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Rotta sul Vietnam per la manifattura italiana

25 Novembre 2013 08:00
financialounge -  Asean esportazioni italia moda settore manifatturiero vietnam
C’è un paese asiatico, tristemente conosciuto per una delle guerre più lunghe e feroci degli ultimi decenni, che rappresenta oggi una delle mete più interessanti per gli investitori e per le aziende esportatrici internazionali: il Vietnam. Il paese infatti è una base molto competitiva per riuscire a coprire i principali mercati asiatici grazie all’inflazione sotto controllo e agli affitti in calo.

Il paese ha siglato importanti accordi commerciali di libero scambio con l’ASEAN, l’Associazione delle Nazioni del Sud-Est Asiatico che raggruppa Indonesia, Malesia, Filippine, Tailandia e Singapore, Brunei Laos, Birmania e Cambogia ed ha avviato negoziati anche con l’Unione Europea e gli altri Paesi del Pacifico (Cina, Giappone e Corea del Sud in primis).

Un paese entrato nel mirino anche delle industrie manifatturiere italiane della moda e del lusso visto che il Vietnam attualmente occupa già la quinta posizione nella classifica mondiale degli esportatori di calzature con un fatturato estero di 7,25 miliardi di dollari. Ma molto solidi, in termini di giro d’affari all’estero, sono anche altri settori: dal tessile abbigliamento (17,2 miliardi di dollari di esportazioni) all’industria del mobile (4,7 miliardi) fino ai prodotti elettronici (circa 20 miliardi).

Secondo un recente sondaggio, i marchi italiani sono secondi soltanto a quelli americani nei gusti della classe media vietnamita, ma in termini di prestigio e qualità il made in Italy è primatista assoluto con il 90% dei consensi. Un riconoscimento però circoscritto ai prodotti che siano effettivamente di un’azienda italiana (il rischio di marchi contraffatti o asiatici con nome italiano è molto elevato) o, al limite, fabbricati in Vietnam ma sotto la supervisione della casamadre italiana.
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