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Idee di investimento – Azioni – 16 settembre 2019

Con i tassi più bassi ancora più a lungo sarà cruciale la resilienza degli utili: favoriti i settori dei beni di consumo primari e salute. Riflettori sulla car e ride sharing e sulle small cap

di Redazione 16 Settembre 2019 09:37

MERCATI AZIONARI, STRADA STRETTA E TORTUOSA


Negli ultimi 18 mesi, le variazioni dei premi obbligazionari hanno seguito molto da vicino l’andamento dei rendimenti azionari. Nella misura in cui i tassi di sconto sono diminuiti (o aumentati), gli utili azionari futuri appaiono oggi più (o meno) appetibili. “Questa relazione è stata messa alla prova ad agosto, quando le azioni hanno ignorato la virata al ribasso dei premi obbligazionari. Cosa sta accadendo?”, si domanda nell’articolo Ancora tassi più bassi, ancora più a lungo Maya Bhandari, gestore di portafoglio multi-asset di Columbia Threadneedle Investments. “È possibile che il sentiero tortuoso scontato dai mercati (in base al quale le banche centrali taglierebbero i tassi in misura sufficiente a scongiurare una recessione ma non a rafforzare l’inflazione in modo tale che i tassi potrebbero dover aumentare nuovamente) si stia facendo ancor più angusto”. Tra le possibili spiegazioni c’è il fatto che il riacuirsi delle guerre commerciali globali ha riacceso le incertezze sul futuro delle catene di produzione, mettendo un freno ai piani di investimento delle aziende e causando forti variazioni delle scorte. Benché quest’anno le aspettative sugli utili relativi alle azioni globali siano diminuite notevolmente a riflesso della modesta contrazione, le attese per il 2020 sono rimaste invariate e i tassi di sconto sono scesi assicurando un’espansione degli utili di circa il 7% per i prossimi dodici mesi. “Se Powell dovesse mantenere le sue promesse di politica monetaria, ma il presidente Trump non dovesse dar seguito alle minacce commerciali, gli attivi rischiosi potrebbero evidenziare una notevole accelerazione nel breve termine”.

L’IMPORTANZA DEGLI UTILI


Resta il fatto che l’indicatore relativo agli utili delle società, che segna "attese di ribasso", non può essere assolutamente trascurato. A metterlo bene in chiaro nell’articolo Utili, la parola chiave è resilienza sono William Lock, Bruno Paulson e Dirk Hoffmann-Becking, membri dell’International Equity Team di Morgan Stanley Investment Management, che partono da una premessa: per chi investe in azioni ci sono solo due modi per perdere soldi, ovvero quando diminuiscono gli utili o quando diminuiscono i multipli. Per quanto riguarda gli utili 2019, il multiplo relativo all’indice MSCI World è balzato da 13,4x a 16,5x, grazie anche all’atteggiamento accomodante di Federal Reserve e Bce. Alla base del multiplo vi è l’ipotesi che gli utili futuri continuino a crescere, e in particolare la crescita è prevista nell’ordine del 10% per il 2020, una stima difficilmente definibile “prudente”. “I nostri portafogli globali – spiegano Lock, Paulson e Hoffmann-Becking – scambiano ora a 20-21 volte gli utili prospettici a 12 mesi e in base a tale parametro presentano valutazioni a premio del 28%-36% rispetto all’MSCI World”. Tuttavia, Lock, Paulson e Hoffmann-Becking, a partire da inizio 2018, hanno preso delle contromisure effettuando “inserimenti netti nel settore dei beni di consumo primari e della salute” e riducendo le posizioni nei settori “più growth” come software e beni di consumo discrezionali. Infine, concludono gli esperti, “restiamo convinti della resilienza degli utili delle nostre società e della loro capacità di capitalizzarli”.

LE ENORMI POTENZIALITA’ DEI TRASPORTI COME SERVIZIO


Individuare i settori e, soprattutto, le singole aziende in grado di registrare una crescita dei ricavi e dei profitti anche in un contesto sfidante come quello attuale è un compito arduo. Tra i trend ormai conclamati figura per esempio la transizione dall’auto di proprietà alla condivisione del mezzo di trasporto, che, insieme alle nuove efficienze del settore, decreterà certamente sia vincitori che vinti. La diffusione estremamente rapida di piattaforme di ampia portata mette oggi in discussione i business model tradizionali. “Un esempio semplice ma efficace riguarda il fatto che la più grande compagnia di taxi al mondo, nella figura di Uber, non possiede alcun veicolo”, spiega nell’articolo Più dei social, è la mobilità a guidare la nuova rivoluzione Mark Hawtin, investment director del settore azionario tecnologico di GAM Investments, secondo cui “i settori economici sono in rapida evoluzione. Il ride sharing, che da solo potrebbe diventare un mercato da 5mila miliardi di dollari, rientra in un tema più ampio che, a nostro giudizio, ha le potenzialità per diventare uno degli elementi rivoluzionari dagli effetti più rapidi e profondi, ovvero i trasporti in qualità di servizio”. Secondo ACA Research, i trasporti intesi come servizio si posizionano all’intersezione tra quattro tendenze macroeconomiche: veicoli a guida autonoma, veicoli elettrici, connettività e sharing gig economy. “Comportano il passaggio dalla titolarità del mezzo di trasporto a soluzioni di mobilità che vengono consumate come un servizio”, sottolinea il gestore. In base alle stime, con la progressiva accettazione da parte dei consumatori del modello di mobilità offerto dai trasporti declinati sotto forma di servizi, tra il 2020 e il 2030 l’entità del parco veicoli negli Stati Uniti diminuirà da 247 a 44. “Non crediamo di esagerare nell’affermare che questo settore ha le potenzialità per produrre il cambiamento rivoluzionario di più ampia portata a cui abbiamo assistito finora nel campo tecnologico, anche superiore ai social network o agli smartphone. Non vediamo l’ora di assistere, nei prossimi mesi e nei prossimi anni, agli sviluppi dei trasporti declinati come servizi e all’emergere di nuove opportunità di investimento”, conclude Hawtin.

SMALL CAP, LA DIVERSIFICAZIONE E’ ESSENZIALE


Con l’innovazione e gli sviluppi tecnologici che avanzano a un ritmo mai visto in precedenza, i vecchi settori sono parecchio sotto pressione. I nuovi competitor con tecnologie più avanzate possono rapidamente spodestare le società consolidate che hanno dominato all’interno del loro settore per decenni. “L’inarrestabile crescita di Amazon e il declino dei centri commerciali Usa è una chiara dimostrazione di questa tendenza”, spiegano gli esperti di Schroders. “Sebbene non ne siano immuni, le small-cap possono beneficiare di questa disruption”, sottolineano nell’articolo Come beneficiare della disruption con le small cap Kristjan Mee, strategist research & analytics, e Matthew Dobbs, head of global small cap di Schroders. Queste società infatti subiscono meno il peso della struttura di management e i timori di perdere i volumi di vendite o fette di mercato introducendo nuovi prodotti: un problema importante per le realtà ben consolidate. In ogni caso, notano Mee e Dobbs, “le società più piccole sono soggette a maggiori rischi specifici, a livello di singolo titolo. La dipendenza da un prodotto o da un mercato, il numero ridotto di manager, la più alta rappresentazione nei settori ciclici e un numero più limitato di opzioni di finanziamento sono alcuni dei principali rischi di tali società”. Per questo motivo la diversificazione è essenziale per mitigare questi rischi specifici, così come una minuziosa conoscenza delle forze, dei rischi e delle vulnerabilità di ogni singola società.
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