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Idee di investimento – Azioni – 30 luglio 2018

Nei mercati emergenti c’è chi aspetta una nuova correzione prima di entrare. Ma anche chi dice che l’Asia sia attraente già ora. In Europa focus su banche, beni di consumo, chimica e industrie.

30 Luglio 2018 09:46

Lo scorso anno, sulla scia della buona intonazione dei mercati azionari, gli investitori sovrani hanno registrato un rendimento del 9,4%, oltre il doppio rispetto al 4,1% del 2016. Un risultato frutto anche del peso delle azioni in portafoglio che ha superato quello delle obbligazioni, diventando così la principale asset class. Non solo. Nei portafogli azionari, gli investimenti fattoriali stanno assumendo un ruolo sempre più importante mentre gli investimenti alternativi hanno raggiunto il massimo storico del 20% del totale. Sono alcune delle principali evidenze emerse dalla nell’articolo Fondi sovrani: crescono le azioni in portafoglio, ma l’approccio è fattoriale che riprende i dati della VI edizione del Global Sovereign Asset Management Study di Invesco sul comportamento di investimento dei fondi sovrani lo scorso anno.

LO SCUDO DELL’HEALTY LIVING E DEI FONDI TEMATICI


In un’ottica di investimento temporale a lungo termine, nella seconda metà del 2018, Manuel Noia, Country Manager Italia – Pictet Asset Management, intende puntare i riflettori su alcuni dei fondi tematici con maggiore potenziale inespresso finora, tra cui quelli contraddistinti dal leit-motiv dell’Healthy Living, come, ad esempio, i fondi Pictet-GEO (Global Environmental Opportunities) e il fondo Pictet- Nutrition. “Per gli investimenti con un orizzonte temporale più ridotto, e quindi dettati da un’ottica più tattica, siamo convinti che i fondi Pictet-MAGO  (Multi- Asset prudente con rigoroso controllo del rischio) e Pictet-Corto Europe Long Short (Azionario Europeo Long/Short a volatilità controllata) siano le soluzioni ideali per investire col paracadute sui mercati da qui a fine anno, in un contesto di accresciuta incertezza e volatilità” specifica nell’articolo Dal pioniere dei fondi megatrend l’investimento nel futuro delle città Manuel Noia.

MERCATI EMERGENTI, IN ATTESA DI NUOVE CORREZIONI


Il suo collega, Andrea Delitala, Head of Investment Advisory di Pictet Asset Management, nell’articolo Protezionismo e tassi reali USA: le prossime prove del fuoco per gli investitori si dichiara dubbioso sul fatto che il movimento correttivo dei mercati azionari sia del tutto esaurito. “Riteniamo comunque le attuali valutazioni accettabili e pertanto la scommessa sull’azionario dovrebbe basarsi sulle attese in merito agli utili che restano però vulnerabili alla minaccia della guerra commerciale” sottolinea Andrea Delitala. L’esperto, sui mercati emergenti, si dichiara persuaso che ulteriori correzioni dai livelli attuali si configurerebbero come interessanti opportunità di acquisto. “In ogni caso, la nostra esposizione ai mercati emergenti è al momento limitata mentre sull’equity globale appena al di sotto della neutralità (27% contro un 30% tipico di esposizione azionaria) ma con protezioni che derivano dalla duration americana (scadenza media dei titoli che decide la sensibilità all’andamento dei tassi, ndr), dallo Yen giapponese sul fronte valutario e da una quota, per ora non ancora rilevante, di volatilità” conclude Andrea Delitala.

AZIONARIO ASIA, CINA INCLUSA: C’E’ ANCORA VALORE


Sempre a proposito di mercati emergenti, Richard Turnill, BlackRock’s Global Chief Investment Strategist, nell’articolo Alla ricerca di valore in Cina e nell’azionario dell’Asia. Nonostante i dazi afferma: “Stiamo per il momento assistendo ad un moderato deprezzamento dello yuan cinese, ma siamo consapevoli dell’aumento del rischio derivante dalle tariffe commerciali. Ci piacciono alcune selezionate opportunità nelle azioni asiatiche dei mercati emergenti, compresa la Cina, poiché riteniamo che questi rischi siano ampiamente valutati e incorporati nei prezzi e abbiano portato le valutazioni su livelli interessanti”. L’esperto, inoltre, vede l’inserimento graduale delle A-shares cinesi negli indici azionari globali come una opportunità per gli investitori globali per assicurarsi un buon posizionamento sul mercato consumer cinese.

GIAPPONE, UN PERCORSO DI CRESCITA SOSTENIBILE


Restando in Asia, Seung Kwak, portfolio manager Capital Group, nell’articolo Azionario Giappone, aziende verso un percorso di crescita sostenibile spiega le ragioni in base alle quali ritiene interessante la Borsa di Tokyo. “Le aziende nipponiche hanno mostrato la stessa cautela nelle previsioni dello scorso anno, per poi annunciare una solida crescita degli utili. Una situazione che potrebbe ripetersi alla luce dell’incoraggiante crescita economica sia in Giappone che nel resto del mondo e il miglioramento della redditività” tiene a precisare Seung Kwak. Una convinzione, la sua, basata anche sull’atteggiamento sempre più attivo del governo centrale nel potenziare la governance societaria che, insieme alla spinta da parte del management aziendale e dei gestori per migliorare l’efficienza del capitale, sta contribuendo a disegnare un ambiente più favorevole all’investimento nell’azionario Giappone. “Un miglioramento della redditività e, a cascata, bilanci più efficienti dovrebbero garantire più rendimenti per gli azionisti incrementando il ritorno sul capitale netto delle imprese, contribuendo pure a sostenere un aumento dei prezzi delle azioni” spiega Seung Kwak che, in prospettiva, è persuaso che si possa intravedere un percorso di crescita sostenibile per il settore corporate e, più in generale, per l’economia del Sol Levante.

IN EUROPA FOCUS SU BANCHE, BENI DI LUSSO, CHIMICA E INDUSTRIE


E in Europa? Nell’articolo Azioni, non solo banche: altri 3 settori europei più convenienti degli USA, i gestori di portafogli azionari globali di Capital Group, Jody Jonsson e Lisa Thompson, si dicono convinte che gli investitori value dispongano attualmente di buone opportunità di investimento al di fuori di Wall Street, dal momento che le azioni americane e diverse asset class risultano costose secondo tutti i criteri, mentre Europa e Giappone mostrano valutazioni più convenienti. Entrando più nello specifico, Jody Jonsson e Lisa Thompson segnalano in particolare quattro settori europei che sembrano mostrare un certo margine a proprio vantaggio nel confronto con gli USA: bancario, bei beni di lusso, chimico e industriale.
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