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Idee di investimento - Obbligazioni - 9 dicembre 2019

Più rischio con più gestione attiva ma in mani esperte. E’ questa la ricetta per l’obbligazionario in vista del 2020. Per gli investitori della zona euro opportunità nei bond in dollari e nei subordinati europei

di Redazione 9 Dicembre 2019 09:37

LA SOLUZIONE SI CHIAMA GESTIONE ATTIVA


A questi livelli, avverte Jim Caron, gestore del team Global Fixed Income di Morgan Stanley Investment Management, c’è ancora poco spazio per generare guadagni da un ulteriore calo dei tassi e conseguente rialzo dei prezzi. Pertanto gli investitori non possono contare sulle obbligazioni per compensare il rischio di rendimenti azionari deludenti, e al contempo i rendimenti delle obbligazioni non sono abbastanza elevati per mantenere una performance positiva, neppure in caso di un modesto rialzo dei tassi. Quando le correlazioni aumentano diventa matematicamente più difficile ottenere i vantaggi della diversificazione. Secondo il gestore un aiuto può venire dalla gestione attiva, che ricerca opportunità tra classi di attivo e regioni geografiche diverse, con strategie flessibili che colgono le opportunità per generare alfa mediante analisi approfondite su duration, settori, spread creditizi e struttura della curva dei rendimenti. Selezionando attentamente settori non collegati al ciclo dei tassi, spiega nell’articolo Morgan Stanley IM: sul reddito fisso bisogna accettare il rischio Caron, i gestori attivi possono preservare i vantaggi della diversificazione offerti dall’obbligazionario e potenzialmente migliorare i rendimenti. Si possono ad esempio selezionare attivi globali che offrano un potenziale di crescita legato al miglioramento del ciclo economico, come il credito e alcune obbligazioni dei mercati emergenti, nelle fasi di aumento dei tassi di interesse.

IL GIUSTO MIX DI TITOLI DI STATO E OBBLIGAZIONI SOCIETARIE


AllianceBernstein propone un’altra strategia che può essere d’aiuto a chi si trova nelle attuali condizioni di mercato: utilizzare due asset class obbligazionarie – le obbligazioni corporate e altri titoli ad alto rendimento e titoli del debito pubblico di elevata qualità – che tendono a essere negativamente correlate. Una tende a registrare una buona performance quando l’altra segna il passo, con il gestore chiamato a modificare il peso di queste due componenti al variare delle valutazioni e delle condizioni di mercato. È un approccio che può funzionare in qualsiasi fase del ciclo di mercato, ma gli esperti del reddito fisso di AllianceBernstein lo ritengono particolarmente adatto per le attuali condizioni, consigliato in particolare agli investitori che vogliono limitare il rischio di ribasso senza sacrificare del tutto il potenziale di reddito. Come si spiega nell’articolo Strategie di investimento: ecco chi punta sul mix tra obbligazioni societarie e titoli di Stato, una strategia che combini titoli di Stato Usa e titoli high yield, dosando attentamente il rischio, avrebbe ottenuto negli ultimi 20 anni performance assolute superiori a quelle dei Treasury e migliori rendimenti per unità di rischio rispetto sia ai Treasury che all’high yield.

CACCIA AL DEBITO SUBORDINATO DELLE BANCHE EUROPEE


Intanto i fondamentali del settore finanziario europeo stanno continuando a rafforzarsi, dando maggior sicurezza a chi investe nel debito subordinato di banche e assicurazioni. Patrick Smouha, gestore delle strategie Credit Opportunities di GAM Investments, vede opportunità proprio nel settore finanziario europeo, sottolineando che la redditività sotto pressione, continuamente ricordata dai media, riguarda il mercato azionario. Dal punto di vista del credito invece, i risultati sono buoni, i coefficienti patrimoniali sono stabili e il deleveraging continua. La conclusione dell’articolo Caccia al rendimento: è l’ora del debito subordinato delle banche è che, nonostante la solida performance messa a segno quest’anno dall’asset class, ci sia ancora un grande potenziale per il mantenimento di performance positive del debito subordinato finanziario. A supporto Smoutha cita i fondamentali solidi e in rafforzamento della maggior parte delle banche e delle assicurazioni, e vede molte opportunità interessanti sul mercato dei titoli di debito legacy e nel settore assicurativo.

L’APPEAL DEI BOND IN DOLLARI PER GLI INVESTITORI EUROPEI


Restando con la visuale degli investitori dell’area euro, AllianceBernstein vede interessanti opportunità nelle obbligazioni Usa. Il motivo? Possono fornire importanti benefici di diversificazione, in particolare considerando che il costo della copertura in euro delle esposizioni in dollari è diventato un po’ meno penalizzante. Gli esperti di AllianceBernstein vedono con favore una strategia bilanciata sulle obbligazioni Usa, con da un lato la sicurezza dei titoli di Stato di alta qualità e la dall’altro la capacità di generazione di reddito propria del credito high yield. Suggeriscono anche che la diversificazione comprenda anche bond corporate IG e asset cartolarizzati, come mutui residenziali o commerciali. I professionisti di AllianceBernstein sottolineano nell’articolo Il sogno americano? Per gli europei è nell’obbligazionario che oggi le aziende statunitensi sono minacciate da una varietà di rischi, dalla guerra commerciale al crescente controllo delle autorità di regolamentazione, quindi consigliano agli investitori di concentrare l’esposizione al credito nelle aree di mercato più in grado di sopportarli, come il settore bancario o quello dei consumi. Nonostante la revisione al ribasso delle previsioni di crescita, AllianceBernstein resta convinta inoltre che si debba puntare su asset di tipo growth, viste le aspettative di una crescita economica modesta ma comunque positiva.

HIGH YIELD USA, SPAZIO SOLO CON UNA SVOLTA SUL FRONTE DEI DAZI


Ma attenzione: secondo JP Morgan AM segni di miglioramento stanno alimentando le speranze di ripresa globale, ma le prospettive delle obbligazioni di Stato e high yield continuano a dipendere dal confronto sul commercio. Come si legge nell’articolo Reddito fisso, le prospettive dipendono dalla guerra dei dazi, la domanda di titoli a reddito fisso è assicurata dalla sete di rendimenti. L’indicatore proprietario J.P. Morgan AM dei flussi d’investimento nei fondi mostra che a novembre la raccolta aggregata dei fondi Usa ha superato i sei miliardi di dollari, mentre nei mercati del credito dei Paesi sviluppati l’offerta ha registrato un netto aumento, anche se di natura stagionale. La conclusione di J.P. Morgan AM è che i rendimenti dei titoli di Stato potranno salire ancora, e i titoli più rischiosi riusciranno a guadagnare terreno, solo in presenza di un risultato positivo sul fronte dei negoziati sul commercio globale.
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