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2013, alla ricerca del rendimento

12 Dicembre 2012 20:00
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Il leitmotiv del prossimo anno sarà all’insegna della ricerca del rendimento. È questa la principale conclusione a cui giunge John Greenwood, che FinanciaLounge ha incontrato a Milano.

Il Chief Econimist di Invesco, parlando dei progressi nel risanamento delle finanze nelle principali aree mondiali (Stati Uniti, Europa e Cina) e sulle prospettive economiche e d’investimento per il 2013, ha iniziato il suo ragionamento mettendo a confronto le economie sviluppate e quelle emergenti:

“Per quanto riguarda le economie in via di sviluppo” afferma John Greenwood “assistiamo ad una normalizzazione dei tassi di interesse in presenza di bilanci statali solidi accompagnati da una rapida crescita della massa monetaria e dei prestiti a famiglie e imprese. L’incremento del PIL è moderato rispetto alla media storica ma superiore alla media mondiale con tassi di inflazione persistenti al rialzo: obiettivo primario è quello della ricerca di strumenti di copertura del costo della vita”.

Tutto un altro scenario, invece, quello tratteggiato da John Greenwood per le economie sviluppate: “Evidenziano tassi d’interesse schiacciati sui minimi storici, bilanci statali ancora deboli, una bassa crescita della massa monetaria e del credito, un PIL sotto la media mondiale con un’inflazione che tenderà a ridursi. In questo contesto emerge la necessità, da parte degli investitori, soprattutto di una ricerca di rendimento”.

Secondo John Greenwood, l’asset allocation suggerita è frutto della triangolazione: riduzione del debito, tassi ridotti, ricerca di rendimento. “Per quanto attiene alle fonti di reddito di qualità, riteniamo che se ne possano distinguere tre in particolare. La prima è rappresentata dalle azioni che, pur in un contesto di maggiore volatilità, dovrebbero crescere di valore anche nel 2013. Ma il loro vero appeal, in questa fase, è costituito dai dividendi che si attestano, sia in Europa che negli Stati Uniti al di sopra del dividend yield medio degli ultimi 10 anni."

"La seconda fonte di reddito di qualità fa invece riferimento alle obbligazioni corporate che pagano cedole più generose rispetto ai titoli di stato di pari valuta (euro e dollaro) e durata, e che poggiano su bilanci societari che beneficiano di ingenti flussi di cassa capaci di generare utili sostenibili. Il terzo pilastro del reddito di elevato standing qualitativo è infine costituto dai titoli immobiliari, soprattutto (ma non solo) statunitensi, che possano però contare su flussi monetari sicuri da locatari affidabili” conclude John Greenwood.
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