fondi flessibili
La flessibilità offre opportunità
4 Luglio 2013 08:00

tata una delle categorie di fondi obbligazionari ad offrire le migliori performance negli ultimi 12 mesi. Grazie agli approcci adottati dai loro gestori, si candidano ad essere tra i fondi focalizzati sui bond best performer anche per i prossimi 6-12 mesi.
Stiamo parlando dei fondi obbligazionari flessibili, i prodotti del risparmio gestito che, pur orientati prevalentemente sui titoli a reddito fisso, hanno la possibilità di spaziare in tutti i segmenti obbligazionari.
Possono investire nei titoli di stato sia dei Paesi sviluppati che in quelli in quelli emergenti; sono nelle condizioni di puntare sui corporate bond europei, Usa e anche dei paesi in via di sviluppo; non hanno preclusioni ad allocare risorse negli high yield sia denominati in euro che in valuta estera; possono sottoscrivere bond inflation linked ma anche titoli cartolarizzati come gli Abs (Asset backed Securities), gli Mbs (Mortgage backed securities) e anche i covered bond (le obbligazioni garantite).
Allo stesso modo, i migliori gestori di categoria hanno dimostrato di avventurarsi con successo anche in strategie sofisticate quali, per esempio, la long short credit e quelle valutarie.
Con la prima, possono puntare per esempio sul rialzo dei titoli di stato italiani e spagnoli e sul ribasso di dei bund tedechi (o viceversa), oppure sul rialzo dei titoli di stato di uno stesso Paese o area geografica – valutaria a lungo termine (10 anni) e al ribasso su quelli brevi (1-3 anni).
Proprio questo ampio universo di opzioni, sia d’investimento che di strategie, dovrebbe permettere ai migliori gestori di fondi flessibili di riuscire a generare extra rendimenti anche in uno scenario molto difficile come è diventato l’attuale mercato obbligazionario.
Stiamo parlando dei fondi obbligazionari flessibili, i prodotti del risparmio gestito che, pur orientati prevalentemente sui titoli a reddito fisso, hanno la possibilità di spaziare in tutti i segmenti obbligazionari.
Possono investire nei titoli di stato sia dei Paesi sviluppati che in quelli in quelli emergenti; sono nelle condizioni di puntare sui corporate bond europei, Usa e anche dei paesi in via di sviluppo; non hanno preclusioni ad allocare risorse negli high yield sia denominati in euro che in valuta estera; possono sottoscrivere bond inflation linked ma anche titoli cartolarizzati come gli Abs (Asset backed Securities), gli Mbs (Mortgage backed securities) e anche i covered bond (le obbligazioni garantite).
Allo stesso modo, i migliori gestori di categoria hanno dimostrato di avventurarsi con successo anche in strategie sofisticate quali, per esempio, la long short credit e quelle valutarie.
Con la prima, possono puntare per esempio sul rialzo dei titoli di stato italiani e spagnoli e sul ribasso di dei bund tedechi (o viceversa), oppure sul rialzo dei titoli di stato di uno stesso Paese o area geografica – valutaria a lungo termine (10 anni) e al ribasso su quelli brevi (1-3 anni).
Proprio questo ampio universo di opzioni, sia d’investimento che di strategie, dovrebbe permettere ai migliori gestori di fondi flessibili di riuscire a generare extra rendimenti anche in uno scenario molto difficile come è diventato l’attuale mercato obbligazionario.
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