassi d’interesse minimi storici da quando esiste l’euro: stiamo pertanto percorrendo un “territorio statisticamente inesplorato” ed è più che normale che ci siano parecchi dubbi sulla possibilità di ulteriori rialzi delle quotazioni con conseguenti ribassi dei tassi.
Non a caso anche coloro che prospettano nei prossimi trimestri un possibile ulteriore restringimento degli spread immagina che i tassi dei interesse dei Bund salgano più in alto rispetto ai BTP: per esempio dagli attuali 167 punti base (+1,67%) derivanti dal tasso dei btp a 10 anni che rende il 2,88% e dell’1,21% del bund decennale, si potrebbe arrivare anche fino a soli 125 punti base (+1,25%), ma a fronte di BTP che rende il 3,25% e un Bund che paga il 2%.

Ciò non esclude che i prezzi dei btp possano ulteriormente salire nelle prossime settimane, ma è diventato molto meno sostenibile come spiega a FinanciaLounge Maurizio Novelli, Global Strategist di Zest AM: “La scorsa settimana sono stati pubblicati dati macroeconomici relativi a Francia e Italia molto poco entusiasmanti: le aspettative dei mercati circa un recupero dell’economia della zona euro a questo punto potrebbero anche deludere nelle prossime settimane con conseguenti contraccolpi anche sui titoli di stato della zona euro. Non ai livelli visti nell’estate 2011, ma nemmeno trascurabili. Oltretutto anche dalla Germania arrivano segnali non proprio lusinghieri e non soltanto per l’arretramento dell’export verso i mercati emergenti e per il ristagno dell’economia europea quanto piuttosto per gli effetti dell’interscambio con la Russia che rappresenta uno dei principali partner commerciali di Berlino”.

Un altro fattore da tenere poi sempre bene a mente è che i BTP non sono tutti uguali: quelli con scadenza 1-3 anni mostrano una sensibilità (variazione al rialzo e al ribasso dei prezzi al variare dei tassi di interesse) contenuta, quelli con scadenza 3 – 7 anni una sensibilità media, quelli con vita residua 7- 10 anni una sensibilità piuttosto sostenuta e quelli che scadono dal 2024 in poi una sensibilità altissima.
Tradotto in pratica significa che avere in portafoglio BTP che scadono al massimo nel 2017 comporta una esposizione ridotta delle possibili tensioni sui mercati: sollecitazioni invece crescenti per i BTP che scadono dopo il 2017.

In conclusione possiamo affermare che i risparmiatori che hanno in portafoglio BTP, soprattutto quelli che scadono entro il 2017, o fondi comuni che sono molto esposti su questi titoli (obbligazionari Italia e obbligazionari governativi euro a medio lungo termine) possono mantenerli, ma non è forse il caso di aumentarne il peso in portafoglio.

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